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Nip/Tuck – Una Serie che dovreste recuperare (o guardare) anche a vent’anni dalla sua messa in onda

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Credo che i medical drama siano un po’ un guilty pleasure per noi fruitori delle serie tv. Siamo pienamente consapevoli del fatto che molte delle procedure mediche siano non propriamente esatte e veritiere. Eppure, assistiamo con una certa soddisfazione alla realizzazione di interventi innovativi. Gli stessi che nella realtà sarebbero impensabili. E, più di tutto, ci perdiamo nelle dinamiche che si instaurano lungo i corridoi di cliniche e ospedali tra coloro che li vivono e li abitano. Quelli che rendono quei luoghi di difficoltà salotti nei quali le love story regnano sovrane. Paradossalmente, smettiamo di pensare alla morte. Medical drama come E.R. o Grey’s Anatomy sono entrati nell’immaginario collettivo come la rappresentazione delle cose che (in realtà non) succedono negli ospedali. Ma questi campioni di share non sono gli unici a trattare il magico mondo della medicina e della chirurgia. Tra le serie che per qualche motivo sono state meno chiacchierate rispetto ai big del genere c’è Nip/Tuck.

Ideata da Ryan Murphy, è andata in onda tra il 2003 e il 2010 in sei stagioni durante le quali l’aspetto drammatico ha avuto sicuramente la meglio su tutti gli altri. Anche ma non solo nelle storie dei pazienti che di puntata in puntata hanno fatto visita alla clinica McNamara/Troy. Una serie che, anche a distanza di vent’anni, merita davvero di essere recuperata. Sia da chi se l’è persa all’epoca e, perché no, anche riguardata da chi invece ne ha già goduto.

Nip/Tuck: un medical drama dai tratti rari

Se parliamo di Nip/Tuck, è doveroso cominciare dicendo che poco ha a che vedere con l’idea che probabilmente ci spunta in testa quando pensiamo ai medical drama “tradizionali”. Partiamo dal presupposto che non ci sono ospedali. La serie non è ambientata tra le mura di un qualche grande policlinico universitario. Ci troviamo nel centro di chirurgia plastica McNamara/Troy, creato e gestito dagli abili medici che gli danno il nome, Sean McNamara e Christian Troy. Niente ospedali, niente specializzandi, niente storie da tenere nascoste tra nuovi arrivati e capireparto. Ma ciò non significa assolutamente che nella sua trama ci siano meno drammi. Anzi.

Nip/Tuck
Nip/Tuck

Dylan Walsh e Julian McMahon sono gli interpreti di Sean e Christian che, prima e oltre che colleghi, sono amici praticamente da una vita. Le loro vicende sono spesso intrecciate a livello molto più che professionale pur essendo due uomini dalle vite e dalle personalità estremamente differenti. Sean vive con sua moglie Julia e con i figli Matt, Annie e Connor. Il suo matrimonio solo all’apparenza perfetto si rivela però ben presto un’unione piena di problemi e segreti. Cosa con la quale l’uomo deve fare i conti per non sprofondare in una crisi più grande di quella nella quale è già. GIGANTESCA ALLERTA SPOILER: il fatto che Matt in realtà non sia figlio suo ma di Christian la dice lunghissima su quanto, fin dalla notte dei tempi, il suo matrimonio fosse poggiato sulle basi sbagliate.

Christian, invece, lungi dall’unirsi in matrimonio, è un uomo dalle tante storie di una notte e dai pochi scrupoli. Un uomo costantemente alla ricerca di donne da sedurre e generalmente più cinico ed egoista rispetto a Sean. I due chirurghi in alcuni casi si bilanciano perfettamente, in altri invece si scontrano senza però staccarsi mai del tutto.

Un rapporto che oscilla tra l’equilibrio e la co-dipendenza.

