Quali serie tv sono state cancellate nelle ultime settimane? Scopriamolo insieme con un nuovo appuntamento con la nostra rubrica mensile.
Come è andata a gennaio? Le serie tv cancellate sono state “solo” cinque, ma pesano fortemente i nomi coinvolti. Tutte le serie tv cancellate nelle ultime settimane, infatti, si erano presentate al grande pubblico con premesse molto diverse. Troviamo, allora, un nome che sembra molto difficile associare a un’idea di fallimento: Frasier. Il sequel della storica comedy, una delle migliori di sempre, è stata cancellata da Paramount+ dopo due stagioni.
Tuttavia, dovrebbe esserci lo spazio per un potenziale recupero da parte di un’altra piattaforma.
Pesano, tra le serie tv cancellate, anche gli addii prematuri a Teacup, presentata più che generosamente da Stephen King e apprezzata dalla critica, e The Franchise, comedy sulla quale HBO aveva scommesso con grande forza. E ancora: mistero intorno a The Completely Made-Up Adventures of Dick Turpin, cancellata dopo esser stata rinnovata inizialmente da Apple Tv+ (e con gran parte della seconda stagione già pronta, a quanto pare), e Harlem, prossima alla conclusione dopo tre stagioni.
Detto questo, possiamo procedere.
La loro avventura finisce qui: 5 Serie Tv che sono state cancellate nelle ultime settimane
- Frasier (cancellata da Paramount+ dopo due stagioni. La sua avventura, tuttavia, potrebbe riprendere grazie all’intervento di un altro network: tra le favorite, Prime Video e Hulu).
- Teacup (cancellata da Peacock dopo una sola stagione. Peccato: Stephen King aveva presentato la serie tv con grandissimo entusiasmo).
- The Completely Made-Up Adventures of Dick Turpin (cancellata a sorpresa da Apple Tv+ dopo una sola stagione: secondo più fonti, la cancellazione sarebbe arrivata dopo aver girato gran parte della seconda stagione).
- Harlem (la serie tv è stata cancellata da Prime Video dopo tre stagioni. La terza è ancora inedita).
- The Franchise (cancellata da HBO dopo una sola stagione. Il suo arrivo in Italia era stato accolto con l’impegnativa etichetta della “Boris americana”).