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Zendaya ha rifiutato molti ruoli perché “al servizio di un personaggio maschile”

Zendaya
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Zendaya ha dimostrato di essere un’attrice di talento, capace di rara intensità espressiva, nella serie che l’ha lanciata, Euphoria. Un vero giro all’inferno senza ritorno, solo con la prospettiva si sprofondare sempre più in basso: ma anche con momenti esilaranti e soprattutto con un gergo inconfondibile (abbiamo raccolto le battute più memorabili qui). L’attrice è anche notoriamente femminista e impegnata in battaglie sociali per l’uguaglianza (e non è l’unica), e forse potrebbe esserci questo dietro la motivazione che l’ha portata a rifiutare molti ruoli da quello che le ha dato la notorietà a livello mondiale, quello di Rue Bennett.

In un’intervista a GQ Zendaya ha dichiarato di aver rifiutato molti ruoli che le erano stati offerti perché, a suo giudizio, si trattava di personaggi unicamente al servizio del protagonista maschile. Ecco uno stralcio della sua intervista:

Non che fossero brutte sceneggiature o cose del genere. Ma l’impressione che avevo è che la maggior parte delle parti femminili fossero semplicemente uguali: avrei potuto interpretarli tutti come se fossero la stessa persona e non avrebbe avuto alcuna importanza. Il modo migliore per descriverli è che solitamente erano donne il cui unico scopo era quello di aiutare il protagonista maschile a ottenere ciò che voleva, fare ciò che doveva fare. Non erano personaggi con una vera e propria evoluzione. E solitamente sembravano decisamente mono-dimensionali, non avevano sfaccettature, sembravano tutte la stessa persona, in continuazione. Sarebbe stato utile partecipare a quei progetti, ma sarebbero state esperienze che non mi avrebbero aiutato a crescere.

Nell’intervista per GQ Zendaya parla anche del suo nuovo film, Malcom e Marie, sviluppato da Sam Levinson e da lei stessa, durante la pausa obbligata dalle riprese della seconda stagione di Euphoria. Il film è stato girato in bianco e nero ed è incentrato sul rapporto tra una coppia (Zendaya e John David Washington), rinchiusi nella loro splendida casa mentre cercano di confrontarsi sulla loro relazione. Un’idea molto semplice che, però, ha origine da una molto più complessa, come rivela la stessa Zendaya:

Ero sdraiata nel giardino del retro di casa mia, perché non mi erano ancora arrivati i mobili per esterni, e parlavo con Sam, che mi ha proposto “qualcosa di simile a un film horror nel quale sei impazzita perché credi ancora di essere K.C. Agente Segreto? Potresti aggirarti per casa pensando di essere ancora un’attrice di Disney Channel, e le persone che ti circondano cercano di farti capire che non sei più K.C.”. […] L’ho lasciato continuare nel suo processo creativo! […] “E se togliessi tutto quanto? Nessunt trucchetto, nulla di nulla. Cosa sarebbe? Se fosse semplicemente la storia di una relazione? Se fossero soltanto due persone, una arrabbiata con l’altra perché non l’ha ringraziata per qualcosa, e si trovano in un luogo soltanto? Ed è tutto qui?”

Il film, in uscita per Netflix il 5 febbraio, sarà quindi ambientato in un’unica location e con due protagonisti: una scelta di produzione intelligente, in tempo di pandemia. La storia è questa: Malcom (Washington), un giovane regista, la sera della premiere del suo film dà una festa per ringraziare tutti i suoi collaboratori. Durante i ringraziamenti, però, preso dal momento di gloria personale tralascia di menzionare una persona: la sua fidanzata Marie (Zendaya). Questa dimenticanza darà origine a un violento litigio che si protrarrà per tutto il film, rovinando quella che doveva essere una serata celebrativa e rendendola un vero gioco al massacro.

Zendaya si è detta entusiasta di questa sceneggiatura anche perché

Offriva qualcosa di più che non fosse semplicemente l’essere una fidanzata o l’accessorio nella storia di qualcun altro.

Ci ha davvero incuriositi: non vediamo l’ora di vedere Malcom e Marie e magari, chissà, recensirlo per voi.