Netflix è un po’ come la professoressa delle medie che minaccia di mettere la nota sul registro se la classe non smette di chiacchierare: lo ripete una volta, due, e poi esausta, proprio quando ormai gli studenti pensavano di averla scampata, la mette. Dopo infiniti avvisi ( tipo questo), ultimatum mai davvero definitivi, Netflix questa volta ha davvero smesso di scherzare: la funzione più temuta della piattaforma streaming ora sta per diventare triste realtà. Netflix Party e altre vivaci diavolerie (ecco ad esempio i migliori trucchi della piattaforma streaming) – come ad esempio Catflix – sono ora un malinconico ricordo di tutte le belle realtà che Netflix ci ha fatto assaggiare prima di sferrare il suo colpo finale, l’estrema ammonizione a cui non avremmo mai voluto prendere parte, ma che purtroppo ci vede partecipi. É giunto il giorno, il temutissimo giorno della morte degli account condivisi.
Ma facciamo un passo indietro: cosa è successo davvero? Ma soprattutto: è un’esercitazione o dobbiamo cominciare a preoccuparci?
I fatti sono questi: a partire da marzo, uno strano messaggio ha cominciato a palesarsi nella homepage degli utenti della piattaforma streaming d’oltreoceano. Niente di troppo preoccupante, se non fosse che lo stesso criptico avviso è comparso anche nella home dei serial addicted italiani: Che succede?
Crea subito un account gratis: Se non vivi con il titolare dell’account, ti serve un tuo account per continuare a guardare Netflix.
Con una schermata nera, veicolo di funeste notizie, Netflix ci fa candidamente accomodare fuori dalle sue porte: se non vivi con il titolare dell’account, allora prego, fatti un abbonamento tutto tuo – gratis per i primi 30 giorni.
Netflix ha occhi ovunque e il sospetto non tarda ad arrivare: non sarà che qua sono tutti scrocconi? Ops. L’antica formula del tutti per uno e uno per tutti, dove l’uno si intesta l’account e gli altri dividono le spese, comincia a vacillare.
È il tuo account? Ti invieremo un codice di verifica.
Con la possibilità di poter convalidare il codice che Netflix invierà all’account principale, via mail o via sms, l’utente potrà garantire di essere l’unico possessore della piattaforma. Cliccando invece su ‘verifica in seguito’, il quesito verrà rimandato, ma purtroppo non per sempre. Questo era ciò che accadeva da marzo fino a poco fa, ma le cose stanno cambiando.
Ora Netflix fa più sul serio, dopo una prima fase di test, e arriva a chiedere la verifica degli indirizzi IP, in modo tale da localizzare la posizione di ogni utente e capire di conseguenza se si connettono a Netflix dal loro consueto domicilio: alcuni utenti hanno poi segnalato la mancanza del pulsante “verifica in seguito” con annessa necessità di confermare il domicilio di tutte le persone che utilizzano l’account in condivisione.
Qualora la verifica del domicilio risulti diversa per i vari utenti, ci sarà una richiesta ufficiale al proprietario dell’account di non condividere con nessuno l’abbonamento, e di disabilitare l’account nel caso in cui gli utenti che precedentemente condividevano l’abbonamento cercheranno di falsificare il proprio domicilio continuando a usare l’account; ad oggi, la verifica del domicilio per gli account condivisi da parte di Netflix riguarda solo una parte limitata dei suoi abbonati, ma è ormai sempre più chiaro che questa funzione – dopo vari test – verrà con ogni probabilità estesa a tutti gli utenti Netflix.
Cosa c’è di male nel condividere il proprio account Netflix? Insomma, in fondo è una pratica comune. Ebbene, per quanto anacronistico e assurdo possa sembrare la verità è che la piattaforma streaming ci aveva già avvisato in tempi non sospetti della sua poca tolleranza alla condivisone. Le condizioni di utilizzo di Netflix infatti parlano chiaro: “Il titolare dell’account dovrà mantenere il controllo dei dispositivi compatibili con Netflix, utilizzati per accedere al servizio, e non dovrà comunicare a nessuno la password“.
Secondo Ops della giornata ed ennesima stilettata nei nostri cuori: ti pensavamo diverso, caro Netflix.