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True Detective 4, la showrunner risponde alle critiche: «La prima stagione fu realizzata da un punto di vista molto maschile»

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Il finale di True Detective 4 ha portato con sé molti dubbi, ma anche alcune critiche. Se da una parte c’è chi ha apprezzato questi nuovi episodi, dall’altra c’è chi pensa che la stagione non sia stata assolutamente all’altezza delle aspettative. In ogni caso, la showrunner non ha esitato a rispondere alle critiche che riguardavano principalmente il tanto discusso finale. Issa Lopez, infatti, ha prontamente ribattuto: Alcune delle migliori storie di Sherlock Holmes sono quelle in cui lui se ne va dopo aver trovato l’assassino, scrolla le spalle e dice: ‘Non sapremo mai cosa è successo’. Non possiamo sempre aspettarci che sia l’establishment a fare giustizia: molte volte siamo noi a dover trovare il modo. Dovete elaborare delle teorie. È stata una lotta perché molte persone che lavoravano con me dicevano: ‘No, davvero? Non ce lo dirai?’. Non sempre si ottengono tutte le risposte nella vita. Alcune le devi trovare te. Non ho intenzione di fare i compiti per voi. Si può interpretare l’intera serie e seguire le spiegazioni del mondo reale, arrivando alla conclusione che ogni evento sia ‘reale’, oppure si può leggere la storia a livello soprannaturale, proprio come la prima stagione di True Detective. Esiste un vero Re Giallo o Cohle si è solo fritto il cervello con le droghe?”

Issa Lopez ha ribattuto alle critiche che riguardano True Detective 4

La showrunner ha ovviamente voluto difendere la propria creazione dalle critiche ricevute, affermando anche che questa stagione – a differenza delle precedenti – sia stata in qualche modo “filtrata” da una prospettiva femminile. Queste le parole di Issa Lopez a tal proposito: Tutto l’affetto che abbiamo ricevuto supera l’ostilità, e penso che l’ostilità derivi dalla possessività. La prima serie è stata realizzata da una prospettiva molto, molto maschile, e penso che sia stata realizzata brillantemente ma è successo prima che Donald Trump fosse eletto. Era prima del MeToo. Era prima della pandemia. Era prima di George Floyd. Quella serie era più o meno l’ultima che poteva spingersi oltre”. La showrunner ha dunque voluto focalizzarsi sulle differenze date principalmente dalla presenza di un punto di vista femminile, piuttosto che maschile come è invece successo nella prima stagione di True Detective. Ha specificato, infatti, che da allora ci sono stati molti cambiamenti che hanno riguardato l’intera umanità e che, ovviamente, hanno spinto anche ad adottare un focus differente.

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