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Anche Sean Gunn contro Netflix: «Nessuna entrata extra dopo il successo di Una Mamma per Amica»

Una mamma per amica
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Una mamma per amica continua ad essere ancora ora una serie tv estremamente popolare ed amata dal pubblico. Creata dalla sceneggiatrice Amy Sherman-Palladino, rappresenta una delle sue prime opere televisive e probabilmente la più riuscita. La serie tv raccontava in un modo nuovo il rapporto madre-figlia, soffermandosi sulla quotidianità e sulle disavventure lavorative e amorose di Lorelai e Rory Gilmore. Tutte le stagioni sono state trasmesse originariamente su The WB e le repliche vanno ancora in onda sulle reti di tutto il mondo: su Italia Uno ad esempio è molto facile beccare la messa in onda delle puntate della serie tv. Ma Una mamma per amica ha vissuto una seconda giovinezza anche grazie al colosso dello streaming statunitense, che nel 2015 ha caricato tutti gli episodi ottenendo ottimi risultati. È stato questo il motivo che ha spinto la piattaforma a realizzare un’ottava stagione, Una mamma per amica: Di nuovo insieme, che era composta da quattro episodi nei quali è tornato il cast originale (quasi) al completo. A quanto pare però gli attori della serie cult non hanno ottenuto nessun beneficio economico dalla popolarità di cui ha goduto la serie su Netflix.

A svelarlo è stato Sean Gunn, l’interprete di Kirk ne Una mamma per amica, nell’ambito dello sciopero degli attori.

Le star di Hollywood hanno votato per scendere in strada a protestare contro i soprusi degli Studios, che si sono rifiutati di accettare le richieste del SAG-AFTRA. Dalle loro rivendicazioni sta emergendo un quadro definito, secondo cui i colossi dello streaming non concederebbero delle paghe eque agli attori e agli altri reparti che contribuiscono a realizzare i loro successi. Proprio a tal proposito Sean Gunn, intervistato da The Hollywood Reporter nel corso della protesta, ha detto che lui e gli altri attori di Una mamma per amica non hanno ottenuto nessuna entrata extra dagli ascolti stratosferici che la serie ha ottenuto su Netflix. Questa è stata la sua dichiarazione:

Volevo anche uscire allo scoperto e protestare contro Netflix. Sono stato a lungo in uno show televisivo chiamato Una mamma per amica che ha portato enormi profitti a Netflix. È stato uno dei loro spettacoli più popolari per molto tempo, per oltre un decennio. Viene trasmesso in streaming ancora e ancora e ancora di nuovo, e io non vedo quasi nessuna delle entrate che ne derivano. Gli amministratori delegati di Netflix, Reed Hastings e Ted Sarandos, si scambiano bonus di decine di milioni di dollari. Ted Sarandos ha guadagnato 40 milioni di dollari con i bonus che hanno realizzato con i loro profitti aziendali. Non capisco perché non possano diminuire quei bonus per condividere maggiormente la ricchezza con le persone che hanno creato i contenuti che li hanno resi ricchi. È davvero una parodia. E se la risposta è: ‘Beh, questo è il modo in cui si fanno gli affari, questo è come funzionano gli affari aziendali’, beh fa schifo. Questo ti rende una persona cattiva. E devi davvero ripensare a come fai affari e condividi la ricchezza con le persone, altrimenti tutto questo crollerà. Sono felice di essere fuori qui e abbiamo bisogno di un accordo equo”.

L’intervista di Sean Gunn, che ha fatto molto discutere, è stata rimossa da The Hollywood Reporter dopo poche ore. La sua dichiarazione, infatti, riportava dei dati inesatti e non teneva conto di come i diritti residuali a cui si riferiva fossero pagati dallo studio e non da Netflix. Sean Gunn ha deciso allora di commentare la faccenda con un tweet in cui ha chiarito la sua posizione e ha rincarato la dose:

“È assolutamente assurdo. Nella mia intervista non ho mai usato la parola ‘residui’. Il punto che stavo facendo è che NON vediamo alcun compenso per il numero di visualizzazioni su Netflix. Al contrario, riceviamo una somma molto esigua dalla WB in base alle licenze. Fai meglio di così @THR“

Una mamma per amica: come finisce la serie tv?