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L’importante messaggio di Ni Una Màs, la miniserie Netflix basata sul romanzo di Miguel Sáez Carral

Non una donna in meno, non una morta in più“, recita Susana Chávez. La poetessa ha lottato contro tutte le forme di femminicidio, divenendone vittima a sua volta. Siamo nel 2011 e l’unica fondamentale differenza con oggi è che dagli ultimi anni si sono combattute grandi battaglie contro disuguaglianza e violenza di genere. Ebbene, Ni Una Más si posiziona nella seconda parte della frase della Chávez. La serie concentra così la sua vicenda corale sugli abusi e i drammi adolescenziali delle protagoniste, collegando poi a questi manifestazioni del loro animo femminista.

Ci troviamo a parlare di un argomento tanto delicato attraverso ragazze che devono già portare i fardelli della loro difficile età. Alcune non sanno che strada prendere dopo il liceo, altre soffrono per amore, per non parlare di chi porta con sé dei traumi da quella che dovrebbe essere l’età dell’innocenza. Sono tutte meravigliosamente audaci a modo loro, complementari come consorelle, in quanto tutte sono ugualmente vittime.

Ni Una Más racconta una storia che riprende qualche cliché da teen drama (qui un nostro articolo sulle migliori serie del genere) senza forzarne troppo la mano e lasciando così spazio a una tragedia senza età. Si tratta infatti di un argomento atavico e condivisibile da ogni generazione e genere. A queste tonalità, aggiungiamo inoltre le sottili e implicite note un po’ thriller, in quanto soltanto verso la fine capiamo ciò che ci viene anticipato nel primo episodio.

Siamo infatti alle prese con una caccia al carnefice che si nasconde nel liceo

Questo diventa così arena di scandali e dolore indicibile. Nonostante ciò, la religione più praticata sembra essere quella dell’omertà e della strumentalizzazione della sofferenza altrui. Ma soprattutto gli adulti, come i genitori di alcune vittime, sembrano non voler indagare sullo stato emotivo delle figlie, consigliando spesso loro di non esporsi troppo e dosare le parole.

Questo ci fa riflettere sulla scarsa collaborazione tra le parti che semina la sconfitta ancora prima dell’inizio lotta. Pertanto, adesso che abbiamo una cornice delle conclamate tematiche di Ni Una Más, vediamo di riempirla con una fotografia le cui posers sono le nostre 5 donne. Alcune sono giovani e protagoniste sin dall’inizio come Alma, Greta e Nata. Altre lo diventano tragicamente dopo. Ad esempio, Berta e altre ancora, che appartengono a una generazione diversa e hanno difficoltà a gestire i propri sentimenti come Mercedes.

1) Alma: prima star e paladina della giustizia di Ni Una Más

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Alma

Nonostante il tempo ristretto di una miniserie, la relativa lunghezza degli episodi ci permette di conoscere a fondo Alma, più degli altri personaggi. Abbiamo di fronte la classica adolescente che vive in conflitto con i genitori, fuma tabacco e marijuana e tende a coprirsi più del dovuto a causa di una bassa autostima. Possiede una bellezza naturale ma allo stesso tempo misteriosa e sa essere ironica, perspicace e coraggiosa più di tutte. Come tutti quelli della sua età le capita spesso di disobbedire ai genitori, di sentirsi incompresa e sfuggir loro ogni volta che cercano di riportarla sulla retta via. È dunque una ribelle a tratti menefreghista, non mantiene sempre le promesse risultando alle volte un’amica poco leale.

La vediamo approcciarsi maggiormente con le sue migliori amiche Greta e Nata. Con la prima è legata dai tempi della scuola materna, dove bastò un fugace sguardo e un tenero sorriso per firmare un contratto di amicizia eterna ed assoluta. Alma condivide con Greta tutte le situazioni importanti, dalle feste più ambite, passando per le prime infatuazioni, fino alle situazioni più spiacevoli. Con Nata, invece, ha più un rapporto da compagne di classe, considerato che fuori scuola non sempre viene coinvolta dalle amiche. Questo perché si trova spesso in compagnia del fidanzato Alberto. Alma cerca di far ravvedere la ragazza sulla sua malsana relazione sentimentale in svariate occasioni, e non mancheranno per questo le piccole discussioni o gli allontanamenti.

