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Attenzione: evitate la lettura se non volete imbattervi in spoiler sulla terza stagione di Stranger Things
Quando si parla di serie tv, il traguardo è sempre ricordato più del percorso: è una costante e sono rare le eccezioni in questo senso. Succede allora che una delle migliori serie tv di tutti i tempi, fenomeno mediatico con pochissimi eguali e manifesto di una generazione seriale che ha invaso i social prima ancora che i social esistessero, sia diventata oggi, a più di dieci anni di distanza dalla sua contestatissima conclusione, più uno spauracchio che un esempio. Parliamo ovviamente di Lost, e al di là del fatto che in realtà la serie abbia avuto per moltissimi versi il miglior finale possibile (ne parliamo in questo approfondimento celebrativo), è innegabile che le contestazioni furono (e sono ancora) accesissime da parte di una percentuale significativa di spettatori e fan.
In questo contesto vanno inserite quindi le ultime dichiarazioni di David Harbour, interprete di Jim Hopper in Stranger Things. La serie in realtà non ha poi tanto da spartire con Lost, ma alcune affinità sono in qualche modo riscontrabili. E a pochi passi dalla fine la paura è una, su tutte: mettere ogni tassello al proprio posto, evitare buchi di trama e non lasciare per strada delle questioni irrisolte. L’attore l’ha detto esplicitamente, mentre era ospite del New York Comic Con:
“Stiamo cercando di andare avanti e assicurarci di avere un finale significativo e completo. Stiamo facendo del nostro meglio per non deludere i telespettatori. E non avere un finale come quello di Lost. La quarta stagione di Stranger Things è molto importante, chiarisce molte cose e pone le basi per la conclusione. Molti nodi verranno al pettine e pian piano tutto diventerà più chiaro. Ce la stiamo mettendo tutta”.
Riusciranno nell’intento? Staremo a vedere, ma una cosa è certa: ad avercene, di Lost. Anche con i suoi difetti.
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