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Moon Knight: lo sceneggiatore spiega l’enigmatico finale del quarto episodio

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Moon Knight è la nuova serie tv dedicata a un personaggio tratto dai fumetti della Marvel distribuita da Disney+. Il protagonista è il talentuoso e l’eclettico attore Oscar Isaac che porta sullo schermo l’eroe nato dalla penna di Doug Moench e Don Perlin. Moon Knight è un personaggio che soffre del disturbo dissociativo dell’identità (DID) e lo vediamo cimentarsi con diverse identità come quella del mercenario Marc Spector e dell’impiegato del museo Steven Grant. Per poter trattare al meglio il tema della salute mentale quindi gli scenaggiatori hanno ingaggiato lo psichiatra Paul Puri. Per il momento la serie ha ricevuto pareri discordanti da parte della critica e tutti sono curiosi di capire dove andrà a parare Moon Knight. Il quarto episodio, che è arrivato sulla piattaforma questa settimana, ha lasciato tutti di stucco con un finale piuttosto enigmatico. Lo sceneggiatore è intervenuto per spiegare cosa ha ispirato una delle scene più bizzarre.

Se non avete ancora guardato l’episodio intitolato The Tomb, non continuate a leggere per non beccare degli spoiler.

Nella nuova puntata abbiamo visto Arthur Harrow, il villain interpretato da Ethan Hawke, sparare a Marc per ben due volte. Quando credevamo che il protagonista di Moon Knight fosse morto, si è risvegliato in un ospedale psichiatrico. Grazie a una lunga ricerca l’uomo si è ricongiunto con l’altra personalità Steven, non prima di averlo liberato da un sarcofago. A quel punto è accaduto qualcosa di straordinario: dinanzi ai due è comparso il dio egizio Taweret. L’apparizione di questo enorme ippopotamo ha sorpreso tutti e in tanti hanno iniziato a fare diverse supposizione. Ora lo sceneggiatore Jeremy Slater ha spiegato come gli è venuta l’idea di includere questa divinità nel finale del quarto episodio:

“Sapevo che uno show come questo aveva bisogno di grandi oscillazioni e che doveva sorprendere il pubblico… Fin dalla prima settimana, la Marvel ci ha fornito un sacco di materiale di riferimento sull’egittologia e sugli antichi dei e sulle divinità egizie. Uno di questi materiali era un poster laminato che aveva le raffigurazioni di tutti i diversi dei – uno di quegli dei era Taweret. Ho trascorso l’intera prima settimana nella stanza dei nostri scrittori, semplicemente fissandolo. Poi alla fine, ad un certo punto, non ce la facevo più. Ho interrotto qualunque cosa di cui stessimo parlando e ho pensato, ‘Ragazzi, abbiamo una questione molto più importante, ovvero, come faccio a inserire questo ippopotamo nello show? Ero tipo, ‘No, smettetela di ridere. Sono molto serio’. Stiamo per inserirlo nello show’. Penso che sia stato il primo momento in cui tutti hanno capito, oh, abbiamo il permesso di diventare strani, qui. Abbiamo il permesso di fare alcune cose che non avremmo necessariamente fatto se non avessimo lavorato in un posto come i Marvel Studios… Questo mi ha dato il mio strano swing. E, soprattutto, ha portato il mio ippopotamo preferito nello show”.

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