È rivedere la vecchia amica Berta che destabilizza Alma e getta le basi su cui si erge Ni Una Más

Sarà per la sua causa che aprirà il profilo Instagram “I am Coleman Miller”, dando vita al riscatto dell’amica, di se stessa e di tutta la comunità femminile. Pertanto, cosa succede davvero ad Alma? Durante la festa cui ha potuto partecipare con Greta grazie agli agganci di suo fratello David, Alma si è lasciata andare tra alcol e sballo per rendere memorabile la serata. Il suo obiettivo era inoltre quello di flirtare con David, che da sempre personificava la sua fantasia più vivida. Tuttavia, dopo un suo innocente rifiuto pensando che la ragazza volesse costruire qualcosa di serio, Alma perde il controllo di se stessa. Finirà così per diventare quasi del tutto incosciente.

Sarà in questo stato che un individuo, all’inizio ignoto, la porterà via con sé e senza parlare, e la spoglierà fino a sfogare ogni suo impulso. Una scena che è diventata ancor più angosciante dopo aver scoperto che il colpevole fosse proprio Hernán. Di quest’ultimo è nota a tutti l’attrazione per Alma e la sua amarezza per l’atteggiamento di Alma nei suoi confronti. Di fatto in passato, dopo aver condiviso un unico rapporto intimo, lei gli aveva espresso l’intenzione di non iniziare alcun tipo di frequentazione e restare buoni amici. Fa rabbrividire come il ragazzo si giustifichi su una evidente omissione di consenso da parte di Alma, asserendo che fosse stata lei a chiedergli di portarla via.

Era infatti palese come i fumi della droga e dell’alcol le offuscassero la coscienza

E in Ni Una Más è proprio questo concetto che si vuole sottolineare più degli altri. Qualsiasi uomo di ogni età, amico e non, avrebbe potuto farla riposare in un posto sicuro. Alma combatte dunque con un trauma che si porta dietro dopo quella festa. Subendo inoltre le angherie dei compagni di scuola a causa di qualche video e foto e le molestie online da parte di un profilo falso che non poteva che rivelarsi Alberto sul finale.

Con lei emerge infatti il contrasto di chi, a differenza sua, si rifugia dietro uno schermo, pecora di una maggioranza che si rivela non a caso maschilista e pericolosa. Si trova spesso a lottare da sola. Rischia la sua stessa vita e affronta fino alla fine i muri alzati da coloro che la circondano e che dovrebbero solo sostenerla. La sua fortuna, però, a differenza di altri suoi coetanei, sta nel poter contare su due genitori molto presenti e comprensivi, nonostante all’inizio apparissero un po’ distaccati e autoritari. Soprattutto il padre sembrerà quasi appartenere alla “fazione dei violenti”, in un primo momento. Tuttavia, dopo tutte le vicissitudini della figlia, non potrà fare altro che scusarsi e ricordarsi del bene immenso che aveva sempre provato per lei.

La madre ci dimostra invece come Alma abbia avuto sin da piccola un’educazione femminista

Parola che fieramente ha deciso di imprimere sulla sua pelle. E le immagini del tattoo dopo l’abuso subito la dicono lunga sul suo senso di colpa infondato, il sentirsi impura, violata e confusa sulla vita che spetta ad una donna. Infine, il voler mostrare la sua cicatrice in testa, offre un altro balzo in avanti a Ni Una Más. Questo precede infatti la scoperta delle carte e paradossalmente l’acquisizione di una maggiore maturità della ragazza. La fine dei castighi, dei test antidroga, il miglioramento dei risultati scolastici e la sua prima cotta con David, segnano un dinamismo eccelso del personaggio.

Non a caso, i genitori sembrano andarle incontro come non mai adesso. Sostenendola, dimostrandole il loro orgoglio e concedendole il libero arbitrio sul suo futuro. Dopo aver sbattuto in carcere lo stupratore della scuola, deciderà infatti di sospendere la frequenza scolastica e iniziare il suo viaggio verso una maggiore conoscenza di sé. Le auguriamo dunque di scoprire presto le ambizioni di cui ha bisogno per realizzarsi come la più impavida delle donne. Dopo il sangue e le lacrime, merita infatti bellezza, cura, gratitudine e la tanto ricercata felicità.

