Stranger Things 4 sta per volgere al termine: il primo luglio sulla piattaforma di streaming Netflix arriveranno le ultime due puntate. Il trailer ufficiale del volume 2 di questa avvincente stagione ci ha fatto fremere e non vediamo l’ora di scoprire cosa i fratelli Duffer hanno preparato per noi in questo ultimo appuntamento. La storia di Eleven e del Sottosopra però non è ancora finita e la serie è stata infatti già rinnovata per una quinta e ultima stagione. Questa serie a ogni modo ha lanciato la carriera di tanti attori talentuosi, prima tra tutti Millie Bobby Brown, che pare sia in trattativa con la Disney per ruolo da 12 milioni di dollari. Ma si sa che raggiungere il successo in giovane età non è mai facile e spesso le star bambine hanno finito per perdere la testa.
Per fortuna le star della serie hanno potuto contare su una persona che ha sempre cercato di tenerli con i piedi per terra.
David Harbour, l’attore che in Stranger Things interpreta lo sceriffo Hopper, ha parlato in una lunga intervista rilasciata a IndieWire del rapporto con gli altri attori del cast. Ha detto che, essendo ben consapevole dei lati negativi che può avere la fama su persone molto giovani, ha sempre cercato di proteggere le co-star:
“Il fatto di essere riconosciuto ora è stata un’esperienza molto sorprendente e folle che non ho vissuto fino all’età di 40 anni. Ma gli altri del cast lo stanno attraversando in un momento formativo totalmente diverso nelle loro vite. Sono sempre stato molto preoccupato per loro. Ho cercato a modo mio di mantenere una sorta di tutoraggio. La mia paura per loro è: c’è la lettera di Tennessee Williams sui pericoli del successo all’inizio della vita e lui ne stava parlando quando ha avuto successo a tipo 29 anni”.
David Harbour ha paragonato gli attori ai personaggi che interpretano nella serie: secondo lui sono dei bambini a cui è stata data una responsabilità enorme e lui nella vita (proprio come il suo personaggio fa in Stranger Things) ha cercato di proteggerli. Mentre il mondo dello spettacolo li inondava di complimenti e denaro lui ha fatto la cosa più semplice e importante, trattandoli come i ragazzini che erano. Ecco cosa ha aggiunto:
“Se qualcuno ti dice che sei un genio, è difficile imparare ad andare avanti con umiltà e costanza. Quello che ho voluto fare con loro era trattarli semplicemente come bambini, dire: ‘Ragazzi avete ancora 11 anni, avete un sacco di cose da imparare‘. Mentre il resto del mondo trattava li come geni e li ha inondati di denaro, adulazione, fama, popolarità. Penso che in un certo senso anche i ragazzi dello show siano come i loro personaggi: sono come piccole creature con superpoteri e hanno questo uomo normale sulla quarantina che cerca di affrontarli”.