Neil Gaiman e George R. R. Martin sono due scrittori che hanno dato vita a opere fantasy molto amate dai fan in tutto il mondo.
Gaiman è autore di romanzi e fumetti, tra cui American Gods, Good Omens, The Sandman, tutti diventati serie tv. Martin, come sappiamo bene, è lo scrittore che ha scritto i romanzi che stanno alla base di Game of Thrones (qui la classifica delle stagioni, dalla peggiore alla migliore) e House of the Dragon.
Di recente, i due autori hanno avuto una conversazione al Symphony Space di New York e si sono confrontati in merito alla fedeltà degli adattamenti delle loro opere.
Neil Gaiman e George R. R. Martin parlano di cambiamenti legittimi e illegittimi degli adattamenti di opere letterarie
Come riporta Variety, George R. R. Martin stava promuovendo il suo nuovo libro, il volume The Rise of the Dragon: An Illustrated History of the Targaryen Dynasty, Volume One, che racconta la storia della dinastia Targaryen e che ha scritto insieme alla coppia composta da Linda Antonsson ed Elio M. Garcia Jr. (e a tal proposito, alcuni fan vogliono boicottare il libro proprio per la presenza di Antonsson e Garcia Jr.).
Durante l’evento Martin e Neil Gaiman hanno affrontato insieme una serie di riflessioni: il loro successo tardivo, il rapporto con i fan, i personaggi “grigi”, il modo in cui il mondo dell’intrattenimento tratta il materiale letterario originale da cui vengono tratti film e serie tv.
Martin afferma che la necessità di essere fedeli al materiale letterario è una tematica “controversa” ad Hollywood. Dice:
“Quanto devi essere fedele? Alcune persone non sentono di dover essere affatto fedeli al materiale di partenza. C’è questa frase che gira: ‘Lo farò mio’. La odio, e penso che anche tu Neil la pensi come me”.
Al che Gaiman ha confermato di avere lo stesso pensiero dicendo:
“Ho passato 30 anni a incontrare persone che volevano realizzare Sandman a modo loro. Alcune di loro non avevano neanche letto il fumetto, avevano semplicemente sfogliato alcune pagine o qualcosa del genere.”
Gaiman ha anche aggiunto che è stata una “gioia” realizzare The Sandman con Netflix.
Martin ha continuato dicendo: “Ci sono cambiamenti che devi fare – o che sei chiamato a fare – che penso siano legittimi. E ce ne sono altri che non lo sono”.
Ricordando quando si è trovato ad adattare L’ultimo difensore di Camelot di Roger Zelazny e a scegliere fra diverse opzioni per questioni di budget, afferma che secondo lui sono legittime: “Questo, secondo me, è il tipo di cose che sei chiamato a fare a Hollywood da un punto di vista legittimo”.
Parlando di cambiamenti illegittimi, ha portato l’esempio della CBS gli ha fatto inserire nell’episodio una “persona comune” che si limita ad “accompagnare” per far leva su un “concetto elevato”. Ha spiegato: “Ero nuovo a Hollywood… Non ho avuto la forza di dirgli: ‘Siete dei fottuti idioti’”.
Martin ha anche fatto l’esempio del Trono di Spade nell’adattamento HBO delle sue Cronache del Ghiaccio e del Fuoco:
“Perché il Trono di Spade in Game of Thrones non è il Trono di Spade descritto nei libri? Perché non è alto 15 piedi [4 metri e 57cm, ndr] e fatto di diecimila spade? Perché il soffitto del nostro set non era alto 15 piedi! Non potevamo inserirlo, e non erano disposti a darci la Cattedrale di San Paolo o l’Abbazia di Westminster per girare il nostro piccolo show”.
Che ne pensate delle parole di Neil Gaiman e George R. R. Martin?
Potete (ri)vedere Game of Thrones e House of the Dragon su Sky e Now, mentre The Sandman su Netflix.