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Dire che il cinema può essere influenzato dalla realtà è cosa ovvia, ma spesso non si pensa al profondissimo impatto che il cinema può avere sulla realtà e sulla percezione di essa da parte degli spettatori. E chi può saperlo meglio di Steven Spielberg, uno dei registi più importanti e influenti di tutti i tempi? Il regista, infatti, si è trovato a ripensare con rimpianto ad uno dei suoi più grandi successi alla luce dell’inaspettata catena di eventi a cui ha dato origine.
Stiamo parlando dell’iconico film Lo Squalo, tratto dal romanzo best seller di Peter Benchley e diretto da Spielberg nel 1975, attualmente disponibile su Netflix, Amazon Prime Video e Now. Il film, in cui un gruppo di bagnanti in villeggiatura nell’immaginaria isola di Amity subisce gli attacchi di un minaccioso squalo bianco, ebbe un successo clamoroso al botteghino e si aggiudicò tre premi Oscar. Riconoscimenti a parte, Lo Squalo fu un vero e proprio spartiacque nella storia del cinema: non solo esso ha rivoluzionato per sempre il modo di concepire il genere thriller, ma è ad oggi considerato come il prototipo del blockbuster estivo.
Forse, però, non tutti sanno che il film ha significativamente influenzato in maniera negativa la percezione degli squali da parte delle persone, restituendo un’immagine dell’animale molto più pericolosa di quanto non sia nella realtà. Lo Squalo spaventò così tanto gli spettatori da far registrare una riduzione del numero di persone sulle spiagge, finendo addirittura col minare il turismo balneare. Tuttavia, il film ebbe una conseguenza più grave, perché gli squali divennero oggetto di una caccia indiscriminata.
Secondo uno studio condotto sulla popolazione di squali, infatti, dai primi anni ’70 il numero di esemplari presenti in tutto il mondo è diminuito del 71%, proprio in concomitanza con l’uscita del film di Steven Spielberg
Nel corso di un’intervista per la BBC di qualche tempo fa, il regista ha dichiarato di rimpiangere di aver causato danni agli animali con Lo Squalo e ha affermato di essere sinceramente dispiaciuto per l’accaduto. “Sinceramente oggi rimpiango la decimazione della popolazione di squali, indirettamente causata dal libro e dal film. Mi dispiace davvero tanto.” Steven Spielberg ha inoltre mostrato di essere consapevole del preoccupante fenomeno della caccia agli squali. “Una cosa della quale ho ancora paura è che gli squali siano in qualche modo arrabbiati con me per aver scatenato la folle frenesia di caccia dei pescatori sportivi dopo il 1975“.
Ovviamente, la colpa non è tutta del film di Steven Spielberg, ma, anche se sono passati quasi cinquant’anni dall’uscita del film, la caccia agli squali è ancora un fenomeno molto attuale. Ad ogni modo, le scuse del regista sono state accettate dalla fondazione Shark Trust. “La pellicola ha portato a focalizzarsi su tutto ciò che gli squali non sono, invece di mostrare quanto siano meravigliosi“, ha affermato l’AD Paul Cox. “Ma il fatto che una celebrità come lui si pronunci a favore della sfida di comunicare agli spettatori un’immagine maggiormente positiva, è decisamente apprezzato“.
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