Speravo de morì prima, la serie su Francesco Totti, sta già smuovendo le prime critiche. D’altronde c’era da aspettarselo, quando si sceglie di rappresentare sul piccolo schermo le vicende umane di sportivi ancora vivi e vegeti. Chissà cosa causerà la serie di prossima realizzazione sul complotto ai danni di Alex Schwazer (ve ne abbiamo parlato qui). Di sicuro Speravo de morì prima è una delle serie più chiacchierate del momento, insieme a Leonardo (qui vi abbiamo parlato dell’attendibilità storica di una scena). Qui trovate invece il trailer di Zero, la nuovissima produzione Netflix ambientata nelle periferie con protagonista un particolare supereroe.
Speravo de morì prima si è attirata le critiche di un protagonista della parabola umana e sportiva di Francesco Totti: il suo ex amico fraterno Antonio Cassano. Durante una diretta Twitch sul canale di Bobo Vieri Antonio Cassano ha criticato la propria rappresentazione nella serie:
“Prima di tutto non somiglia a me. La realtà, poi, non c’entra niente con la serie. É stata distorta. Ci vogliono 10 anni per raccontare quello che ho fatto a Roma e quello che si è fatto a Roma. Quando lui ha dovuto prendere decisioni importanti io non c’ero già più, lui aveva rinnovato nel 2004 e aveva ancora 3 anni di contratto”.
Secondo Antonio Cassano, Speravo de morì prima non racconta fedelmente la storia della lite tra lui e Francesco Totti, motivo che ha portato all’abbandono di Roma e all’entrata nel Real Madrid, oltre alla chiusura totale della loro amicizia. Nella serie Antonio Cassano, interpretato da Gabriel Montesi, viene accolto in casa Totti da Francesco e ospitato lì come un fratello (e fin qui, anche secondo la versione dello stesso Cassano, è tutto vero). Ma secondo lui l’interpretazione del loro rapporto nella serie è stato falsato:
“La convivenza? Ringrazierò per sempre la madre, il padre e Francesco perché mi hanno trattato come un figlio. Ma l’invadenza che appare nella serie non c’era assolutamente. La serie è bella perché è sul mio amico, ma in alcune occasioni non ne esco bene e mi hanno fatto apparire in un modo che non mi è piaciuto”.
Antonio Cassano viene ospitato a Roma da Francesco Totti e vive sotto la sua ala protettiva, ma la convivenza e l’amicizia finiscono bruscamente quando l’assegno dello stipendio di Cassano sparisce misteriosamente dalla casa. Furioso, il calciatore barese attacca tutti: Francesco, la domestica, non sapendosi spiegare cosa sia avvenuto, e decide di andarsene, interrompendo per sempre i rapporti con il calciatore romano. Nella serie tv viene mostrato che alla fine l’assegno viene ritrovato da Cassano all’interno della propria macchina: per orgoglio, non volendo ammettere il suo errore, non tornerà sui suoi passi e il resto, come si dice, è storia.
Antonio Cassano ha descritto così il suo rapporto con Francesco Totti, che a suo dire non è stato descritto in maniera appropriata in Speravo de morì prima:
“Eravamo come fratelli. Quando ho saputo che avrei avuto la possibilità di andare a giocare nella Roma, dissi alla Juventus che andavo nella capitale perché Francesco era il mio idolo”.
Così spiega il motivo del litigio: un movente economico, ma diverso da quello mostrato in Speravo de morì prima:
“Dovevo rinnovare il mio contratto con la Roma, sia Totti che Montella avevano già rinnovato. Sfortunatamente per me, il Presidente Franco Sensi in quel periodo non stava bene e la figlia prese in mano la situazione. Io venivo da una stagione da 21 gol e avevo un accordo fatto con una stretta di mano con il presidente, ma Rossella Sensi mi disse che avrei guadagnato quanto Montella. Gli stessi soldi? No! Io non giocavo più, andai negli spogliatoi e urlai contro di loro, mi avevano truffato. Non parlai più con loro per 4 anni“.
Non contento, Antonio Cassano non è convinto del tutto neanche dagli attori di Speravo de morì prima:
“L’attrice che fa Ilary più o meno le somiglia, ma Totti [Pietro Castellitto, ndr] invece sembra Perin. Poi il Pupone non è così: lo hanno fatto passare come uno che parlava sempre, invece lui non parlava quasi mai. Quando gli allenatori nello spogliatoio chiedevano ‘il capitano deve dire qualcosa?’ lui faceva cenno di no con la testa”.
Cosa ne pensate delle parole di Antonio Cassano? Avete già visto Speravo de morì prima?