2) Greta ha sempre la parola giusta ma soffre in silenzio

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Greta

Su un tappeto arcobaleno sfila una spiritosa e sagace Greta. Lei è la migliore amica di Alma, con cui in maniera più che goliardica e autoironica inizierebbe volentieri una relazione di tipo amoroso. Lei diventa un personaggio essenziale di Ni Una Más che, dalla personalità decisa e dalla risata contagiosa, personifica la lotta femminista senza alcuna remora o timore. È l’unica che di fatto non ha subito alcun abuso. Tuttavia, indagherà con tutto il suo impegno, per scoprire cosa fosse successo ad Alma la sera della festa. Superando la distanza fisica e virtuale dall’amica messa in punizione dai genitori, attraverso lettere pullulanti di bene fraterno. Questa è dunque Greta, un luminoso involucro vintage di sensibilità, magnanimità e amore.

È la tipica ragazza che dimostra più dell’età che ha. Le vicissitudini della vita l’hanno costretta infatti a rimboccarsi le maniche e superare gli ostacoli sempre con il sorriso. Soltanto una volta, senza farla troppo tragica, ammetterà ai genitori quanto non fosse semplice per lei sapere che la famiglia traesse sostentamento da una piantagione di marijuana nel seminterrato. Questo si aggiunge al fatto che i genitori avevano dovuto iscriverla in un altro liceo in quanto quello che frequentava insieme ad Alma fosse troppo costoso.

Fu un momento terribile per le due amiche, quello, nonostante Greta fosse la più ottimista di Ni Una Más

Questa cercava infatti di tirare su il morale ad Alma in ogni occasione, mettendo in secondo piano la sua di sofferenza. Sarà però tra gli scaffali del supermercato che, cercando lo snack più economico, incontrerà una persona che le trasmetterà vibrazioni positive tali da disorientarla. Pertanto, oltre ad avvertire un impulso sessuale per Mer, donna oltre i 30 anni, farà i conti per la prima volta con il suo orientamento in maniera piuttosto concreta.

Sembra infatti che cerchi di essere una guru per le persone a cui vuole bene, concentrandosi poco su se stessa e su cosa davvero voglia nella sua vita. È dunque un’abile incantatrice, Greta. Una di quelle amiche che devi sempre portare con te in situazioni scomode, perché con qualche battuta pungente e del divertente sarcasmo stende tutti coloro che si meritano una lezione. Ha un forte spirito protettivo e cerca di godere della bellezza della vita. Quando però subisce il suo primo importante rifiuto, sembra cadere in un momentaneo buco nero. La vediamo comparire meno, anche per lasciare spazio ad altri personaggi di Ni Una Más e poiché nella realtà vorrebbe davvero scomparire al momento. Scopre infatti che la donna di cui si è infatuata potrebbe essere una spia della guardia civile, che stava indagando tramite lei per arrestare suo fratello.

E come se non bastasse, l’aver mentito sulla sua vera età diventa d’un tratto ipocrita e immatura al cospetto di Mer

In un primo momento, infatti, la donna deciderà di non volerla più vedere. È tanto affascinante analizzare dunque le due facce di Greta. La vediamo affrontare noti spacciatori o difendere con grande coinvolgimento Alma quando parla con Hernán. Poi, la vediamo anche crollare quando rivela a David del possibile agguato della polizia a casa loro.

Così come quando suona alla porta di Mer chiedendo perdono o quando deve salutare Alma che va via per tre mesi. In Ni Una Más Greta rappresenta quella tipica persona che dà più spazio ai sentimenti degli altri, che vuole essere la consigliera e la complice di chi le è più caro. In compenso tende ad apparire egocentrica per mascherare una forte riservatezza, una paura legata alla manifestazione delle sue sensazioni più profonde, delle incertezze, dei sensi di colpa.

Ha sempre bisogno degli altri, per dare meno adito alle preoccupazione che in realtà le martellano il cervello. Pertanto, alla fine di tutto, scorgiamo in lei una sorta di lieve rassegnazione sul fatto che la presenza delle altre persone nella sua vita sia per lei essenziale. Dopo il trasferimento in un’altra scuola, la partenza di Alma e di David, sa già che dovrà fare i conti con la solitudine e la presa di coscienza. Noi la apprezziamo in ogni caso, sia da Xena (qui un nostra approfondimento sulla complice Olimpia) che da Piccola Fiammiferaia. È nata già piccola grande donna e siamo sicuri che col tempo imparerà a contemplare anche i fallimenti, il cattivo umore e gli abbandoni. Questi fanno parte della vita, che va amata in ogni suo momento, come Greta insegna a tutti noi dall’inizio alla fine di questa maratona targata Ni una más.