Ogni puntata della serie si concentra sul paziente che si presenta nella clinica e che vuole farsi operare da Troy e McNamara, ed è generalmente da lui o lei che prende il titolo. Le personalità che spalancano le porte dello studio – a volte con discrezione, altre con irruenza – sono molteplici e sfaccettate. Ognuna ha le proprie motivazioni per essere lì, condivisibili o meno. Stiamo parlando di motivazioni mediche come la ricostruzione del seno dopo il cancro o la transizione di genere. Ma anche di persone che vogliono effettuare qualche ritocchino per sentirsi meglio con se stesse. O, ancora, di altre che sono praticamente ossessionate dalla bellezza e dalla ricerca della fantomatica perfezione.

Ciò che i pazienti vogliono è però sempre la stessa cosa: finire in sala operatoria. Su quel lettino che può essere tanto croce quanto delizia. E ognuno di loro lega indissolubilmente la propria vita a quella dei due medici, facendosi aiutare o sedurre da loro. Arrivando ad amarli, odiarli e finanche a far diventare loro stessi un’ossessione.

Nip/Tuck

Tematiche complesse e scelte forti

Le storie raccontate negli episodi di Nip/Tuck altro non sono altro che occasioni di riflessione su tematiche per niente banali e scontate. Prima tra tutte – è quasi ovvio visto il mestiere dei protagonisti – la già citata ossessione per la bellezza. Christian e Sean sono due uomini estremamente affascinanti che per lavoro creano bellezza, o quella che secondo i canoni estetici del momento è considerata tale. Molti pazienti farebbero e fanno carte false per essere operati da loro. Spendono infatti cifre esorbitanti e superano ogni limite per affidare il loro corpo alle abili mani dei chirurghi. Tutto ciò per diventare chi – ma soprattutto come – vorrebbero essere. E d’altro canto i due medici sono ammaliati dall’idea di avere così tanto potere. Si sentono creatori che plasmano la materia umana per renderla la massima espressione delle proprie potenzialità.

Ma ciò che la bellezza dà, la bellezza toglie. Sean e Christian si ritrovano infatti – loro malgrado – anche sotto l’occhio inquietante e vigile di chi dalla bellezza è talmente ossessionato da arrivare a toglierla. E qui mi fermo nella trattazione dell’argomento per evitare ulteriori spoiler a coloro che questa serie non l’hanno ancora vista – che per fortuna possono recuperarla per intero su Prime Video -, ma il tutto ha chiaramente in sé il seme del dramma.

E proprio attraverso la lente del dramma vengono spesso e volentieri portate avanti le molteplici tematiche che Nip/Tuck vuole sviscerare.

Si parla chiaramente di tutto ciò che è legato alla bellezza e al narcisismo tanto dei protagonisti quanto di molti dei pazienti che gli fanno visita, ma non è di certo questa l’unica ossessione che percorre e stravolge le puntate della serie. Si parla della ricchezza e del potere, della tossicità delle relazioni sentimentali. Ma non solo. Anche dell’amore e della morte, del sesso e della trasgressione, dell’incapacità di riuscire a stare bene con se stessi.

Lo si fa senza mezzi termini e senza censure, non nascondendo nulla allo sguardo tanto interessato quanto a volte attonito di noi spettatori. Dando vita così a scene forti e dirette che in alcuni casi sconvolgono anche solo a pensarci. Nulla è lasciato al caso o all’immaginazione; tutto è sullo schermo. E noi vi ci immergiamo dentro.

Sconvolgere e affascinare

Per le tematiche trattate, ma soprattutto per questo suo modo di trattarle, Nip/Tuck si posiziona tra quelle serie tv provocatorie e distruttive delle quali abbiamo proprio bisogno. È una serie che sconvolge e a tratti spaventa, ma che proprio per questo fornisce un contatto con la realtà che non molti altri prodotti dell’industria dell’intrattenimento possono vantarsi di poter ricreare. A distanza di vent’anni, lo dobbiamo ammettere, qualche pecca c’è, e qualche episodio non è invecchiato proprio benissimo. Ma è anche vero che le serie tv riflettono la società nella quale prendono vita, non quella in cui vive chi le guarda a distanza di tempo. Quella del 2003 ne è uscita un bel po’ scandalizzata: pronti per farvi sconvolgere anche nel 2023?