Squid Game ha anche un po’ di Italia: pare che il protagonista del k-drama del momento, Lee Jung-Jae, oltre a fare l’attore possieda anche una catena di ristoranti italiani. La serie Netflix, che continua a spopolare e a macinare record, sta anche attirando numerose polemiche. Non solo per la qualità della recitazione di alcuni interpreti (che si sono discolpati così), ma soprattutto per i contenuti violenti, al punto che nel nostro paese è stata lanciata una petizione per cancellarla (ve ne abbiamo parlato in questo articolo).
L’attore della Corea del Sud, che ha iniziato la carriera prima come modello e successivamente come attore, possiede una catena di ristoranti italiani a Seoul di nome Siworae (“mare” in coreano). Lee Jung-Jae è decisamente pieno di risorse: non solo li gestisce, ma anche curato personalmente gli arredi grazie ai suoi studi artistici conseguiti dopo la laurea. L’ambiente viene definito moderno e informale, pensato per attrarre un pubblico giovane e fargli provare l’esperienza della ristorazione italiana, apprezzata in tutto il mondo.
Alle pareti sono appesi ritratti delle principali star del cinema italiano: da Gina Lollobrigida a Raffaella Carrà, ma anche star internazionali che hanno in comune con l’Italia la location dei loro film più famosi (ad esempio Audrey Hepburn, iconica principessa ribelle in Vacanze romane). Come suggerisce il nome, i ristoranti di proprietà della star di Squid Game sono specializzati nella cucina di pesce: ma naturalmente va forte anche il piatto italiano per eccellenza, la pizza.
Ora che Squid Game l’ha reso una star mondiale, chissà se Lee Jung-Jae avrà ancora il tempo di occuparsi dei suoi ristoranti: a maggior ragione dopo che sono iniziate a circolare voci di un rinnovo della serie da parte di Netflix.
Lo storico successo di Squid Game riecheggia l’ascesa del suo predecessore, il film distopico di fantascienza Battle Royale del 2000, che non solo ha reso popolari i “giochi di morte” nella versione orientale, ma è stato anche un successo travolgente a sorpresa. – Il modo in cui i giocatori muoiono in Battle Royale è più brutale anche delle morti più memorabili di Squid Game, il che è impressionante se si pensa che è stato rilasciato più di 20 anni fa.
Il creatore di Squid Game Hwang Dong-hyuk ha raccontato di essere stato rifiutato dagli studi televisivi per 10 anni a causa del bizzarro concetto dello show: una storia simile a quella di Battle Royale, tratto da un libro del 1999 e per anni stroncato dalla critica per le sue rappresentazioni grafiche e creative della violenza. Il film cult del 2000 ha praticamente posto le basi per la realizzazione di di serie e film che seguono il filone dei giochi di morte, come Alice in Borderland, 3%, As The Gods Will, GANTZ e Squid Game. Ma mentre molti i questi titoli sono caduti nel dimenticatoio, Squid Game, primo esperimento k-drama di questo genere, ha ottenuto un successo mondiale.
Proprio il successo trainante della serie coreana potrebbe aprire le porte a una stagione di nuove serie coreane prodotte da Netflix: staremo a vedere se sarà così.