Shonda Rhimes ha fatto centro ancora. L’ideatrice del medical drama di successo, la longeva e amatissima Grey’s Anatomy, aveva già avuto modo di confermare la sua capacità di creare contenuti di successo nel 2020, quando la messa in onda di Bridgerton aveva dato avvio a una nuova era della sua carriera, quella delle serie tv tratte dai romanzi. Ora, a distanza di tre anni, il cerchio si è allargato con la nascita di uno spin-off della serie in costume: si tratta di Queen Charlotte, il prequel di Bridgerton basato sulla storia della regina.
A pochi giorni dalla prima messa in onda, la serie si è già rivelata un successo, tanto da essere da alcuni considerata addirittura al di sopra della stessa Bridgerton. Il nuovo show si concentra sulla storia della regina Carlotta, un personaggio sicuramente noto ai fan del marchio Bridgerton che, però, appartiene al solo adattamento televisivo.
La regina, infatti, non era presente nei libri di Julia Quinn, e ha preso vita solo a seguito di un’idea vincente degli sceneggiatori che hanno deciso di introdurre il personaggio per il prodotto Netflix.
Una scelta che si è rivelata azzeccata, visto il successo del personaggio, che è riuscito addirittura a conquistarsi lo spazio per una storia tutta sua, approfondita e raccontata nella miniserie Queen Charlotte.
Il personaggio della regina aveva già attratto su di sé molte attenzioni al debutto di Bridgerton, dove fu il centro di una polemica per via del colore della sua pelle. La scelta dei produttori di inserire attori di colore nel cast, infatti, aveva suscitato dubbi e perplessità da parte di coloro che, in nome di una maggiore accuratezza storica, trovavano poco giustificabile la presenza di nobili di colore in una società, quale quello della Londra della Reggenza, in cui il razzismo era molto forte e i neri erano perlopiù relegati alla posizione di schiavi.
Fin da subito, tuttavia, emerse una verità storica che mise a tacere le polemiche: nella storia inglese, in realtà, esiste una regina su cui vi è da sempre il sospetto circa il reale colore della pelle. Proprio a questa sovrana, Carlotta di Meclemburgo-Strelitz, divenuta regina dopo il matrimonio con Giorgio III, si baserebbe il personaggio protagonista di Bridgerton e Queen Charlotte.
Certo, l’interpretazione che la serie Netflix da del personaggio è solo liberamente ispirata alla reale figura storica, come dimostrano le tante discrepanze presenti tra lo show e i libri di storia. La prima sostanziale differenza riguarda proprio il colore della pelle della regina, che storicamente in realtà viene ritenuto solo leggermente tendente al mulatto, in un ipotesi dello storico Mario de Valdes y Cocom, mai realmente validata, che ritiene che la regina avesse lontane discendenze africane.
Lo showrunner Chris Van Dusen, il primo a proporre l’idea di inserire il personaggio della regina, ha però chiarito in un’intervista quanto poco rilevante sia ai fini della serie scoprire la verità su questo dubbio: «Non verrà mai provato né smentito, ma se poniamo che fosse nera e la gente, in quel momento storico, lo riconosceva, e lei usava quella posizione per portare altre persone di colore a ruoli sociali più elevati?».
Una piccola incertezza storica, dunque, diventa il motore che alimenta un racconto più ambizioso, che prova a domandarsi il reale impatto che una regina di colore in quell’epoca avrebbe potuto avere se realmente esistita.
Ciò che di certo sappiamo su Carlotta di Meclemburgo-Strelitz è che la donna, nata nel 1744 era una giovane erede di una famiglia con titoli nobiliari, figlia di un duca tedesco e di una principessa sassone, che acquisì il titolo di regina consorte a seguito del matrimonio con re Giorgio, avvenuto a soli 17 anni e combinato dai genitori. Dall’unione con il re nacquero ben 15 figli, 13 dei quali sopravvissero fino all’età adulta, proprio come ci mostra lo show Netflix.
La storia racconta di un matrimonio tendenzialmente felice, un amore sincero che si sviluppò tra i due coniugi dopo le nozze. Come mostrato in Queen Charlotte, però, ben presto una malattia arrivò a scombussolare gli equilibri familiari e del regno.
Bridgerton e Queen Charlotte, infatti, ci mostrano un altro elemento storicamente ispirato, in riferimento questa volta al consorte di Carlotta, Giorgio III, di cui le serie fanno trapelare esplicitamente il disturbo mentale. In realtà una diagnosi certa della malattia del sovrano non fu mai data, ma gli storici sono concordi nel ritenere che egli soffrisse di una qualche malattia che gli causava episodi di violenza e comportamenti imprevedibili, spesso etichettati come pazzia.
Il primogenito della coppia divenne dunque principe reggente, mentre la regina Carlotta venne investita del ruolo di tutore del re, continuando a occuparsene fino alla morte.
La storia non potrà mai dirci con certezza se il grande romanticismo che Queen Charlotte vuole ritrarci dietro la storia d’amore di questi due reali sia veramente esistito, ma ciò su cui gli studiosi sembrano concordare è che l’amore della coppia fu solido e vero, tanto da riuscire a superare anche gli ostacoli dati dalla malattia.