Come stanno cambiando le abitudini degli italiani, a proposito dei numerosi abbonamenti sottoscrivibili online (Netflix e non solo)? Un sondaggio offre una risposta interessante.
Il sondaggio, figlio di uno studio condotto dalla Ayden e riportato in anteprima da Tom’s Hardware, offre diversi spunti di rilievo. Niente di particolarmente sorprendente, visto il periodo storico che stiamo vivendo, ma la concretezza dei numeri è sempre fondamentale per leggere le situazioni nel miglior modo possibile. In questo caso, si parla di abbonamenti. E in particolare, di abbonamenti online. Si parla di streaming, quindi di network come Netflix, e della risposta dei cittadini all’indispensabile monitoraggio delle spese mensili e annuali.
A tal proposito, emerge un dato su tutti: il 39% degli italiani sta considerando concretamente di disdire uno o più abbonamenti annuali nell’arco dei prossimi dodici mesi.
Complice anche l’aumento delle spese di alcuni servizi (Netflix, per esempio, ha aumentato il costo degli abbonamenti negli scorsi giorni), gli italiani valutano le priorità . E tra le priorità , i primi in lista che potrebbero riguardare i tagli sono i settori legati a film e serie tv. Il 19% degli intervistati sta già valutando la possibilità di disdire uno o più abbonamenti. Fermandoci ai dati riguardanti quest’ambito (è il nostro ambito, d’altronde), i coinvolti spendono in media  13,28 euro al mese per abbonamenti digitali come Netflix. Mediamente, sottoscrivono almeno due abbonamenti (ma a chi? Questi i dati sulle piattaforme più popolari in Italia nel primo trimestre del 2024).
Viste le condizioni in continua evoluzione, rischia di essere ormai insostenibile per una porzione importante del pubblico.
E le aziende come reagiranno (Netflix e non solo)? Se da un lato si terranno sempre in forte considerazione questi dati, dall’altra la strada sembra segnata: il 66% delle aziende dovrebbe continuare a investire sugli attuali modelli di abbonamento nei prossimi 12 mesi, mentre 48% di esse prevede di espandere le proprie offerte aggiungendo nuove opzioni.
Insomma, l’introduzione di pacchetti meno costosi attraverso l’inserimento di inserzioni pubblicitarie, già avviata da Netflix e da tante altre piattaforme, potrebbe non bastare. E le disdette, a questo punto, incombono all’orizzonte.