Ad agosto 2019 è arrivata su Netflix la seconda stagione di Mindhunter. Dopo averla divorata, i fan della serie sono in attesa di avere notizie della terza stagione. Tuttavia le notizie emerse in questi giorni non sono positive: la terza stagione rischia di non vedere la luce.
Mindhunter: David Fincher dice che non sa se fare la terza stagione
Le speranze per una terza stagione si erano già leggermente affievolite quando questo gennaio Jonathan Groff, Holt McCallany e Anna Torv, gli attori principali, sono stati “liberati” dai loro contratti. Alla serie è stato dato uno stop indefinito. Già all’epoca un rappresentate di Netflix disse:
“David [Fincher, lo showrunner] è concentrato nel dirigere il suo primo film per Netflix, Mank, e nella produzione della seconda stagione di Love, Death and Robots. Potrebbe tornare a realizzare Mindhunter nel futuro, ma per il momento sentiva che non fosse giusto trattenere gli attori dal cercare nuovi lavori mentre lui stava esplorando altri progetti”.
La situazione oggi non sembra cambiata: in un’intervista con Vulture, Fincher rivela che per il momento non vuole lavorare alla nuova stagione. Dice:
“All’inizio della seconda stagione ho guardato quel che era stato scritto e ho deciso che non mi piaceva niente, quindi l’abbiamo buttato e abbiamo ricominciato.
È un lavoro di 90 ore a settimana. Assorbe tutta la tua vita. Quando ho finito, ero esausto, e ho detto: ‘Non so se ho la forza di fare anche la terza stagione'”.
Fincher afferma che Netflix non ha contestato la sua decisione; il CEO Ted Sarandos e Cindy Holland, vicepresidente dei contenuti originali all’epoca, gli chiesero se volesse lavorare a qualcos’altro – appunto, il film Mank.
Nell’intervista Fincher continua:
“Ne abbiamo parlato, mi han detto: ‘Finisci Mank e poi vediamo come ti senti’ ma onestamente non credo che saremo in grado di farlo per meno di quanto abbiamo speso per la seconda stagione; rispetto al pubblico che ha, è una serie molto costosa. E a un certo punto devi essere realista: la spesa deve avere un ritorno”.
Netflix, comunque, è disposto a lasciare aperto uno spiraglio. Un rappresentante ha detto: “Magari tra cinque anni”.