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Dawson’s Creek arriva su Netflix, ma perché è cambiata la sigla? Adesso abbiamo la risposta

dawson's creek
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Inutile provarci, gli adolescenti dei primi anni 2000 non potranno mai cancellare dalla memoria Dawson’s Creek. E in molti si saranno precipitati a fare una full immersion di nostalgia su Netflix, appena tutte e sei le stagioni sono sbarcate sulla piattaforma streaming. Ma purtroppo la delusione era dietro l’angolo. Vi siete sistemati comodi e avete iniziato il primo episodio, immergendovi nel primissimo bisticcio tra Dawson e Joey, e vi siete sentiti al sicuro nel caldo conforto di una serie che conoscete come il palmo della vostra mano. Quando ecco che arriva la stoccata. Inizia la sigla e nessun ANUWANUWEI si innalza dalle casse, ma al suo posto le note di Run Like Mad, che in molti ricorderanno come colonna sonora delle pubblicità di Dawson’s Creek su Italia1. Un vero peccato perché I Don’t Want To Wait era sicuramente la nostra preferita tra le 10 sigle delle serie che storpieremo sempre e comunque.

La scelta della canzone sostitutiva è stata comunque ponderata. Run Like Mad, di Jann Arden, era stata infatti composta appositamente per Dawson’s Creek e fu usata in Italia come canzone per la sigla solamente nella prima stagione. Invece I Don’t Want To Wait, di Paula Cole, era stata la sigla d’apertura utilizzata sin dal primo momento per gli episodi in onda negli Stati Uniti e in Canada. La canzone fu sostituita in seguito, dopo le reazioni entusiaste del pubblico alla melodia di Cole. La produzione ritenne infatti più efficace rimpiazzare la canzone e rendere la sigla la stessa in tutto il mondo.

Se però seguite l’account ufficiale di Netflix Italia eravate già stati avvertiti dell’infausta novità. Netflix aveva infatti dichiarato al momento del rilascio della serie: “Ve lo diciamo subito: la sigla non è ANUWANUWEI. Lo sappiamo, fa malissimo, ma non dipende da noi.”

Ma quale è stata la vera ragione per cui Dawson’s Creek ha perso la sua iconica sigla su Netflix?

I diritti per l’utilizzo della canzone I Don’t Want To Wait non sono in mano al colosso dello streaming, che non può disporne come vorrebbe. È infatti Sony a detenere tutti i diritti musicali su Dawson’s Creek ma non ha mai esteso gli stessi diritti per le edizioni in DVD, così come per quelle in streaming. È quindi impossibile, al momento, vedere la serie con la sigla originale in maniera legale.

Un boccone dunque amaro ma inevitabile. Nonostante tutto, i fan di Dawson’s Creek possono consolarsi sapendo che la loro serie preferita non sarà mai deturpata. Potrà rimanere per sempre avvolta da quel velo di malinconia per una giovinezza che non c’è più, e di un pizzico d’imbarazzo per i nostri discutibili gusti televisivi di adolescenti. Perché un revival di Dawson’s Creek non si farà mai e per una volta tutti sembrano essere d’accordo, persino i fan.

Dopo la reunion del cast, avvenuta per i celebrare i vent’anni della serie, si era infatti vociferato di un possibile ritorno degli attori per una nuova stagione. Ma Kevin Williamson, ideatore della serie, è stato chiaro fin da subito, sostenendo che lo show ha fatto il suo tempo e che la conclusione è perfetta così com’è, assolutamente intoccabile.

“Il finale fu un bellissimo momento e lo show ha sempre dovuto essere un prodotto nostalgico. Lasciamo che lo sia, viviamo nella sua nostalgia e nel suo universo nostalgico.”

Anche il cast ha espresso negli anni la volontà di non tornare a Capeside per una settima stagione.

Ci metteremo dunque l’anima in pace e torneremo a rivedere Dawson’s Creek che questa settimana è ancora stabile nella top ten dei “più visti di Netflix“. Peccato per le nuove generazioni che non sapranno mai quanto è stato bello gridare Anuwanuwei.