La casa di alcune delle migliori serie attualmente in circolazione, HBO, sembra aver segnato l’ennesimo colpo vincente. La nuova serie, The Last of Us, tratta dall’omonimo e amatissimo videogioco, è ancora alle prime battute, ma sembra già classificarsi tra i migliori prodotti del momento.
La serie Sky creata da Craig Mazin, già amato per il suo favoloso lavoro sulla miniserie Chernobyl , e Neil Druckmann vede come protagonisti gli attori Pedro Pascal, nei panni di Joel Miller, e la giovane Bella Ramsey nel ruolo di Ellie, da molti conosciuta per la sua partecipazione alla serie dalle iconiche citazioni, Game of Thrones.
Al centro della trama vi è lo stesso racconto che il giocatore scopre man mano che procede nelle avventure del videogame. 20 anni dopo lo scoppio di una pandemia che trasforma gli umani in mostri, il cinico contrabbandiere incontra la piccola Ellie, intraprendendo con lei un viaggio pieno di ostacoli per salvare l’intera umanità.
Se, però, l’adattamento televisivo di The Last of Us lascia quasi immutate le caratteristiche principali del videogioco, vi è un importante cambiamento che i fan più attenti avranno notato e che riguarda lo stesso metodo di trasmissione del fungo e il rapporto con le spore.
All’interno del videogioco, infatti, un importante mezzo di diffusione è rappresentato dalle spore che riempiono l’aria, rendendo più volte necessario per il giocatore indossare delle maschere antigas per proteggersi dal contagio.
Il fattore infettivo, infatti consiste in una mutazione dei funghi Cordyceps, realmente esistenti, che modificandosi sono arrivati a colpire il cervello umano, trasformando gli infetti in mostri simili a zombie che possono contagiare tramite un morso o attraverso le spore rilasciate dopo la loro morte.
Tuttavia, se inserito all’interno di una serie tv, l’elemento delle spore avrebbe complicato non poco lo sviluppo, visto che i personaggi avrebbero dovuto indossare per gran parte del tempo delle scomodissime maschere antigas, impedendoci di vedere i volti. Per rendere più efficace la storia, dunque, i creatori hanno deciso di sostituire le spore con i viticci.
In un’intervista per Variety, i due sono tornati sull’argomento, spiegando meglio il processo creativo che li ha condotti a questa decisione.
È iniziato con Craig che odiava gli zombi… scherzo! Ma abbiamo parlato di come ci troviamo in un genere popolare ed esistono molte versioni di come nasca un’epidemia.A bbiamo fatto del nostro meglio per trovare ciò che è unico nella nostra storia e nel nostro mondo. Per i nostri clicker, li abbiamo presi dal gioco e li abbiamo tenuti così come sono. Ma per gli infetti più recenti, abbiamo avuto molte conversazioni su cos’altro potesse essere un vettore di trasmissione oltre ai morsi. Abbiamo esaminato i concept art in cui c’è questa implicazione del fungo che cresce sotto la pelle. E abbiamo pensato: ‘Se fosse questo il punto?’. Non si tratta tanto del morso, hanno solo bisogno che questi viticci passino da un ospite all’altro ed è così che l’infezione si diffonde.
Neil Druckmann per Variety
Ma, seppure i viticci sembrano assumere un ruolo sempre più centrale in questa narrazione della storia, Craig Mazin ci ha tenuto a sottolineare che i riferimenti alle spore sono ancora presenti all’interno della serie, tanto da non poter escludere una loro apparizione successiva.
Se si ascolta attentamente, nella serie viene menzionata la parola ‘spore’. Non so necessariamente se questa volta vedremo delle spore, ma dire che il nostro mondo ne è privo non sarebbe esatto. Non lo sappiamo ancora bene. Fa parte del divertimento dell’adattamento, lasciare che i nostri personaggi scoprano questi bordi sfocati della mappa man mano che l’avventura continua.
Craig Mazin per Variety
Proseguendo nell’intervista, i due produttori hanno poi voluto confermare una nota teoria dei fan circa il modo in cui l’epidemia si sarebbe diffusa. Nel lungo flashback che introduce il secondo episodio della serie, infatti, è presente un suggerimento «abbastanza esplicito» di come il fungo mutato si sia diffuso nel mondo, e cioè attraverso la farina contaminata. A ispirare questa soluzione sarebbe stato il fatto che scientificamente un evento del genere risulterebbe abbastanza plausibile. Inoltre Jakarta, in Indonesia, possiede davvero il più grande mulino del mondo come mostrato all’interno dell’episodio.
Tutti questi elementi hanno arricchito la storia del videogioco, diventandone un perfetto adattamento e donandogli un fondo di credibilità che ci permette di approfondire ancora meglio le dinamiche di ciò che vedremo sullo schermo.