La terza stagione di Stranger Things si è conclusa lasciando i fan con un grande interrogativo sul destino di Jim Hopper. Negli ultimi minuti dell’episodio finale, lo sceriffo di Hawkins ha sacrificato la sua vita per permettere a Joyce di chiudere l’accesso al Sottosopra riaperto dai russi, ma i fratelli Duffer non hanno mostrato esplicitamente la morte dell’uomo.
Al contrario, i due creatori hanno contribuito ad aumentare la curiosità del pubblico aggiungendo una scena post-credit molto ambigua (di cui abbiamo parlato in questo articolo).
Nei pochi secondi dopo i titoli di coda, la storia è ambientata in una prigione sotterranea gestita dai russi. Questi ultimi si riferiscono a uno dei prigionieri chiamandolo “l’Americano”, e la scelta di questo appellativo fa supporre che il detenuto possa essere proprio lo sceriffo.
L’interprete di Jim Hopper ha parlato di tutto questo durante il Late Night Show di Seth Meyers.
Recentemente David Harbour ha partecipato allo show come ospite e, durante l’intervista, ha condiviso la sua opinione riguardo al futuro del suo personaggio nella quarta stagione di Stranger Things.
Ho sempre saputo che Hopper doveva fare un sacrificio. Vedi, è un idiota e doveva pagare per questo in qualche modo, quindi ho pensato che dovesse fare questo sacrificio. Poi è arrivata la sceneggiatura e c’era una scena post-credit con questa cosa dell’Americano e ho pensato “Oh, chiaramente sono io l’Americano”. E in seguito non ho ricevuto molte telefonate.
Durante le riprese della terza stagione, David Harbour era sicuro di conoscere le sorti di Hopper nel capitolo successivo ma, dopo aver terminato i lavori, non ha più ricevuto chiamate da parte della produzione. Così ha deciso di chiamare su FaceTime i fratelli Duffer durante l’intervista in diretta al Late Show with Seth Meyers.
David: Ho una domanda: sono morto? Hopper è morto?
Duffer Brothers: Stiamo ancora cercando di capirlo, David.
La conversazione è stata piuttosto breve e gli ideatori della serie non si sono sbilanciati sul futuro di Hopper ma, se volete guardare il resto dell’intervista, eccola qua