Adoro le sorprese. Che si tratti di un regalo inaspettato, un evento inatteso o di una serie cominciata per caso alla quale mi affeziono prepotentemente, la possibilità di farmi sorprendere da ciò che la vita mi mette davanti è una cosa alla quale non rinuncerei mai. Mi è successo di recente: ero alla ricerca di una serie tv piacevole ma non troppo impegnativa. Mood leggero, niente drammi che potessero animare gli incubi delle mie notti già insonni, solo una buona compagnia. All’improvviso ricordo di aver letto opinioni positive su Nobody Wants This, e senza particolari aspettative mando in play la prima puntata. Ho divorato le altre 9 nel giro di un weekend, e ci ho messo tanto solo perché ho passato più tempo fuori casa che dentro. Mi ha sorpreso, l’ho adorata e so di non essere l’unica. Non l’abbiamo vista arrivare, ma per fortuna adesso è qui.
Una ricetta semplice ma efficace
Prima di entrare nel vivo dell’articolo mi sembra il caso di focalizzare l’attenzione su due punti. Il primo è che non sono una fan delle storie romantiche, categoria nella quale Nobody Wants This può a tutti gli effetti rientrare ma dalla quale ironia e irriverenza riescono anche a smarcarla. La seconda è che ho un precedente per quanto riguarda l’innamoramento verso personaggi delle serie tv appartenenti a cleri vari ed eventuali. Sì, sto parlando del Prete di Fleabag, ma ci tengo a precisare che questo elemento non ha influenzato di per sé il mio giudizio positivo. Cosa lo ha influenzato? Adam Brody, ma questa è un’altra storia. Quello che voglio dire è che così, un po’ dal nulla, una serie che aveva tutti i presupposti per passare e andarsene senza troppa attenzione si è rivelata un prodotto destinato a restare. E questo, grazie a una serie di ingredienti specifici.
Partiamo dal tempo. È la fine di settembre, quel momento dell’anno in cui – cambiamento climatico a parte – l’estate comincia a salutarci per fare spazio all’autunno. Contemporaneamente, le serate all’aperto in compagnia lasciano il posto a quelle casalinghe. E quando il mood passa da Party in spiaggia a Divano e copertina, cosa c’è di meglio di una nuova serie tv per completare il quadretto? È in questo contesto che nel catalogo Netflix spunta all’improvviso Nobody Wants This, una serie dal titolo a suo modo enigmatico (potrebbe appartenere praticamente a qualsiasi genere). Nessuna grande attesa, nessun annuncio pomposo, anche se visti i protagonisti noi millennial saremmo a dir poco impazziti. È arrivata con una semplicità e una leggerezza disarmanti, ma anche con la voglia di dire qualcosa e di farlo a suo modo.
Il resto – come si suol dire – è storia.
Una storia caratterizzata dal giusto equilibrio tra semplicità e assurdo. Durante una cena da un’amica comune, il giovane affascinante rabbino Noah incontra l’agnostica Joanne, che insieme a sua sorella porta avanti un podcast sul sesso e sulle relazioni ispirato dalle proprie personali esperienze di donne adulte alle prese con la vita da single. I loro mondi sono agli antipodi: mentre il pane quotidiano di lei sono le app di incontri e lo stile provocatorio, lui passa buona parte delle sue giornate tra il Tempio e una famiglia ingombrante e tradizionalista. Ma, come dice un antico proverbio che non muore mai, gli opposti si attraggono. E dall’incontro di due vite così distanti nasce un amore spesso ostacolato, ma anche vissuto nella maniera più matura possibile. Un amore non privo di ansie e paranoie, ma insomma, noi che ormai non abbiamo più vent’anni sappiamo benissimo che a quelle difficilmente si scampa.
La relazione tra Joanne e Noah non scorre sempre propriamente serena. La famiglia di lui con ogni probabilità preferirebbe vedere Noah in un eremo piuttosto che con Joanne, non soltanto non ebrea, ma anche impegnata a raccontare a mezzo mondo la propria vita sentimentale e sessuale. D’altra parte Joanne deve interfacciarsi con i sentimenti (e le gelosie) di Morgan, sorella con la quale vive quasi in simbiosi. Eppure i due si piacciono davvero, e dopo una serie di reticenze iniziali si aprono a un sentimento che ha un grosso potenziale da esprimere. Lo fanno con sincerità e con una maturità della quale loro stessi si sorprendono. Ma soprattutto, lo fanno con un’ironia che permette loro di affrontare anche le situazioni più paradossali e spiacevoli, e che permette a Nobody Wants This di non essere la solita commedia romantica.
Ma se la storia e lo stile di Nobody Wants This la rendono convincente, sono i personaggi a renderla unica.
I personaggi, o meglio gli attori che li interpretano: Adam Brody e Kristen Bell, una coppia della quale non sapevamo di avere bisogno. Attori che le persone appartenenti alla mia generazione conoscono bene, ancora legati ai personaggi che hanno interpretato in adolescenza o giù di lì: Seth Coen di The O.C. – che ricordavamo decisamente più sbarbato alle prese con il Chrismukkah – e l’adolescente investigatrice Veronica Mars dell’omonima serie. Senza togliere niente alla volontà di Nobody Wants This di parlare a un pubblico ampio, mi sembra abbastanza ovvio come questa strizzi l’occhio soprattutto a quelli come me, i millennials. E cosa è allora questa serie, per noi, se non un vero e proprio regalo inaspettato?
Presi come siamo dalla spasmodica ricerca di reboot, remake, rewatch, re-qualsiasi cosa ci permetta di ricordare i bei vecchi tempi andati, passiamo più tempo a guardare – nella serialità e oltre – al passato che al presente. Ci accontentiamo di quello che è stato, pensando troppo poco a ciò che è e sarà. E poi arrivano loro, i protagonisti di quel passato tanto agognato, a ricordarci quanto le serie di oggi abbiano ancora tante cose da dirci e da darci. A sottolineare come i tempi siano cambiati, e insieme a loro le storie e il modo di raccontarle. Ma anche a rassicuraci sul fatto che i volti della nostra infanzia non li abbiamo persi, si sono solo rinnovati.
Bella sorpresa, ritrovarsi a riflettere su quanto il presente abbia ancora valore. Bella certezza, sapere che la serie che ce lo ha ricordato tornerà. Ma ormai lo sappiamo, e la prossima volta la vedremo arrivare.