Orange Is the New Black, creata da Jenji Kohan, è stata una delle prime serie tv originali Netflix ad ottenere un grande successo. La dramedy era ispirata alla vera storia di Piper Kerman, che è stata condannata nel 2004 a trascorrere 15 mesi in un penitenziario di Danbury per aver riciclato denaro sporco. Partendo dalle sue memorie, Jenji Kohan ha sviluppato una storia agrodolce che ha raccontato la quotidianità nelle carceri statunitensi e i soprusi della polizia penitenziaria. Orange Is the New Black è andata avanti per sette stagioni, riuscendo a fare breccia nei cuori degli spettatori e ad ottenere buone recensioni da parte della critica. Ha ricevuto inoltre nel corso degli anni diverse nomination alle premiazioni più importanti dedicate al piccolo schermo, riuscendo a vincere quattro Critics’ Choice Television Award e due Emmy Awards. La serie tv ha fatto prendere il volo alla carriera di diverse star come Laura Prepon e Natasha Lyonne. Tuttavia, secondo quanto è emerso di recente, alcuni degli attori, che vestivano i panni di personaggi secondari, non hanno ottenuto molto dal successo della serie tv.
Alcune star del cast di Orange Is the New Black hanno confessato di aver ricevuto delle paghe molto basse per il loro lavoro nello show.
Lo sciopero degli attori, che è stato proclamato dal sindacato statunitense della SAG-AFTRA, sta portando a galla diverse narrazioni sui compensi che le star avrebbero ottenuto negli anni dai loro prodotti di successo. Sarebbe emerso che ad intascarsi la maggior parte dei guadagni sono gli Studios, mentre in molti casi gli sceneggiatori e gli attori non otterrebbero dei guadagni in proporzione alla popolarità dei loro show. Questa è una delle motivazioni che ha spinto la SAG-AFTRA a far partire la protesta che rischia di paralizzare Hollywood. Per sostenere le rivendicazioni del sindacato, l’attrice Kimiko Glenn ha ripubblicato un vecchio video nel quale mostrava come avesse guadagnato soltanto $ 27,30 per aver partecipato a 45 episodi di Orange Is the New Black. Nei commenti al suo post di Instagram diversi colleghi hanno commentato, ricordando come al tempo fossero costretti a fare un doppio lavoro perché Netflix non li pagava abbastanza per recitare nello show. Matt McGorry, che interpretava l’ufficiale penitenziario John Bennett, ha scritto ad esempio:
“Ho mantenuto il mio secondo lavoro per tutto il tempo in cui ero nello show perché pagava meglio del programma televisivo di grande successo di cui facevamo parte (e so che molti di noi hanno mantenuto i nostri lavori)”
Ha commentato anche Beth Dover, che ha ricordato come sia stata costretta a pagare di tasca sua tutte le spese di viaggio che ha dovuto affrontare per fare parte della serie. Ha ripetuto anche in un reportage condotto dal New Yorker che il cast “non è stato equamente pagato” e che Netflix giustificava le paghe da fame degli attori facendo riferimento a dei vincoli finanziari. In realtà il colosso dello streaming ricorreva a un meschino escamotage, attribuendo a questi attori il titolo di “guest star ricorrenti”, per poterli pagarli meno delle star principali. Emma Myle, che ha interpretato la tossicodipendente Amish Leanne Taylor per sei stagioni, ha aggiunto:
“Potevano e volevano pagarci il minimo indispensabile, e non c’era davvero spazio di manovra”.