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Stranger Things: la storia vera dietro i pregiudizi nei confronti di Dungeons & Dragons

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Vediamo i protagonisti di Stranger Things giocare a Dungeons & Dragons sin dalla prima stagione della serie, lasciandosi coinvolgere da un mondo di fantasia particolarissima. Nella quarta stagione (qui la nostra recensione dei primi episodi), di cui Netflix ha rilasciato una parte recentemente, vediamo che i cittadini di Hawkins hanno non pochi problemi con questo gioco. Molti, infatti, pensano che Dungeons & Dragons induca i giocatori a compiere degli atti violenti e che sia direttamente collegato con delle forze occulte.

Ma da cosa ha avuto origine questo allarme?

Non tutti sanno che Dungeons & Dragons è stato realmente trattato come un gioco maledetto. Tutto è iniziato nel 1979, nel Michigan, dove il sedicenne James Dallas Egbert III è scomparso e ha tentato il suicidio ingerendo del veleno, senza tuttavia riuscirci. Il ragazzo soffriva di depressione, non poteva esprimere liberamente la propria sessualità perché viveva in un ambiente estremamente bigotto ed era di conseguenza dipendente da alcune sostanze stupefacenti, ma i media preferirono concentrarsi esclusivamente sulla sua passione per il gioco di ruolo Dungeons & Dragons per dare una motivazione al suo tentato suicidio. Qualche anno più tardi, nel 1982, l’adolescente Irving Lee Pulling si tolse la vita. La madre del ragazzo, Patricia Pulling, decise quindi di fondare una vera e propria campagna contro il gioco. La donna era infatti convinta che fosse proprio Dungeons & Dragons ad aver spinto suo figlio a suicidarsi. L’ondata di panico, che abbiamo avuto modo di vedere anche in Stranger Things, si è diffusa per tutti gli anni ’80 ed era supportata a più livelli.

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Lo storico David Waldron, a tal proposito, ha dichiarato: “Poiché nel mondo fantasy ci sono tipicamente attività come la magia e la stregoneria, D&D era percepito come diretto oppositore dei precetti biblici e del pensiero comune su queste due pratiche. Inoltre, era opinione diffusa che i ragazzi non sapessero distinguere tra realtà e fantasia“.

Ciò che abbiamo visto nella prima parte di Stranger Things 4, dunque, è storicamente accurato ed è ciò che realmente è accaduto nelle città degli Stati Uniti negli anni ’80. Si pensava che un gioco di ruolo avesse la capacità di spingere dei ragazzi a commettere atti orribili verso gli altri e a suicidarsi, tanto che la gente ritenne opportuno accusare pubblicamente tutti coloro che si dilettavano con Dungeons & Dragons.

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