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Teri Hatcher ha parlato nel dettaglio della violenza subita, rivolgendosi direttamente a Trump

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L’attrice, Teri Hatcher, amatissima nella serie tv Desperate Housewives e in Supergirl, torna a parlare, nuovamente, di un trauma subito molti anni fa. Ma questa volta non si espone ai suoi fan, bensì al Presidente degli Stati Uniti.

Attualmente negli States vi è un nuovo scandalo a tenere banco, il «caso Kavanaugh», scatenatosi dopo la nomina del giudice Kavanaugh alla Corte Suprema, nonostante le molteplici accuse di violenza risalenti a 36 anni fa.

L’attrice, nonostante ne abbia già parlato nei diversi anni del suo più terribile incubo, è tornata a ricordare a tutti noi l’accaduto e a precisare al Presidente in carica che, sì, le vittime possono dimenticare alcuni dettagli, ma i carnefici meno. Una vittima di violenza sessuale può ricordare delle cose, ma:

«”Non ricordo” è spesso la risposta più onesta, ma non significa che non sia mai successo».

Ecco come inizia il post pubblicato da Teri. Nel 2006, mentre era una delle protagoniste più amate dello show Desperate Housewives, per la prima volta aveva raccontato di essere una delle tante vittime di suo zio, quando aveva appena 5 anni. A quell’età una violenza del genere è uno shock inquantificabile ma, un piccolo passo alla volta, è riuscita a riprendere in mano la sua vita.

In questa lettera, destinata come detto direttamente al Presidente Trump e alle sue allusioni, l’attrice si lascia andare completamente in quello che è un vero e proprio racconto dettaglio dell’abuso brutale subito molti anni fa: «Ecco cosa ricordo: il suo pene eretto, che accarezzava mentre sedeva al volante dell’auto», ha scritto Hatcher, «Mi chiese: “vuoi toccarlo?”, io dissi di no, ma mi prese la mano per farmelo toccare comunque. Ero a faccia in giù sul sedile, guardavo il pavimento mentre lui mi violentava. “Ti piace quello che senti”, mi disse, risposi di no e lui aggiunse “un giorno ti piacerà”».

Parole fortissime che toccano l’animo di tutti. Oggi Teri Hatcher, una splendida 53enne è andata avanti. È un’attrice di fama mondiale, alle sue spalle ha diversi film e serie tv, è tanto amata da tutti, ma con sé porterà per sempre un terribile ricordo. Già nel 2014 la Hatcher, molto prima del  #MeToo, è tornata a parlare degli abusi subiti, da parte di uno zio, in un commovente discorso all’Onu, nel corso della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne. Una frase colpì i presenti: “Credevo che fosse colpa mia e mi vergognavo per quello che era accaduto perciò non lo dissi a nessuno e restai in silenzio”.

L’attrice, però, tiene a ribadire che dopo ciò che ha subito si è concentrata anche su ciò che ha rimosso: non ricorda com’era arrivata lì, com’era tornata a casa, che giorno era… Ed è proprio qui che si riferisce al racconto della dottoressa Ford. Mentre l’FBI ha appena concluso l’indagine sul giudice, si attende il voto procedurale in Senato sulla nomina di Kavanagh.

Con queste profonde parole, a modo suo, Teri vorrebbe toccare il cuore di un Presidente che non sembra comprendere quanto sia grave l’avvenuto: «Sig. Presidente, sono una sopravvissuta», ha continuato Teri, «posso aiutarla a capire come funzionano i ricordi di una persona che ha subìto quel tipo di trauma. “Non ricordo” è spesso la risposta più onesta, ma non significa che non sia mai successo. Per favore non aggiunga “la presa in giro dal Presidente” all’elenco di tutte le mortificazioni che un sopravvissuto a una molestia deve sopportare».

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