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Salvatore Esposito è uno dei più grandi attori italiani del momento. Lanciato da Gomorra (che tornerà a novembre), di cui è protagonista assieme a Marco D’Amore ormai da molti anni, l’interprete di Genny Savastano ha poi partecipato anche a serie tv estere di livello internazionale come Fargo. Intervistato da Il Giornale, Salvatore Esposito ha mostrato un po’ di fastidio rispetto a come ancora venga considerato in Italia, nonostante un successo che ha ormai varcato anche le soglie dei confini del Belpaese. Prima di concentrarsi su se stesso, però, Salvatore Esposito ha parlato anche di Gomorra e di quanto non corrisponda minimamente alla realtà di Napoli a tutto tondo, come erroneamente alcuni pensano. Ecco le sue parole:
“Gomorra non è Napoli. In realtà è una storia che parla delle periferie del mondo. Quelle di cui si parla solo durante le campagne elettorali. Poi nessuno fa mai nulla, ed è quello che raccontiamo. Se si guarda in giro, tutte le periferie del mondo sono abbandonate a loro stesse: sono abbandonate dalle istituzioni, da tutti quelli che vanno a chiedere voti senza restituire poi nulla. E sono in mano alle delinquenze, il nome non cambia la sostanza. Noi le chiamiamo camorra, mafia, n’drangheta, da altre parti hanno altri nomi. Ma alla fine sono tutte uguali”.
Salvatore Esposito è poi passato a parlare di se e della sua carriera, evidenziando come in Italia non ottenga la stessa considerazione che ha ottenuto all’estero per il suo lavoro di attore: “Vengo ancora percepito come un giovane attore italiano che ha avuto successo con una serie Tv, mentre in altri Paesi sono già considerato una giovane star internazionale. E questo mi dà accesso a percorsi diversi. Per dire: ho partecipato a progetti come Fargo, mentre qui sembra sempre che debba dimostrare ancora qualcosa. Come se non fosse mai abbastanza. Io so bene che non è abbastanza, che c’è sempre da imparare. Però…”.
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