“Da noi praticamente tutto è ‘recommended‘”: esordisce così Eunice Kim, chief product officer di Netflix, nel corso di un’intervista rilasciata a Repubblica in tandem con Patrick Flemming, product manager dell’azienda. E i “consigli” dell’algoritmo, a quanto pare, saranno sempre più specifici.
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Con così tante piattaforme e poco tempo a disposizione, scegliere cosa vedere è diventato complicato. Noi vogliamo aiutarti ad andare a colpo sicuro.
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L’incontro col quotidiano italiano, avvenuto nel corso di un meeting riservato alla stampa internazionale, ha offerto tanti spunti interessanti sul presente e il futuro di Netflix. In particolare, sul funzionamento dell’algoritmo (del quale avevamo parlato anche a proposito del successo di Odio il Natale) e dei relativi consigli per gli utenti. Gli obiettivi sono chiari: “Vogliamo che le persone tornino ad abbonarsi mese dopo mese, e lo faranno solo se sono soddisfatte e se ogni volta che si collegano trovano cose da vedere”, racconta Flemming. “Quindi vogliamo diventare sempre più bravi a trovare cose che vogliano vedere”.
Ma come? Qui viene il bello: “Stiamo lavorando su consigli che siano time-sensitive, cioè legati all’ora del giorno in cui la persona si collega”, svela Flemming. E il product manager crisi di Netlfix non si sbottona sulle tempistiche, ma è una cosa che si farà: “È una cosa che vogliamo fare e su cui siamo impegnati, ma servirà tempo per averla”.
I consigli di Netflix saranno sempre più correlati ai gusti degli utenti, ma non mancheranno le variazioni sul tema per offrire prospettive differenti. Flemming è chiaro: “Quello che cerchiamo di fare è allargare il ventaglio delle cose che proponiamo e che potrebbero interessare, anche andando intenzionalmente e di proposito fuori dagli schemi”,
La questione, tra l’altro, non riguarda solo le serie tv, i film e i format televisivi, ma anche le inserzioni pubblicitarie.
“Scegliamo gli spot da mostrare sulla base della cronologia di visione, della posizione geografica dell’utente e dei pochi dati anagrafici che raccogliamo, come età e genere”, racconta Kim. “L’idea è di proporre pubblicità che siano interessanti per chi guarda, cioè non quella di una marca di pannolini a un single senza figli”. Insomma: Netflix, nonostante le difficoltà affrontate nell’ultimo periodo, non sta mai sulla difensiva. E dopo l’annuncio del nuovo piano editoriale, sempre più incentrato sulla qualità e sempre meno sulla qualità, introdurrà un’altra significativa. Funzionerà? Lo scopriremo solo col tempo.
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