Lo chiamavano il giocatore maledetto. Dopo un inizio da campione, O. J. Simpson ha dovuto fare i conti con qualcosa di più grosso, qualcosa che l’ha visto cadere in tunnel infernale fatto di processi, carceri e una vita al limite. Si era fatto un nome importante nel mondo dello sport, diventando uno dei volti del football. Dopo la carriera sportiva, il giocatore venne a contatto anche con il mondo della recitazione, prendendo parte alla trilogia Una Pallottola Spuntata e altri ruoli, cimentandosi nel ruolo di attore. Dopo un po’ di luce luce, però, il buio. Nel 1994 O. J. Simpson venne infatti accusato di aver ucciso l’ex moglie Nicole Brown. L’accusa cadde al momento della verifica dei guanti rilevati nella scena del crimine. Essendo troppo piccoli per le sue mani, il giocatore venne assolto dividendo l’opinione pubblica in due fazioni ben distinte. L’intera storia è divenuta poi protagonista della celebre Serie Tv antologica American Crime Story diretta da Ryan Murphy.
Nel 2008, però, O. J. Simpson tornò nuovamente di fronte a un giudice, stavolta per rapina a mano armata. Condannato a 33 anni, il giocatore riuscì a essere liberato nel 2017 ottenendo la libertà vigilata.
Soltanto poche ore fa, la notizia sconvolgente: O. J. Simpson è morto all’età di 76 anni. A dare la notizia è stata la famiglia del giocatore attraverso un comunicato social:
Nostro padre, Orenthal James Simpson, ha ceduto alla sua battaglia contro il cancro. Era circondato dai suoi figli e nipoti. Durante questo periodo di transizione, la sua famiglia vi chiede di rispettare i loro desideri di privacy e grazia. La famiglia Simpson
Il comunicato social della famiglia di O. J. Simpson
La causa del decesso ha dunque a che fare con la lunga malattia che da anni annientava, ancora una volta, la vita di O. J Simpson, uno dei personaggi pubblici più discussi degli ultimi anni. Un giocatore maledetto di cui, certamente, non ci dimenticheremo facilmente.