Secondo uno studio riportato da diverse fonti, Netflix starebbe perdendo una cifra superiore a 1,6 miliardi di dollari all’anno a causa delle password condivise, a cui ricorrerebbe ben il 10% dei suoi abbonati totali.
Non esattamente l’uso al quale Netflix aveva pensato durante la costruzione del proprio progetto. La possibilità di usufruire di account multipli all’interno di un solo abbonamento, infatti, è nata con lo scopo di agevolare l’uso del servizio streaming all’interno del nucleo familiare.
Alla riunione con gli investitori, organizzata per la chiusura del terzo quadrimestre del 2019, Greg Peters (Chief Product Officer della piattaforma) ha dichiarato:
Qualsiasi contenuto visualizzato attraverso il servizio è solo per uso personale e non commerciale e non può essere condiviso con persone al di fuori della propria famiglia.
Continueremo a monitorare la situazione e individueremo dei metodi consumer friendly per limitare queste situazioni, ma al momento non abbiamo una strategia di attacco al riguardo.
Un sondaggio lanciato dalla Magid – relativo allo scorso anno – ha distinto le fasce d’età che sfruttano in maniera “anomala” la condivisione degli account: nella fascia dei “millennial”, il 35 percento delle persone condivide la propria password; mentre tra i “post-millennial” (con 21 anni o meno), le password vengono condivise nel 42 percento dei casi.
A quanto pare però Netflix, Amazon e tutta la concorrenza presente nel settore delle piattaforme streaming si sono affidati ad ACE (Alliance for Creativity and Entertainment), che include già la Warner Bros., Disney, Paramount e Sony. Questa società ha cominciato ad affermarsi nel settore durante il 2017, vincendo varie cause legali contro servizi open source che permettevano la condivisione di file. Ora sembra che l’azienda sia pronta ad andare addirittura oltre. Infatti, ha intenzione di studiare un metodo mirato proprio a impedire la condivisione delle password.