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Zerocalcare ridicolizza i giornalisti che definiscono “invivibile” la sua vita dopo Strappare lungo i bordi

Strappare lungo i bordi
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Strappare lungo i bordi ha cambiato la vita di Zerocalcare, ma non gliel’ha certo stravolta tanto da renderla “invivibile”: l’artista ha puntualizzato, nella sua maniera ironica, che gli articoli di giornale usciti di recente, in cui lui definirebbe la sua vita “invivibile” da quando è uscita la serie (diventata subito la più vista in Italia ed elogiata anche all’estero) sono un tantino esagerati. Zerocalcare ama usare queste espressioni “colorite”: per paventare la possibilità di una seconda stagione di Strappare lungo i bordi, aveva dichiarato: “Se sopravvivo, la faccio”.

Sul suo account Facebook Zerocalcare ha pubblicato alcune vignette in cui commenta ironicamente la tendenza dei giornalisti a ingigantire sempre le dichiarazioni degli artisti. Eccone un estratto, ma vi invitiamo a visitare la sua pagina perché le vignette meritano (come sempre).

“Un appunto per quando vi capita una mia intervista – Ciao, sono due giorni che leggo titoli che dicono così: “Zerocalcare: “da quando è uscita la serie, la mia vita è invivibile”. La cosa ha fatto preoccupare i miei cari. La verità è che io rispondo alle interviste come se stessi al bar perché so un cojone. Ecco, vorrei rassicurare tutti che sono una persona normale e che la mia risposta ripulita sarebbe così: “le vite invivibili so’ altre. Io magno, dormo, la serie è andata bene. Il disastro è scongiurato. Va oggettivamente tutto bene, (Nota bene: nessuno s’è lamentato ma a me me se accapponava la pelle a legge quel virgolettato, ciao)”.

Nella serie viene ripreso, anche se in parte modificato, il racconto che è al centro della trama del film La profezia dell’armadillo, presentato alla 75ª Mostra del Cinema di Venezia, in cui Zerocalcare era interpretato da Simone Liberati. Il film era ambientato poco prima che l’autore diventasse improvvisamente famoso e raccontava il viaggio di Zero, Sarah e Secco attraverso l’Italia, cercando di spiegarsi un lutto inspiegabile e inaccettabile.

Con ironia, sarcasmo e una punta di dissacrante critica, Strappare lungo i bordi riprende una storia vera, che è comune a tanto ragazzi cresciuti in borgata, che hanno mandato decine di curriculum senza ricevere risposta, che hanno affrontato la morte di un loro coetaneo, che si sono sentiti fuori posto. Zerocalcare non ha mai nascosto che dietro la vicenda narrata in La profezia del’armadillo prima e Strappare lungo i bordi poi ci siano episodi di vita reale, pur con molte differenze tra le due opere.

La Camille dei fumetti e del film è qui Alice, il viaggio non è verso la Francia ma verso Biella, e il personaggio di Sarah è completamente diverso da quello rappresentato nel film.

Nonostante le differenze, entrambe le opere rappresentano un punto di partenza straordinario per un artista che ha saputo incarnare il volto più sincero di una generazione abbattuta, disillusa ma mai sconfitta. Perché, alla fine, basta stare tutti vicini accanto a un fuoco per scaldarsi e non sentirsi soli: a volte, basta questo. Ce lo ha insegnato proprio Strappare lungo i bordi.

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