3) Nata: la perfetta fidanzata di Ni Una Más non vede, non sente, non parla

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Nata

Nell’economia della narrazione non poteva mancare quell’amica figlia di genitori ricchi e influenti, fidanzata con il “bello della scuola” e attenta a stare lontana dagli scandali. Tuttavia, possiamo solo dire che queste fossero le sue intenzioni iniziali! Ingabbiata in una relazione tossica con Alberto, sembra non mostrare alcun carattere e cadere nella continua rete di manipolazioni del ragazzo. Questi, infatti, sin dall’inizio aveva capito che Nata, una volta conquistata, sarebbe dipesa da lui in tutto. Per sua scelta la loro diventa una sorta di relazione di gruppo con i suoi amici. E a questo proposito, per aver una maggiore intimità con il ragazzo, Nata deciderà di rendere tutto più eccitante mettendo nei guai se stessa e la famiglia.

Finirà comunque per perdonarlo ogni volta. Nonostante lui le facesse subire la noia di dover assistere continuamente alle sue partite e il peso di stare sempre insieme a devianti compagnie. Il culmine di questa storia arriverà però nel momento in cui Alberto permetterà loro di partecipare a un “incontro sessuale” con la fidanzata. Tuttavia, anche in questo abominevole caso, Nata non sentirà ragioni quando le sue amiche le urleranno in faccia la verità e la necessità di denunciare l’accaduto. Nata rappresenta infatti quella ragazza plasmata dai genitori a loro modo, nelle scelte, nell’alimentazione, nella scuola e ovviamente nelle relazioni. Alberto per la madre è un buon partito, per il semplice fatto che è anche lui di buona famiglia ed è attraente. Mentre Alberto per parte sua, con l’aiuto della madre di Nata, riuscirà ad andare a studiare in Canada.

Si tratta di quelle dinamiche in cui il dio denaro offusca il buon senso e i valori morali

Sarà la madre infatti a rivelare a Nata che gli uomini spesso tradiscono e commettono errori. Ma “se ne vale la pena”, la partner deve chiudere più di un occhio e allontanare i rumors. Pensando che sia dunque questo l’atteggiamento da assumere, non ci penserà due volte a tornare sui suoi passi e perdonare così il viscido fidanzato. Ciò che inoltre farebbe dare di matto qualsiasi amica, è la sua tiepida reazione alle offese e alle aggressioni perpetrate da Alberto e i suoi amici nei confronti di Alma. Consapevole di quanta dedizione metta l’amica nella lotta femminista soprattutto dopo la molestia subita.

Natacha dunque non ha di certo una personalità decisa. La famiglia non le ha permesso di crearsela ed è sempre stata solita aggrapparsi a coloro che invece la possiedono per natura. Mi riferisco alle sue amiche, ma anche a uno come Alberto e la sua combriccola, che recitano la parte dei più spavaldi e popolari della scuola, per nascondere insicurezza e frustrazione. Sappiamo bene infatti la fine che è riservata ai bulli.

Inoltre, l’aggettivo che usa più spesso Nata nei confronti delle sane convinzioni di Alma è “pesante“. Questo perché lei finge di vivere una vita leggera e invidiabile da tutti, ma dentro di sé sente dei grandi macigni che si porta dietro ormai da tempo. Soltanto alla fine, dopo aver scoperto che fosse Alberto a mandare le foto intime ad Alma e averla vista nel cortile della scuola spaventata ma superbamente fiera, darà voce alla Nata interiore che mai nessuno aveva udito.

