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Strappare lungo i bordi: scoppia una pesante polemica in Turchia per la bandiera curda

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Netlix Italia è riuscita, in queste ultime settimane del 2021, a sfornare una perla: Strappare lungo i bordi (qui una nostra recensione). La serie televisiva, che vede al timone l’artista romano Michele Rech, in arte Zerocalcare, è stata al centro dell’attenzione non solo per le tante recensioni positive, ma anche per diverse critiche: prima fra tutte quella sull’accento romano, secondo alcuni troppo pesante e incomprensibile. A tal proposito, l’artista ha risposto con un tweet, mettendo a tacere ulteriori questioni (trovate tutta la vicenda in questo articolo). La seconda polemica è nata per un riferimento che viene fatto nella serie televisiva in merito alla città di Biella, e il sindaco, dopo qualche giorno, ha voluto rispondere a Zerocalcare, invitandolo a passare del tempo nella cittadina. Insomma, Strappare lungo i bordi ha fatto innamorare ma anche arricciare il naso un po’ a tutti, e ora anche ai turchi: sì, avete letto bene. Nuove polemiche sono nate anche in Turchia.

In Turchia nascono polemiche

Scandalo dopo scandalo da parte di Netflix. Nella serie Strappare lungo i bordi, che è disponibile sulla piattaforma dal 18 novembre, si è vista la bandiera dell’organizzazione terroristica PKK/YPG appesa alla porta e al muro. La bandiera del Pkk è appesa dietro la porta quando il protagonista apre e accende la luce. In un’altra scena si vede il vessillo del Pkk appeso al muro del bar“.

Sono queste le parole scritte da Sabah, quotidiano filo-governativo di Istanbul.
Per chi non lo sapesse, le ragioni di questa ostilità turca nei confronti del simbolo curdo nascono dal conflitto del 1978 durato anni, dopo che il popolo curdo chiese l’indipendenza del Kurdistan.

Zerocalcare non ha mai nascosto il proprio appoggio alle rivendicazioni del popolo curdo; nell’anno 2015, l’artista aveva pubblicato la graphic novel Kobane Calling, dove raccontava del suo viaggio nella città siriana di Kobane (al confine tra la Turchia e la Siria) controllata da forze curde e all’epoca assediata da miliziani dell’Isis.
Ma anche lo scorso luglio, l’artista romano si era detto contrario al governo di Erdogan, dichiarando come il presidente della Turchia volesse far rinascere l’Impero Ottomano. Nel corso dell’intervista, Zerocalcare aveva lodato il modello di organizzazione sociale innovativo curdo, un modello che, secondo lui, Erdogan vorrebbe distruggere definitivamente.

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