Sex Education è tornata di recente sulla piattaforma di streaming Netflix con la terza stagione che sta ricevendo pareri discordanti dal pubblico. Se infatti alcuni stanno adorando le nuove puntate, altri stanno trovando questi episodi davvero deludenti. La serie tv affronta in maniera leggera ma efficace il tema dell’educazione sessuale e sentimentale, raccontando le avventure amorose di un gruppo di giovani studenti inglesi. Proprio come aveva fatto Sex and the City negli anni ’90, anche Sex Education vuole infrangere i tanti tabù che sono ancora troppo diffusi sul sesso con l’arma dell’ironia. Per questo motivo Netflix quando ha organizzato la massiccia campagna di promozione della nuova stagione, ha deciso di affiggere in varie città una serie di manifesti che con i frutti alludevano agli organi sessuali. Solitamente le geniali campagne pubblicitarie di Netflix vengono apprezzate: ricordate quando comparve quel manifesto che sembrava denigrare l’azienda? Questa volta invece i manifesti pubblicitari affissi a Milano hanno scatenato una grossa polemica che ha coinvolto anche la politica.
Alcuni cittadini si sono infuriati asserendo che i poster della nuova stagione di Sex Education potrebbero turbare i più giovani.
Nei giorni scorsi sono comparsi nella metropolitana di Cadorna a Milano degli enormi manifesti pubblicitari in cui c’erano un’ostrica, un’arancia, una ciliegia e una banana che alludevano alle forme degli organi sessuali. Le immagini erano accompagnate da uno slogan molto chiaro: “Se la vediamo in forme diverse è perché non ce n’è una sola.” Se alcuni hanno apprezzato questa campagna pubblicitaria, altri hanno storto il naso davanti a queste immagini ritenute dai puritani troppo esplicite. Non sono stati solo alcuni cittadini ad essersi infuriati, ma anche alcuni esponenti della politica. Barbara Mazzali, consigliere regionale di Fratelli d’Italia e candidata alle elezioni comunali di Milano, ha duramente attaccato i poster di Sex Education. La consigliera ha espresso la sua preoccupazione per i bambini e i ragazzini che potrebbero scandalizzarsi davanti a simili immagini. Ha detto:
“Le immagini giocano su un’ambiguità, accompagnata dalla seguente scritta: “Se la vediamo in forme diverse, è perché non ce n’è una sola. Ognuna è perfetta. Anche la tua. Tale frase, ogni volta, ricorre accanto a vari frutti che alludono alle forme delle parti intime maschili e femminili. Per l’amministrazione Sala è normale tutto questo? È accettabile che simili poster siano sotto gli occhi di tutti, bambini e ragazzini compresi? L’educazione sessuale deve essere in capo alla famiglia.”
Barbara Mazzali non è stata l’unica a indignarsi per questa campagna pubblicitaria. Anche alcuni esponenti dell’Associazione Pro Vita e Famiglia hanno scritto sul proprio sito un post in cui attaccavano duramente i poster, arrivando addirittura a parlare di “un abbattimento di ogni freno e ogni criterio di decenza”. Ecco cosa hanno scritto:
“Al di là di ciò che è conveniente dire o meno, è indubbio come una ipersessualizzazione delle pubblicità e dei manifesti un problema lo pone; e non solo in termini di cattivo gusto, bensì proprio concettuali: è forse una ‘educazione sessuale’, questa? Ha senso chiederselo, dato che la serie che questi manifesti promuovono si chiama appunto Sex Education. Ebbene, la risposta pare possa essere solo una, e cioè quella negativa. La già citata ipersessualizzazione – in questo caso veicolata con una genitalizzazione delle immagini – di educativo pare avere ben poco. A meno che, ovvio, non si consideri educativo l’abbattimento di ogni freno e di ogni criterio di decenza, ma in quel caso sarebbe bene intendersi, allora, su quale sia il senso della parola educazione“.
Siamo certi che i responsabili della campagna pubblicitaria della serie di Netflix non si sarebbero mai aspettati che questi poster potessero essere oggetto di critiche così feroci e scatenare un tale putiferio. Voi cosa ne pensate? Trovate che siano così di cattivo gusto questi poster della terza stagione di Sex Education?