Comunque sia andata, l’incontro tra Mike Tyson e Jake Paul è stato un successone. Ma non sono mancati i problemi, ora ammessi anche da Netflix.
Un successone, sul piano dei numeri. Sessanta milioni di utenti si sono collegati su Netflix per seguire in diretta l’incontro che ha visti contrapposti i pugili Mike Tyson, icona dello sport, e Jake Paul, più giovane di trentuno anni.
Un successone anche per i due protagonisti dell’evento, visti i lauti ingaggi ricevuti per dar vita a un evento che ha in qualche modo segnato a fondo la narrazione sportiva del 2024.
Già, in qualche modo: l’incontro, alla fine dei conti, non è stato granché e ha assunto toni farseschi a più riprese. Niente di strano: Mike Tyson è uno dei più grandi pugili di tutti i tempi, ma il tempo è passato inesorabilmente anche per lui.
Netflix, inoltre, ha dovuto fronteggiare la furia di una parte del pubblico. La mole gigantesca di utenti collegatisi ha infatti mandato in affanno i server, creando numerosi problemi tecnici.
Problemi, ora, ammessi anche da Netflix. Ne ha parlato Elizabeth Stone, Chief Technology Officer di Netflix, in una nota ai dipendenti: “Le proporzioni senza precedenti dell’evento hanno creato dei problemi tecnici. […] Non vogliamo ignorare la pessima esperienza di alcuni utenti e sappiamo che ci sarà sempre modo di migliorare, ma consideriamo comunque questo evento un enorme successo“.
I numeri raccolti da Netflix, d’altronde, parlano da sé: “60 milioni di famiglie in tutto il mondo si sono sintonizzate in diretta per guardare Paul contro Tyson! Il mega-evento di boxe ha dominato i social media, infranto i record e persino messo alle corde i nostri sistemi di buffering”.
Insomma, il successo è evidente e i problemi pure. Resta l’eredità di un’esperienza a suo modo unica che porta Netflix in una nuova fase. E una pagina di sport che meriterà comunque una menzione futura.