The Big Bang Theory è finalmente disponibile su Netflix: la piattaforma ha caricato tutte le undici stagioni della serie che ha reso figo l’essere nerd. A più di un anno e mezzo dalla sua conclusione, cosa ci è rimasto? Ma soprattutto, ci manca ancora The Big bang Theory? Abbiamo risposto in questo articolo. Kaley Cuoco aveva dichiarato che dopo la fine di The Big Bang Theory non avrebbe più visto così tanti soldi per un lavoro: potete trovare in questo articolo le sue dichiarazioni. Anche in altri show non se la passano meglio: Michael Kudlitz, Abraham di The Walking Dead, ha dichiarato che la AMC li pagava per non andare alle convention: un modo che gli attori meno famosi della serie utilizzavano per arrotondare.
Non è facile per gli attori di serie super popolari, quando le luci del set si spengono, mantenere il proprio posto nel mondo dello spettacolo senza subire i contraccolpi dell’improvviso calo di popolarità e del cambiamento della condizione economica. Possono subentrare anche problemi di salute mentale: in un recente intervento in un podcast un altro ex protagonista di The Big Bang Theory, Kunal Nayyar, ospite insieme a Mayim Bialik, si è confidato sui suoi momenti bui e sui suoi problemi di ansia.
L’interprete di Raj ha confidato nel podcast di aver avuto il suo primo attacco di panico a 30 anni, mentre guidava, e di non avere idea fino a quel momento di cosa fossero e come affrontarli.
“Quando ho iniziato a lottare con la mia salute mentale ho passato dei momenti molto bui, è per me è stato molto scioccante. Non sapevo cosa fosse. Da allora ho dovuto combattere una sorta di battaglia contro il panico o l’ansia”.
L’ex attore di The Big Bang Theory dice che le cose sono migliorate dopo aver cominciato ad andare da uno psicoterapeuta, ma i problemi non sono scomparsi del tutto:
“È diventato di nuovo come in autostrada, ed è allora che ho capito che qualcosa non andava. Erano passati cinque anni dall’inizio della terapia. Puoi avere una vita bella e spirituale, ma ad un certo punto puoi sentirti di nuovo triste, depresso e in preda al panico”.
Kunal Nayyar ha lanciato un appello ai fan affinché non sottovalutino la loro salute mentale e non si chiudano nel silenzio per paura del giudizio altrui:
Non c’è vergogna in tutto questo. Non c’è vergogna nel sentirsi ansiosi, non c’è vergogna nel provare stress e non c’è vergogna nel provare panico”.
Tra gli ex attori di The Big Bang Theory c’è anche chi se la passa meglio degli altri: è il caso di Jim Parsons, interprete di Sheldon nella serie. Non solo il suo personaggio è riuscito a ottenere un fortunato spin off, Young Sheldon, in cui compare lo stesso Jim Parsons come voce narrante, ma ha all’attivo varie comparsate in film: ha avuto anche un ruolo drammatico in Ted Bundy: fascino criminale, dove interpreta il procuratore che incrimina il feroce serial killer. Comparirà anche nel film di Ryan Murphy The Boys in the Band, che tratta la tematica dell’amicizia in un gruppo di ragazzi omosessuali.
Jim Parsons, che ha fatto coming out nel 2012, è naturalmente attivo nella difesa dei diritti delle persone LGBTQ+ ma non si rivede nella cancel culture: di recente ha dichiarato che i ruoli di persone omosessuali possono e devono essere interpretati anche da persone etero. Si è sempre fatto così e i risultati sono stati spettacolari, sostiene Parsons:
“Non è importante che i personaggi gay siano interpretati solo da gay, ma tutti i ruoli devono essere disponibili per tutti gli attori. È importante che i personaggi gay vengano interpretati a tutto tondo, come individui completamente umani”.