Sarà un sollievo vederla vomitare addosso al suo fidanzato tutto il veleno che aveva accumulato nel tempo

E se prima non aveva minimamente contemplato l’idea di denunciare lui e i suoi amici, adesso non ci pensa due volte a metterli pubblicamente alla gogna, sabotando così l’immagine falsata che avevano di se stessi. Con passo lungo e ben disteso raggiungerà quindi le sue amiche, chiedendo scusa con gli occhi e stringendo loro le mani dell’intesa più sincera. Non si può parlare di una vera e propria evoluzione, perché è avvenuta in maniera piuttosto repentina. Tuttavia, un piccolo passo per l’uomo è un grande balzo per l’umanità. Quindi, facciamo il tifo per una Nata rinnovata, affinché possa adesso conquistare la sua libertà più pura.

4) Berta è la storia di una giovane donna che non riesce a vincere il suo dolore

Berta

È questo il capolinea di Ni Una Más, dove ogni treno della stazione delle violenze si ferma e purtroppo non riparte più. Berta compare all’improvviso al centro commerciale dopo anni di distanza e chiede ad Alma di concederle un confronto regalandole un ciondolo di suo produzione. Le due erano compagne di classe e amiche da più piccole, poi per un esaurimento nervoso di Berta e una serie di problematiche annesse si erano allontanate scegliendo licei diversi. Abbiamo di fronte una ragazza originale, certamente sui generis nello stile e negli atteggiamenti, amante dell’arte e all’apparenza sempre solare ed entusiasta. Si è fatta nuove amiche nella nuova scuola e tende sempre a strafare con alcol e fumo.

Cosa nasconde però l’instabile Berta? La risposta arriverà dopo il suo terzo tentativo di suicidio, compiuto con innumerevoli pasticche rubate a casa degli amici e una bottiglia di vino. Finita in ospedale, racconterà la sua storia ad Alma che per coincidenza si troverà nel lettino accanto dopo il suo incidente. Inizierà dunque un terribile racconto, con protagonista lei e l’attuale docente di storia di Alma, che in passato insegnava anche nella loro scuola media. Da quegli abusi perpetrati dall’uomo (qui parliamo di una serie che condivide strettamente il tema) erano partiti i suoi disturbi psichici legati ad ansia, attacchi di panico, paranoie e odio verso la vita. Non l’aveva detto mai a nessuno, convivendo ogni giorno con questo enorme peso sul cuore. O ancora assumendo di contro atteggiamenti a tratti ossessivi verso le persone a lei vicine, che inevitabilmente tendevano ad allontanarsi. Così come aveva fatto anche Alma, pentendosene amaramente col senno di poi.

E sarà proprio Alma a provocare un’esasperata crisi di Berta, mettendo in dubbio la sua verità

Tutto ciò, dopo aver fatto degli incontri privati e all’apparenza innocenti con l’insegnante di storia incriminato. A questo proposito, assorbita da un vortice irrefrenabile, la ragazza metterà fine alla sua storia. Annuncerà così una delle più grandi sconfitte di Ni Una Más conseguente a una taciuta violenza subita in tenera età. A questo punto, non si può fare altro che provare un forte senso colpa per non esserle stati d’aiuto quando ne aveva più bisogno. Anche quando si dubiterà davvero delle sue dichiarazione dopo che emergerà dalle indagini una diagnosi di disturbo bordeline di personalità.

Lo sentirà nel cuore Alma, che rimarrà devastata per aver assistito al suo gesto estremo senza riuscire a fermarla, rimanendo infine impossibilitata a darle un po’ di serenità oggi e sempre. Un maggior rimpianto però è riservato ai genitori. Questi, infatti, dopo tutti i continui e accesi litigi che li porterà al divorzio, sembra che non abbiano mai considerato davvero la figlia. Era per lo più abbandonata a se stessa, Berta. Ecco perché si attaccava alle persone fino a soffocarle. Annegando così la fatica di affrontare la vita quotidiana con sostanze che la facessero andare lontano, spariva man mano. I suoi sorrisi e l’ostentazione del suo egocentrismo erano una forzata imitazione dei modi della madre, che realmente sembrava non toccata dalle evidenti problematiche della figlia.

Infine la bella notizia in questo mare mosso è che giustizia è stata fatta per Berta, Bambi e le altre vittime

Purtroppo si sa che il bene tende a emergere un po’ in ritardo sul male, il più delle volte. Tuttavia, Ni Una Más non vuole farci perdere la speranza sul coraggio di tirare fuori gli artigli e affondarli nelle viscere della malvagità più infima e disumana. Resterà sempre con noi lo spirito di Berta che ci intima di tenere al sicuro il suo segreto. Ma se c’è una cosa che insieme ad Alma abbiamo imparato è che non bisogna darle sempre ascolto. Cara Berta, tu meritavi di avere finalmente un po’ di pace e adesso, anche se in un pianeta lontano, non sarai mai più sola.

