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Servant – M. Night Shyamalan si difende in aula: «Un malinteso al 100%»

Il regista M. Night Shyamalan si è difeso dalle accuse di plagio sulla serie Servant

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Secondo Variety, M. Night Shyamalan ha testimoniato mercoledì 22 gennaio affermando che lui e i suoi collaboratori non hanno rubato idee per Servant. Il regista (presente nella lista dei registi di cinema che almeno una volta si sono piaciuti fin troppo) ha affermato infatti, contrariamente all’accusa, di non aver preso spunto da personaggi o concetti dal film indipendente The Truth About Emanuel di Francesca Gregorini del 2013. L’accusa nasce dal fatto che anche il film, come la serie, parli di una donna e la sua ossessione per la sua bambola reborn. M. Night Shyamalan si è rivolto ai giurati dicendo che la controversia è “chiaramente un malinteso al 100%. Questa accusa è l’esatto opposto di tutto ciò che faccio e di tutto ciò che cerco di rappresentare”. Quando gli è stato chiesto se avesse copiato qualcosa dal film, il regista ha risposto: “Assolutamente no”.

La Gregorini, non molto tempo dopo la presentazione della serie nel 2019, ha intentato una causa contro Apple, M. Night Shyamalan e altri che lavoravano dietro le quinte di Servant (qui 5 motivi per amare Sean Turner). Gregorini ha sottolineato che la serie condivide molti elementi chiave con il suo film, che secondo lei sono stati consapevolmente presi direttamente da il suo lavoro. Il processo è iniziato il 14 gennaio dopo anni di attesa per un aggiornamento del caso. Nella sua testimonianza resa quel primo giorno di tribunale, la Gregorini ha detto di essere rimasta “scioccata” dal trailer di Servant, spiegando che “non poteva credere” a ciò che ha visto sullo schermo. “Ho praticamente visto che avevano preso il mio film e… lo avevano rifatto.”

Le accuse della Gregorini

La Gregorini ha aggiunto che le singole inquadrature e sequenze di The Truth About Emanuel erano fedelmente riprodotte in Servant. Ecco le sue parole esatte in merito alla causa:

“Mi sono resa conto che facendo causa avrei lottato per me stessa, per quello che mi è successo, ma anche per altre persone che forse, per qualsiasi motivo, non sono riuscite a farsi strada in tribunale. Non puoi prendere il lavoro di qualcun altro, riutilizzarlo, dargli un nome tuo e non dare credito o compenso alla persona che lo ha realizzato”.

In attesa di nuovi sviluppi, noi vi lasciamo con una domanda: ma cosa sta succedendo a Shyamalan?

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