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La cancellazione di 1899 segna la fine dell'”era sperimentazione” di Netflix

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All’inizio della scorsa settimana, Baran bo Odar e Jantje Friese, i creatori del cult firmato dalla piattaforma streaming Netflix Dark, hanno dato una triste notizia su Instagram: la loro nuova serie, 1899, non sarebbe stata rinnovata per una seconda stagione, nonostante avesse debuttato alla fine del 2022 con recensioni positive e un posto nella top 10 dello streamer. “Ci sarebbe piaciuto concludere questo incredibile viaggio con una seconda e terza stagione come abbiamo fatto con Dark“, ha scritto la coppia. “Ma a volte le cose non vanno come avevi previsto“.
Il futuro è un concetto strano nel settore dello streaming. Spettacoli come Squid Game possono trovare il loro pubblico, diventare dei giganti culturali e quindi ottenere stagioni aggiuntive. Altri, come Warrior Nun, possono trovare fan accaniti, ma non abbastanza per rimanere in vita. Man mano che il panorama dello streaming si espande, la possibilità che una serie sopravviva inizia a sembrare un gioco stesso, e il ticchettio di “semaforo rosso” e “semaforo verde” lascia tutti sulle spine.

A che gioco sta giocando lo streamer?

Alcuni utenti online hanno ipotizzato che la fine di 1899 sia dovuta al fatto che il suo “tasso di completamento – la percentuale di quanti spettatori abbiano effettivamente finito di guardare uno show – sarebbe stato inferiore al 50%. Altri hanno sottolineato che la serie sarebbe troppo costosa. Altri ancora hanno suggerito che si è semplicemente perso nella confusione durante gli episodi.

Il fatto è che, come ha detto una volta il co-CEO di Netflix Ted Sarandos, “si tratta del 70% di istinto e del 30% di dati“.
Non c’è una metrica che decida cosa lo streamer fa o non fa. Netflix deve concentrarsi più che mai sui suoi profitti e gli show costosi che non diventano grandi successi fra gli abbonati sono rischiosi. Ma dare il colpo di grazia a uno show prima che possa trovare un seguito sembra poco lungimirante. In un momento in cui la piattaforma ha bisogno di tenersi stretti gli abbonati, gli esperti diranno che diventare un cimitero di programmi dimenticati e incompiuti non è il modo migliore per ingraziarsi una fanbase fedele.

Onestamente, questa spiegazione potrebbe però risultare non molto veritiera.
Le serie vengono cancellate in continuazione e le persone che si entusiasmano, soprattutto per quelle di nicchia, si avvicinano sapendo che c’è la possibilità che ciò che amano non arrivi mai alla conclusione sperata dai suoi creatori e che potrebbe essere letteralmente infinita. A volte, questi show troppo presto scomparsi – Firefly, The OA – acquistano uno status di culto grazie proprio alle loro cancellazioni.

Succederà lo stesso con 1899? O con Warrior Nun? Forse. Ma forse non è questo il punto. Una volta Netflix era il luogo in cui le serie più strane e oscure trovavano spazio e tempo per prosperare. Ma la cancellazione di 1899 dimostra che l’azienda, come tutti gli streamer, si trova ora nella posizione di dover operare come le reti televisive che l’hanno preceduta. Quando è arrivata la televisione via cavo, e in particolare la programmazione originale, i grandi network hanno improvvisamente avuto un pubblico molto meno vincolato. Lo streaming è arrivato a quel punto di inflessione. La buona notizia è che servizi come Netflix stanno creando ogni tipo di gemma perduta che le persone possono scoprire in un secondo momento; la cattiva notizia è che le aziende potrebbero non voler mantenere sempre questi show.

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