Sydney Sweeney parla delle esperienze talvolta difficili sul set: “Dopo certe scene mi sentivo disgustosa, volevo tornare a casa e lavarmi”. Ma non è questa l’unica brutta notizia riguardante la settimana appena trascorsa. Jenna Ortega ha criticato gli stereotipi sugli adolescenti presenti nei film e nelle serie tv, mentre per quanto riguarda La legge di Lidia Poët, anche l’autrice del libro si è schierata contro la serie.
THE DEVIL IN THE WHITE CITY – LA SERIE DI SCORSESE E DICAPRIO È MALEDETTA: NUOVO STOP
Come riportato da Deadline, la serie ha subito un altro stop forzato: avrebbe perso la sua sede prevista sull’emittente di Hulu. La serie avrebbe dovuto essere composta da otto episodi, con Scorsese e DiCaprio in veste di produttori esecutivi. Ora, con la perdita dell’emittente e, di conseguenza, di una piattaforma streaming previsto per The Devil in the White City, il progetto continua ad avere un futuro decisamente difficile e sconosciuto.
LA RINUNCIA A THE DEVIL IN THE WHITE CITY DA PARTE DI KEANU REEVES
Un altro elemento che ha purtroppo contribuito allo stop della suddetta serie è senza ombra di dubbio l’abbandono del progetto da parte di Keanu Reeves, attore che avrebbe dovuto avere per la prima volta un ruolo regolare in una serie televisiva. Reeves, tuttavia, per motivi non dichiarati ha fatto un passo indietro rinunciando alla serie dopo che il regista Todd Field aveva già fatto lo stesso.
SYDNEY SWEENEY: “DOPO CERTE SCENE MI SENTIVO DISGUSTOSA, VOLEVO TORNARE A CASA E LAVARMI”
Sydney Sweeney ha girato diverse scene complesse nel corso della sua carriera, ma non tutte le sue esperienze sono state positive, tutt’altro. A tal proposito ha infatti affermato: “Ho avuto esperienze in cui volevo andare a casa e lavarmi completamente perché mi sentivo disgustosa… Non mi sentivo a mio agio con i miei compagni di cast o con la troupe, e non mi sembrava che il mio personaggio lo volesse fare”. Tuttavia, Sydney Sweeney ha sottolineato che non è successo nulla di simile durante le riprese di Euphoria, dove un coordinatore dell’intimità sul set ha aiutato i membri del cast durante le scene di sesso.
THE IDOL NELLA BUFERA: POLEMICHE CONTRO LA SERIE “DISTURBANTE E OFFENSIVA”
Tredici membri del cast e della produzione hanno parlato della difficile produzione della serie, che sarebbe stata caratterizzata da numerosi ritardi e riscritture. Inoltre, c’è chi ha accusato addirittura Sam Levinson di rendere la serie un po’ troppo spinta. Una fonte a Rolling Stones ha rivelato: “Avevo firmato per una satira sulla fama nel XXI secolo e su tutte le cose a cui accettiamo di assoggettare il talento, sulle forze che portano certe persone sotto i riflettori e su come tutto questo può essere facilmente manipolato nell’era post-Trump. Invece tutto è passato dalla satira al diventare esattamente quello su cui il progetto originale avrebbe voluto fare quella satira stessa“
JENNA ORTEGA CRITICA GLI STEREOTIPI SUGLI ADOLESCENTI IN FILM E SERIE: “POSSIAMO ESSERE INTELLIGENTI”
La serie targata Netflix Mercoledì, che ha come protagonista Jenna Ortega, ha appassionato i fan della famiglia Addams, ma non solo. Interprete di un’adolescente, Ortega ha recentemente criticato lo stereotipo che in film e serie tv racconta gli adolescenti come “poco intelligenti”. L’attrice ha infatti affermato: “Penso alla mia esperienza: siccome sembro più giovane della mia età e recito da poco più di un decennio, sono stata nei panni di un’adolescente in moltissime storie. Ma [in queste storie] sento sempre che c’è ‘l’adolescente impertinente’, ‘l’adolescente che sparla’, molte delle volte ‘l’adolescente stupido’,… Però non credo sia vero. Penso che oggi sia difficile, con il nuovo gergo che nasce, ma sento che la mia generazione, dato che Internet rende molte più cose accessibili, abbia maggiori opportunità di ogni tipo e possibilità di imparare cose nuove. Insomma, vorrei che tutti quanti avessero più fiducia nelle capacità degli adolescenti. Possiamo essere intelligenti, a volte”
LA LEGGE DI LIDIA POËT, ANCHE L’AUTRICE DEL LIBRO CONTRO LA SERIE
Continuano le polemiche intorno a La legge di Lidia Poët. Cristina Ricci, che in un libro ha raccontato la vera storia della prima avvocata italiana. ha infatti affermato che quanto raccontato nella serie Netflix è frutto d’invenzione: “L’unica parte storica è la lettura della sentenza della Cassazione del 1884 che la radiò dall’albo perché con la sua bellezza avrebbe potuto distogliere il giudice dall’applicazione corretta della legge. Il resto è una fiction leggera, giusto per trascorrere qualche ora. Ho visto la serie tv: ne esce un’immagine distorta di Lidia. A parte la sentenza, tutto il resto è invenzione. Viene dipinta come una donna disinibita ma un articolo della stampa dell’epoca la descrive timida, che arrossisce quando viene applaudita al III Convegno penitenziario internazionale. Poët proveniva da una famiglia valdese molto religiosa ed è sempre stata descritta come persona seria e riservata, il contrario dell’immagine che si vuole rendere“
THE WITCHER – PER LA SHOWRUNNER HENRY CAVILL “ERA MOLTO PETULANTE”
Quando fu annunciato l’adattamento videoludico della serie televisiva di The Witcher da parte della piattaforma streaming Netflix, sembra che Henry Cavill abbia assillato i suoi agenti per organizzare un incontro con la showrunner Lauren Schmidt Hissrich per fare pressione per il ruolo di Geralt di Rivia. Quest’ultima, che inizialmente aveva rifiutato l’incontro perché doveva ancora scrivere la sceneggiatura, ha poi compreso che l’attore era sicuramente adatto per quel ruolo. Dopo aver ricevuto un iniziale rifiuto, tuttavia, sembra che Cavill abbia continuato a spingere i suoi agenti per un incontro e, dopo ripetuti tentativi, l’autrice del programma abbia accettato un incontro perché “era davvero fastidioso“.