Osannata dalla critica, acclamata dal pubblico, monumentale in ogni singolo dettaglio dell’interpretazione di una delle donne più importanti e complesse del Novecento. Un lavoro arduo, come ben sa Meryl Streep. E come può ora affermare anche Gillian Anderson, grandissima mattatrice della quarta stagione di The Crown nei panni di Margaret Thatcher, l‘Iron Lady già protagonista di un importante film del 2011.
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La straordinaria attrice britannica, reduce da una delle prove più difficili della sua carriera, ha parlato del ruolo in una lunga intervista rilasciata a Collider, nella quale ha aperto le porte a una quarta stagione di Sex Education e soprattutto, ha svelato tanti dettagli importanti sull’approccio che ha avuto nei confronti della serie, della produzione di The Crown e, soprattutto, del personaggio, controverso e dalla personalità inconfondibile. Senza pregiudizi né preconcetti di stampo politico, in modo da evitare condizionamenti deleteri nell’interpretazione:
All’inizio, mi sono resa conta di sapere molto poco di lei e che la maggior parte delle mie opinioni su di lei fossero basate sulle opinioni di altre persone. Penso che per un’attrice sia utile sradicare ogni preconcetto prima di iniziare a lavorare su un personaggio storico. Perché è importante, credo, essere in grado di immergersi davvero nelle loro motivazioni e non essere in alcun modo ostacolati. Se uno ha dei sentimenti molto forti contro qualcuno, interpretare una scena in un modo particolare potrebbe cambiare il modo in cui si è in grado di immergersi in quella che sarebbe stata la loro esperienza.
E ancora:
Non sento che i miei sentimenti su di lei siano stati influenzati. La capisco meglio, e The Crown la ritrae come un personaggio molto più complesso di quanto mi rendessi conto che fosse, o forse di come fosse stata ritratta in precedenza. Ho scoperto che è molto più interessante essere coinvolti come attori quando si ha così tanto su cui lavorare.
Gillian Anderson è una vera professionista e non è mai banale, dentro e fuori dal set. E le sue interpretazioni uniche non sono altro che una naturale conseguenza.