5) Mercedes è il 4+1 di Ni Una Más che avremmo voluto conoscere meglio

Concludiamo dunque questo emozionante viaggio con le nostre piccole donne, stupor mundi senza rivali, proprio con Mer. Lei è una donna alla soglia dei quaranta, che frequenta piccoli negozi d’alimentari, fuma erba nel weekend, vive in una bella casa con camino. Nella vita invece fa la guardia civile, ovviamente non nella sezione narcotraffico. Quest’ultimo dettaglio lo abbiamo scoperto nel momento in cui Oscar mostra a Greta quella famosa foto che le farà credere di essere stata usata come spia dalla donna. Mer si occupa però di reati sui minori e, nel caso specifico, di violenza sulle donne. Sarà lei infatti che interrogherà Alma riguardo al suo profilo “I am Coleman Miller”. Questo poiché, avendolo scritto insieme a Berta, sarebbe stato utile per risalire alla vera colpevolezza dell’insegnante.

Pertanto, sarà mediante la testimonianza di un’altra ex alunna dell’insegnante che Mer e i colleghi faranno la loro entrata d’effetto nell’istituto convinti più che mai di arrestare quel criminale. Facendo un passo indietro però, noi abbiamo conosciuto in principio una donna spogliata dalla sua divisa. Questi ha infatti approcciato con una ragazzina dandole consigli alimentari e ripresentandosi nello stesso posto il giorno dopo per poterla rivedere. Avendo più esperienza di Greta, aveva notato infatti una certa attrazione nei suoi occhi e con la scusa del passaggio in macchina e dell’acquisto di erba, l’aveva fatta venire a casa sua.

Inutile dire che, viste le dinamiche di Ni Una Más, potevamo immaginare di tutto

Invece più di qualche gioco spinto, del flirt palpabile, lo smalto ai piedi e un bacio interrotto, non sembra esserci stato. Mer ha voluto credere che Greta fosse più grande, ma noi siamo convinti che in cuor suo sapesse che le aveva mentito. Anche se probabilmente non poteva immaginare avesse addirittura 17 anni. Un duro colpo per una poliziotta che lavora nella sezione minori! Non potrà negare che le era mancata durante il periodo in cui aveva chiuso con lei. Con Greta, aveva infatti ricominciato a ridere come non faceva da troppo tempo. E tra un sorso di birra, una battuta divertente e qualche spinello era tornata a risentirsi viva.

La scena del loro unico bacio, dai toni imbevuti di drammatica suspense, lo presenta ancora una volta un gesto inappropriato per entrambe. Sarà Mer dunque a respingerla, dopo che la ragazza partirà per la tangente palpandola. Decidendo subito dopo di rivelarle uno dei suoi scheletri tenuto nascosto per troppo tempo nello stesso modo in cui aveva fatto Berta. Questa volta, però, non parliamo di abusi ma di malattia fisica. Nello specifico di carcinoma con annessa una mastectomia. Così, come un’inspiegabile sensazione di impotenza, la recessione di qualsiasi forma di autostima e tanta voglia di nascondersi e incapacità di dimenticare.

È infatti risaputo ormai che con Greta le persone riescano ad aprirsi

Ma il fatto che sia un’adulta come Mer a farlo con una ragazzina è una realtà tutta al femminile sconvolgente. Tutte le donne del mondo, di qualsiasi età, etnia o religione, sono cucite insieme da un filo dorato che le renderà sempre un’unica cosa. Qualcuna a volte se ne dimentica, come Nata. Un’altra lo recide perché non sente la vicinanza delle sorelle, come Berta. Mentre Alma e Greta si battono ogni giorno per tenerlo ben saldo e luminoso. In quanto a Mer, avremmo sicuramente voluto viverla di più. Tuttavia, risulta essere un fiore all’occhiello che era giusto raccontare per il suo alto e peculiare profilo femminista (ecco un articolo sul femminismo in un’altra grande serie, Fleabag).