Lo scorso 1 aprile è cominciata ufficialmente una nuova era per Netflix: Dan Lin, infatti, è subentrato a Scott Stuber nel ruolo di direttore della divisione cinematografica della piattaforma. E non mancano le novità.
Lo avevamo già evocato alcuni mesi fa, ma ora il piano sembra esser stato definito nei dettagli: l’imperativo di Netflix è puntare sulla qualità. Più qualità, rispetto al passato (come farà anche la Disney). In risposta alla crisi affrontata negli ultimi mesi, la strategia è chiara: ampliare l’offerta e ridurre allo stesso tempo i costi. Non sarà semplice, ma le idee ci sono e sono state raccolte in un lungo approfondimento pubblicato nei giorni scorsi dal New York Times. Netflix, al momento, non ha replicato.
In attesa di una risposta, riportiamo i punti chiave principali dell’analisi proposta dallo storico quotidiano statunitense. Nelle prossime settimane, inoltre, analizzeremo a nostra volta la questione, cercando di capire come Netflix potrebbe evolversi negli anni a venire.
- Sarebbe stato licenziato il 10% del personale della divisione creativa: stando a quanto riportato dal quotidiano, 15 dei 150 precedentemente impiegati.
- Si riorganizzerà i reparti per genere e non più per budget.
- Netflix eviterà la produzione di film costosi ad alto budget (The Grey Man o Red Notice, per esempio)
- Più qualità con un’offerta più ampia destinata a un pubblico più variegato. Ma gli autori più importanti rischiano di andare da altre parti se si ridurranno i budget: Martin Scorsese, Maggie Gyllenhaal e Scott Cooper hanno già affrontato questo passo. C’è da dire, però, che diversi studi affronteranno il passaggio in streaming poco tempo dopo l’esordio in sala: una distribuzione di secondo livello continuerà a portare ottimi risultati.
Importante anche un’altra questione: il passaggio in sala sembra essere ancora un tabù per Netflix, o quasi.
- Evitare il passaggio in sala (come fatto sporadicamente in passato) e andare direttamente in streaming: secondo il New York Times è una strategia potenzialmente controproducente. Citiamo: “I dati della pandemia dimostrano chiaramente che i film distribuiti solo in streaming non ottengono la notorietà e il successo di un film che è stato distribuito per la prima volta nelle sale”, ha affermato John Fithian, ex presidente e amministratore delegato della National Association of Theatre Owners e socio fondatore del Gruppo Fithian, che consiglia i clienti su come supportare l’esperienza cinematografica. “Quasi tutti i film più visti sui servizi di streaming sono film usciti per la prima volta nelle sale”.
- Retribuzioni ad autori e attori più mobili, legati ai risultati ottenuti dal film e meno vincolati ad accordi preliminari statici.
La nuova strategia porterà i risultati auspicati da Netflix? Siamo curiosi.