Sono passati alcuni giorni dall’uscita su Netflix degli ultimi tre episodi della terza stagione di The Witcher, e le discussioni sono ancora nel vivo. La terza stagione della serie fantasy incentrata sul witcher Geralt di Rivia, secondo alcuni troppo confusionaria e ricca di sottotrame, ha registrato un deciso calo di visualizzazioni rispetto alle precedenti. Probabilmente, non è un caso che questo sia avvenuto a ridosso del cambiamento che rappresenterà la fine di un importante capitolo per lo show. Stiamo parlando, ovviamente, dell’abbandono della serie da parte di Henry Cavill, che a partire dalla quarta stagione smetterà i panni del cacciatore di mostri, ruolo che sarà assunto da Liam Hemsworth.
Le ragioni dell’addio di Henry Cavill non sono mai state rivelate in maniera esplicita. Tuttavia, secondo alcune fonti, l’ormai ex interprete di Geralt di Rivia sarebbe stato spinto a lasciare la serie Netflix dalla scarsa aderenza di quest’ultima al materiale di partenza, che già aveva fatto storcere il naso a molti fan. The Witcher, infatti, è tratta dalla saga di racconti e romanzi fantasy dello scrittore polacco Andrzej Sapkowski, raccolti sotto il titolo di Saga di Geralt di Rivia.
Sebbene la quarta stagione fosse stata già confermata da tempo, The Witcher si trova al momento in una posizione estremamente delicata, tra la perdita di Henry Cavill e la in parte conseguente perdita di consensi.In questo momento di transizione, il produttore esecutivo della serie Netflix ha deciso di chiarire la propria posizione in merito alla direzione presa dallo show.
Il produttore esecutivo di The Witcher difende i dolorosi ma necessari cambiamenti apportati ai libri
In una recente intervista per Wyborcza, riportata da Redanian Intelligence, il produttore esecutivo della serie Netflix, Tomek Baginski, ha deciso di chiarire la propria posizione in merito ai cambiamenti apportati ai libri in fase di adattamento. “C’è sempre un motivo dietro ad essi”, ha affermato il produttore, specificando che i cambiamenti rispetto al materiale originale sono sempre oggetto di discussione e frutto di necessità ben precise, anche se purtroppo il pubblico non lo sa.
“A volte i cambiamenti sono il risultato di un caos nella produzione”, ha spiegato Tomek Baginski. “Perché, per esempio, un attore si ammala e la sua trama deve essere editata e riscritta entro poche ore così può essere girata il giorno successivo, perché questa non è una trama per la quale l’intera macchina produttiva si può fermare. Ci sono molte ragioni comprensibili sul perché vengono prese decisioni controverse, ma lo spettatore non conosce il contesto, quindi qualche volta è doloroso perché qualcosa era meglio nel libro“.
Il produttore di The Witcher, tuttavia, è andato oltre, affermando che spesso i cambiamenti nascono dalla necessità di rendere la serie, tratta da una saga di romanzi di uno scrittore polacco, fruibile per un pubblico più ampio e di maggioranza americano, che provenendo da un contesto storico completamente diverso potrebbe trovarsi in difficoltà a comprendere certe sfumature. Dunque, nonostante siano dolorose, e anche ammettendo che ci sia il rischio di andare troppo oltre, Baginski ha comunque ribadito che le modifiche sono necessarie:
“Quando una serie è realizzata per un gran numero di spettatori, con esperienze diverse, provenienti da diverse parti del mondo, e la maggior parte di loro è americana, queste semplificazioni non solo hanno senso, sono necessarie. Per noi è doloroso, e anche per me, ma più alto è il livello di sfumature e complessità più il range sarà limitato, non raggiungerebbe le persone. È possibile che qualche volta si vada troppo oltre, ma siamo obbligati a prendere queste decisioni e ad accettarle“.
Insomma, giustificazioni a parte, The Witcher ha molto lavoro da fare in vista della quarta stagione e bisognerà vedere se saprà fare tesoro delle critiche. Non sappiamo quando potremo rivedere la serie su Netflix, ma a giudicare dallo sciopero in corso ad Hollywood, non sarà tanto presto.
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