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Dietro l’aumento dei prezzi degli abbonamenti da parte di Netflix c’è una strategia precisa

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Negli ultimi mesi, la piattaforma streaming di Netflix sta apportando numerose modifiche a ciò che offre agli utenti abbonati. Dallo stop alla condivisione degli account, all’eliminazione del piano base, tutto porta a grandi cambiamenti che lasciano gli utenti più o meno scontenti e persino pronti a disdire il proprio abbonamento. Recentemente abbiamo infatti riportato uno studio condotto da CivicScience, secondo cui il 39% degli intervistati si è detto pronto a disdire il proprio abbonamento nel caso in cui ci fossero degli aumenti nei prezzi degli abbonamenti. Ma accadrà davvero?

Netflix aumenterà il prezzo dei suoi abbonamenti: c’è una strategia ben precisa

A partire da ieri è ufficiale: Netflix aumenta i prezzi degli abbonamenti (qui i dettagli e le nazioni coinvolte). Stando a quanto riportato da Reuters, a spingere la piattaforma streaming verso un incremento dei prezzi c’è il grande successo ottenuto proprio dal sistema che ha bloccato la condivisione degli account. Sappiamo, infatti, che questa manovra di Netflix ha permesso di avere un incremento di circa 6 milioni soltanto nel terzo trimestre, ed è proprio su questo che ci si basa per avere ancora più incassi. Gli analisti di Bernstein, a tal proposito, hanno affermato: “Netflix ora somiglia molto a un’utility in molti mercati. La sfida di essere etichettata come utility è come un’azienda in maturazione continua a trovare crescita”. Secondo molti altri, invece, Netflix starebbe aumentando il prezzo dei propri abbonamenti per spingere gli utenti verso i piano che prevedono gli annunci pubblicitari, che naturalmente sono molto più redditizi per la società di streaming e allo stesso tempo poco costosi per gli utenti. Insomma, l’idea di lasciare poche vie di mezzo agli utenti è molto mirata: o si paga un abbonamento costoso – ma è una scelta dell’utente, non un obbligo – o se ne paga uno molto economico, ma da cui Netflix guadagna bene grazie alle pubblicità inserite. In entrambe le situazioni Netflix ne ricaverebbe un guadagno consistente, ma senza obbligare l’utente a pagare necessariamente l’abbonamento più costoso e lasciandolo davanti alla libera scelta di decidere da solo cosa preferisce fare: spendere poco ma con le pubblicità, o spendere molto senza. Una potenziale situazione win win, che sta portando Netflix sempre più verso la strada dell’eliminare le vie di mezzo (come il piano base, da poco rimosso dalla piattaforma).

Tra le novità in casa Netflix, c’è anche l’apertura dei primi negozi fisici permanenti, dopo i numerosi store provvisori. Per adesso, sappiamo che i negozi dovrebbero vedere la luce soltanto negli Stati Uniti, ma è probabile che questi store arrivino anche in Italia. Per quanto riguarda l'”utilità” di questi store, Josh Simon, vicepresidente dei “Consumer Products” di Netflix, ha affermato: “Daremo vita a esperienze immersive, cibo e bevande, vendita al dettaglio e altro ancora in sedi permanenti in tutto il mondo. Netflix House consentirà ai fan di vivere i film e programmi televisivi preferiti di Netflix con modalità nuove e profonde”. Ovviamente, le reazioni a questa incredibile novità non si sono fatte attendere. Il primo a rispondere immediatamente è stato l’ex “rivale” della piattaforma, Blockbuster, che ha ironicamente chiesto: “Ragazzi, dovremmo dire a Netflix come andrà a finire?”

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