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Verónica Sánchez in difesa della serie Netflix: «Se Sky Rojo banalizza la prostituzione, La Vita È Bella banalizza il nazismo»

Sky Rojo
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Sky Rojo è una di quelle serie tv originali Netflix che da subito è stata in grado di farsi notare. La prima stagione è uscita a marzo di quest’anno (se non avete ancora avuto occasione di leggerla, vi consiglio di dare un’occhiata alla nostra recensione, che potete trovare qui), e il successo è stato tale da fare uscire la seconda il prima possibile. Rilasciata giusto in questi giorni sul catalogo Netflix Italia (vi consigliamo di dare comunque un’occhiata al trailer, prima della visione) ci darà la possibilità di rivedere le tre protagoniste, Verónica Sánchez, Lali Espòsito e Yany Prando, alle prese con nuove avventure e nuovi tentativi di raggiungere la loro libertà.

Sky Rojo si concentra sulle tre protagoniste, ovvero Coral, Wendy e Gina. Le tre sono prostitute, e decideranno di scappare dal locale/bordello dove lavorano e dal loro sfruttatore, Romeo (interpretato da Asier Etxeandia). Saranno comunque inseguite da lui e dai suoi scagnozzi, ovvero Christian (interpretato da Enric Auquer) e Moisés (interpretato da Miguel Angel Silvestre, già conosciuto come Lito in Sense8). Le tre donne intraprenderanno un viaggio incredibilmente caotico e rocambolesco, nel quale dovranno affrontare pericoli di vario genere.

Sky Rojo è stata ideata dagli stessi autori de La Casa De Papel, perciò dobbiamo ammettere che, nonostante l’idea interessante, il salto nell’universo trash è avvenuto quasi in automatico. Alla fine della prima stagione avevamo lasciato le nostre protagoniste ferite e acciaccate, dopo essere tornate al bordello che a lungo le ha viste prostituirsi per recuperare i loro documenti. È dunque probabile che la seconda stagione ripartirà da qui, con un sogno di libertà che si allontana da loro ancora una volta.

Come spesso ci è capitato di vedere nelle serie tv spagnole, anche Sky Rojo si lancia in un racconto che ama gli eccessi. Sia a livello linguistico che drammaturgico, passando per la messa in scena; tutto urla eccesso. In questo caso specifico, la scelta di ritrarre come eroine pulp donne sfruttate, spesso violentate fisicamente e abusate mentalmente comporta che si vada in qualche modo a normalizzare, tramite il medium del piccolo schermo, la tossicodipendenza, delle pratiche sessuali pesanti e la prostituzione intesa come business.

Dato questo, non sorprende che Sky Rojo sia stata accusata di essere una serie tv che mira a banalizzare determinati temi, dando un’idea affascinante e quasi glamour delle prostituzione e della tratta di esseri umani.

Su queste accuse si sono fatte avanti proprio le stesse attrici, secondo le quali questo genere di accuse e critiche dovrebbero essere indirizzate anche a tutti quei film e serie tv che parlano di tematiche scabrose e dolorose e che invece scelgono di trattarli con una certa leggerezza.

Il tutto è avvenuto durante un’intervista a El Mundo. Verónica Sánchez, interprete di Coral in Sky Rojo, ha risposto a tono a questo tipo di accuse, lanciandosi però in un paragone quanto meno azzardato. L’attrice ha infatti dichiarato: “Non credo che raccontandolo in questo modo si banalizzi questo problema, mi sembra che questo ragionamento ci porti ad una visione piuttosto conservatrice perché poi si potrebbe sostenere che se Sky Rojo banalizza la prostituzione, La Vita è Bella o Jojo Rabbit banalizzano il nazismo. Avere un solo modo di raccontare ci impoverisce. Commedia e azione sono di solito generi leggeri, ma qui raggiungono molte persone perché sono facili da guardare. Le cifre dicono che quando si fanno documentari e cinema sociale, che adoro, le cifre sono molto basse. Quindi forse questa è la strada per arrivarci“.

Un paragone decisamente forzato, che nella realtà dei fatti non mostra nessuna attinenza tra le due parti. Certo Sky Rojo non avrà la pretesa di presentarsi come una serie tv educativa, ma metterla a confronto con film di spessore che parlano di tematiche storiche di una certa importanza è esagerato e sbagliato su più fronti. Se da una parte i due film mirano a mettere in ridicolo l’immagine dei nazisti accentuando al tempo stesso la capacità dei protagonisti di rimanere umani in situazioni che li vorrebbero portare al lato opposto, la serie tv spagnola si concentra sull’oggettificazione delle protagoniste, in un contesto di generale ridicolizzazione.

Secondo Lali Espòsito, inoltre, Sky Rojo mirerebbe a influire sul comportamento del pubblico in una maniera diversa rispetto alla classica denuncia sociale. Dichiara infatti: “Se la serie fa sì che un ragazzo di 16 anni decida di non andare a prostitute o di pensarci su due volte a cosa vivono queste donne prima che il patriarcato lo spinga a farlo, la nostra missione è compiuta“.

Quali sono, invece, le vostre opinioni su Sky Rojo?

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