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Una poltrona per due – Il regista parla delle polemiche degli ultimi mesi: «È un prodotto del suo tempo»

Una poltrona per due
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Anche quest’anno puntuale il film cult natalizio Una poltrona per due è andato in onda su Italia Uno la sera della Vigilia di Natale, come accade (quasi) ogni anno dal 1997.

La commedia del 1983 vede come protagonisti due uomini agli antipodi, un mendicante e un broker, che si ritrovano a diventare loro malgrado vittime di una scommessa. Se da un lato quindi Louis perde il suo posto di lavoro, dall’altro Billie Ray Valentine inizia la sua scalata nel mondo degli affari. Quando i due protagonisti scoprono che a muovere le fila delle loro nuove esistenze sono due anziani annoiati, decidono di vendicarsi e mettere a punto un piano infallibile. Una poltrona per due alla sua uscita registrò uno dei migliori incassi dell’anno e lanciò la carriera di Eddie Murphy, che divenne così una delle più apprezzate star hollywoodiane. Ancora oggi il film è molto apprezzato, anche se presenta qualche sequenza che potrebbe non essere invecchiata molto bene.

Il regista di Una poltrona per due ha voluto commentare questa questione una volta per tutte, rispondendo alle critiche che spesso hanno colpito il film.

In occasione del 40esimo anniversario dall’uscita dalla pellicola al cinema John Landis è tornato a parlare in un’intervista rilasciata a Yahoo! del film con Dan Aykroyd, Eddie Murphy e Jamie Lee Curtis. Negli ultimi anni molte persone hanno criticato Una poltrona per due per alcune gag, che non si adattano alla sensibilità dei nostri giorni. Il regista ha risposto a questo, ricordando come si debba ricordare che ogni opera è legata al momento storico in cui è stata prodotta. A tal proposito ha fatto l’esempio di Nascita di una nazione, la controversa opera cinematografica di David Wark Griffith che merita di essere studiata anche se esalta il Ku Klux Klan:

Ogni film è un prodotto del suo tempo. Bisogna vederlo come tale. Nascita di una nazione è genuinamente offensivo, ci sono scene oltraggiose e imperdonabili, ma non si può dire che D.W. Griffith non sia degno di essere studiato. Quel tizio era un genio e ha cambiato tutto, ma il film è profondamente offensivo. Però non possiamo censurarlo, è meglio vederlo per comprendere l’epoca in cui è stato girato“.

Secondo John Landis è oltraggioso voler censurare e tagliare le scene di un film solo perché non sono invecchiate bene. Il regista ha affermato, infatti, che sarebbe disposto anche a girare nuovamente la tanto criticata sequenza di Una poltrona per due che mostra la blackface di Dan Aykroyd. Il fatto che si sia colorato il viso di nero per imitare in maniera ridicola un ragazzo giamaicano si adatta, secondo lui, perfettamente al personaggio di un uomo privilegiato e altezzoso come Louis Winthorpe III. E per dimostrarlo John Landis ha fatto un paio di esempi di uomini facoltosi che hanno fatto qualcosa di simile:

Brett Kavanaugh, uno dei giudici della Corte Suprema… ricordate le sue foto al college in Blackface? E che ne dite del principe Harry che si traveste da nazista? Guarda caso provengono tutti da una certa classe sociale.

Infine l’uomo ha anche parlato di una sequenza di cui si è discusso molto sul web, la scena del cosiddetto stupro del Gorilla. In proposito ha detto: “Mi incuriosisce il fatto che le persone siano offese da quella scena. È ridicolo. Voglio dire: il fatto che un gorilla possa accettare un tizio con una maschera di gomma… la tuta che indossa è ridicola. È una gag da cartone animato.”