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Condannato all’ergastolo l’attore di Riverdale che ha ucciso sua madre

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E’ finita. Una delle vicende giudiziarie più drammatiche che abbia mai visto la luce nel mondo del cinema e delle serie tv si è conclusa oggi, e si è conclusa come era prevedibile si concludesse. Ryan Grantham, già attore della famosissima serie Riverdale, è stato condannato all’ergastolo per l’uccisione di sua madre, una donna di 64 anni di nome Barbara Waite. L’omicidio è avvenuto nel 2020, e il 31 marzo 2020 l’attore era stato accusato dell’omicidio di Barbara, a seguito del fatto che lui stesso si era presentato spontaneamente alla polizia dicendo di aver ucciso la donna con un colpo di pistola alla nuca.

Una storia oscura e terribile, che poteva avere conseguenze ancor peggiori di quelle già tragiche verificatesi: l’attore non si sarebbe voluto fermare all’omicidio della madre ma stava pianificando anche l’omicidio del primo ministro canadese. E non solo. L’idea di Ryan Grantham, stando a quanto riportato, era quella di commettere una sparatoria di massa alla Simon Fraser University di Vancouver, o in alternativa sul Lions Gate Bridge.

Nel marzo di quest’anno l’attore aveva mostrato dispiacere per l’accaduto:“Di fronte a qualcosa di così orribile, chiedere scusa mi sembra così inutile“, aveva dichiarato alla corte di Vancouver, aggiungendo: “Ma da ogni fibra del mio essere, voglio dire che mi dispiace.”

Ora l’attore di Riverdale dovrà scontare l’ergastolo, con la possibilità tuttavia di richiedere la libertà condizionale dopo 14 anni trascorsi dietro le sbarre.

Una storia che definire orribile è estremamente riduttivo: una storia inquietante, terrificante, che purtroppo però corrisponde alla realtà di quel che è successo. La storia di Ryan Grantham è stata molto discussa anche per i risvolti macabri a essa connessi: l’attore dopo aver ucciso la madre ne aveva filmato il corpo e aveva poi confessato in aggiunta di essere l’autore dell’omicidio. Qualcosa di veramente aberrante.

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