Queen Charlotte ha dimostrato quanto la leggerezza e il romanticismo dell’universo narrativo di Bridgerton facciano ancora presa sul pubblico. Lo spin-off targato Netflix che ha raccontato l’appassionata storia d’amore della regina Charlotte e del re George III sta conquistando, infatti, un grande successo. In attesa della terza stagione di Bridgerton, sono stati Corey Mylchreest e India Amarteifio a far sognare i fan della serie tv. Shonda Rhimes non ne sbaglia una ed è riuscita a trovare l’idea giusta per produrre uno spin-off che si è rivelato all’altezza della serie originale, oltre che estremamente godibile. Non sono mancate però le polemiche: alcuni non hanno apprezzato la scelta di modificare la storia della sovrana realmente esistita e di farla interpretare da un’attrice nera. La creatrice e produttrice dello show ha deciso di intervenire per rispondere a chi ha accusato Bridgerton e lo spin-off di essersi concesso qualche licenza di troppo.
Cosa risponde Shonda Rhimes a chi storce il naso di fronte a Queen Charlotte?
Secondo la creatrice della serie, il suo show vuole essere una semplice opera di fantasia e per questo non deve attenersi completamente alla realtà storica. Shonda Rhimes ha deciso di partire da una figura realmente esistita e di piegarla in tutto e per tutto alle sue esigenze narrative. In un’intervista rilasciata a EW ha spiegato a proposito di Queen Charlotte:
“Questa non è una docuserie. Questa è una storia di finzione basata su dei fatti storici. La regina di cui stiamo raccontando la storia è la regina Charlotte così come l’abbiamo conosciuta in Bridgerton, non la regina Charlotte così com’era in Inghilterra. È stato davvero divertente allontanarsi da ciò che era reale e poi anche creare ciò che era necessario per la storia.”
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, Shonda Rhimes ha detto di aver fatto svariate ricerche in merito alla storia della sovrana inglese alla quale si è ispirata. Era presente inoltre sul set uno storico, che ha permesso agli sceneggiatori di avere una base da cui partire per capire quanto potessero allontanarsi dalla storia reale. Ha detto:
“Penso sempre che sia interessante vedere quanto siano disperate le persone nel dimostrare che qualcuno non era nero. Sembra essere un punto focale nella loro vita. Non lo capisco, ma per quanto mi riguarda ho davvero approfondito la ricerca sulla vera regina Charlotte. Avevamo uno storico meraviglioso che lavorava con noi e siamo entrati in quello che stava accadendo storicamente, in modo che potessi sapere quando mi stavo allontanando dalla realtà. Quindi, potevo allontanarmi di proposito, oppure potevo prendere una piccola cosa che avevo sentito dalla storia reale e trasformarla in qualcos’altro“.
Se c’è stato un elemento della vita dei due sovrani inglesi, che gli sceneggiatori hanno deciso di mantenere nella loro versione della storia è stato il disturbo di re George III, passato alla storia come “il re pazzo”. La creatrice di Queen Charlotte ha spiegato che si è impegnata per cercare di raccontare questo aspetto nel modo più rispettoso possibile:
“La storia non ha idea di cosa avesse George. Non sanno se si trattava di una malattia mentale o di una malattia fisica. Ci sono un sacco di opinioni diverse in merito. Volevo trovare un modo per ritrarre quello che stava succedendo a lui nello stesso modo in cui i dottori della sua epoca dovevano averlo visto. Non sanno cosa sia, ma volevo trovare un modo per rappresentarlo e farlo sembrare onesto. Volevo far sentire Corey autorizzato a interpretare quel personaggio in un modo che fosse rispettoso.”