Ricky Gervais è un grande provocatore: la mente dietro serie di grande successo come The Office e la struggente Afterlife ama sconvolgere il pubblico con le sue uscite politicamente scorrette. Pensiamo a quando presentò gli scorsi Golden Globes, trasformando la serata in una doccia fredda per tutti i vip presenti in sala, travolti e in alcuni casi tramortiti dalle sue battute al vetriolo.
Ma il comico inglese si è letteralmente superato in una recente intervista al Daily Star, durante la quale ha dichiarato di avere dei programmi alquanto fuori dal comune per dopo la sua morte. Ha infatti detto di non essere affatto preoccupato per il destino del suo corpo dopo la sua morte, e che per quanto lo riguarda il suo sogno è essere divorato dai leoni.
Proprio così: Ricky Gervais è ufficialmente folle, ma lo amiamo per questo.
Non mi importa del mio corpo fisico. Datemi pure in pasto ai leoni… Mi immagino il mio cadavere buttato nella gabbia dei leoni allo zoo e la gente, i turisti, tutti a dire “Ma è quel cretino di The Office?”, mentre i leoni mi masticano. Mi piace l’idea di essere mangiato dai leoni, che fanno morsi delicati e si dividono i miei testicoli, uno a testa. Sarebbe un po’ come Lilli e il vagabondo: due leoni che divorano i miei testicoli. Brillante. Non c’è niente di male a essere morti. La cosa migliore della morte è che tu non sai di esserlo.
Ricky Gervais non ha parlato solo della sua concezione, comicamente e ferocemente laica, della morte, di cui peraltro ci aveva dato un assaggio nella stupenda Afterlife. Ha attaccato duramente anche la cancel culture, definendola il nuovo fascismo.
C’è una sorta di fascismo strisciante in questa ondata di persone che pensano di poter decidere cosa puoi o non puoi pensare. Le stesse persone che blaterano di libero pensiero si sentono in dovere di dire cose orribili tutto il tempo. Se sei di sinistra moderata sei Trotsky, se sei un conservatore moderato ti paragonano a Hitler e se sei di centro ti danno del codardo. Solo perché sei offeso non significa che hai ragione.