“O’ dimo? O’ dimo”: Netflix come Boris, ma per un motivo completamente diverso.
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Nel corso della quarta stagione di Boris, viene evocata una teoria tanto semplice quanto efficace: perché mettere in scena qualcosa di costoso, quando si può semplicemente raccontare? Questione di budget, anche se ci sono delle scene che avremmo preferito vedere e non solo immaginare. Beh, ora Netflix intende fare qualcosa di simile, con due differenze fondamentali. Le scene “raccontate” verranno anche messe in scena, e la questione non sarà legata alla riduzione dei costi, bensì a una presa d’atto fondamentale: gli spettatori di film e serie tv sono sempre più distratti.
La soluzione di Netflix? Chiedere agli sceneggiatori di inserire dei dialoghi nei quali sono i personaggi stessi a spiegare cosa hanno fatto e cosa faranno, in modo da permettere agli spettatori di non perdere alcuni passaggi chiave mentre rispondono a un messaggio, cucinano o fanno chissà cosa.
Lasciamo a voi qualunque valutazione a riguardo (sugli spettatori, sia chiaro: Netflix sta semplicemente affrontando una realtà oggettiva), ma tant’è. Secondo quanto riportato dal magazine N+1, Netflix avrebbe chiesto agli sceneggiatori di “far annunciare a un personaggio cosa sta facendo“, in modo da favorire la fruibilità dello show anche a chi lo tiene in sottofondo. In fondo, quello che fa una qualunque audiodescrizione, ma applicata direttamente sui dialoghi. In un mondo nel quale tutto si sta adattando alle soglie d’attenzione sempre più basse degli utenti, non sorprende l’azione di Netflix.
Un’azione del quale non dovremmo manco parlare al futuro, in realtà.
Come ha sottolineato Movieplayer in un recente articolo, Netflix ha già adottato la strategia nel film Irish Wish. Qui di seguito un esempio chiaro a riguardo, con un dialogo tra la protagonista e il suo amante.
“Abbiamo passato una giornata insieme. Ammetto che è stata una giornata bellissima, con panorami mozzafiato e una pioggia romantica, ma questo non ti dà il diritto di mettere in discussione le mie scelte di vita. Domani sposo Paul Kennedy“. “Va bene”, risponde lui. “Questa sarà l’ultima volta che mi vedrai, perché dopo questo lavoro parto per la Bolivia per fotografare una lucertola arboricola in via di estinzione“.
Insomma, la strada della tv del futuro è tracciata: favorire la user experience degli utenti Netflix passa anche attraverso azioni del genere, un po’ come sta succedendo con le canzoni sempre più corte dalle melodie sempre più “riconoscibili” e le parole chiave ricorrenti, nonché in molti altri ambiti. Ci piace? Non ci piace? Non cambia niente: “O’ famo” non basta più, per molti. Ora bisogna pure dirlo.
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