Noi, I Ragazzi Dello Zoo Di Berlino non è solo una storia cinematografica e letteraria, non è solo la nuova Serie Tv di Amazon Prime Video. Prima di tutto Noi, I Ragazzi Dello Zoo Di Berlino è una storia vera, è la storia della perdizione, dei quattordici anni sbagliati, della conseguenza di una scelta sbagliata, è la storia di Christiane F.
La storia di Christiane F è spietata, tagliente. Una biografia, la sua, che non smette mai di finire e che a ogni ostacolo ne propone un altro. I suoi drammi iniziano già dall’infanzia: il padre è violento, la famiglia è completamente disfunzionale. Quando a dodici anni si trasferisce nel quartiere di Berlino di Gropiusstadt le cose vanno a peggiorare: la sorella va a vivere con il padre lasciandola da sola con la madre, un’ennesima figura su cui la ragazza non riponeva alcun tipo di fiducia. Aveva dodici anni, e aveva già paura. Ma le cose, dopo quel trasferimento, andranno solo peggiorando.
A dodici anni inizia a frequentare il gymnasium unificato di Gropiusstadt, dove conosce l’amica Kessi. Il suo primo viaggio all’interno della droga porta nell’effettivo due nomi: quello dell’amica – con cui inizierà a conoscere questo mondo – e quello della discoteca del Sound, la più moderna d’Europa. Dobbiamo immediatamente sfatare questo mito: nonostante nella serie questo luogo sia visto come uno dei più belli, nella realtà dei fatti Christiane lo vede per com’è davvero. Una topaia farebbe invidia a questa discoteca che altro non è che un’accozzaglia di muri sporchi all’interno di un piccolo sottoscala. La ragazza riesce a reggere questo degrado solo con l’aiuto della droga e come lei – probabilmente – tutto il resto delle persone che le gravitano attorno.
La vita di Christiane F non ha certezze a cui aggrapparsi. L’adolescenza non è neanche arrivata, ma lei sente già il peso di essere Christiane F senza sapere tutto quello che l’aspetta, senza riconoscere il pericolo quando è evidente che le stia bussando alla porta. Solo una cosa la salva dalla sua routinaria sofferenza, e quella stessa cosa – ironicamente – diventerà il suo primo contatto con l’eroina: David Bowie. Il suo amore per il cantante è sconfinato, indomabile. Finalmente ha la possibilità di andare al suo concerto, ma non sa ancora che quello sarà il suo primo passo verso un mondo che le devasterà l’esistenza.
Dopo il concerto di Bowie, Christiane F – come abbiamo visto in Noi, I Ragazzi Dello Zoo Di Berlino – conoscerà la droga entrando a tutti gli effetti dentro una dipendenza che non la lascerà mai davvero. Le persone di cui si accerchia sono rotte come lei, senza ambizioni o voglia di combattere contro il cancro che stanno coltivando. Anche il fidanzato di Christiane, Detlef, è un tossicodipendente che deciderà di prostituirsi con clienti omosessuali per recuperare l’eroina per lui e la ragazza. Non sempre però il ragazzo riesce a recuperare le scorte previste per la fidanzata, ma la dipendenza è troppo forte per aspettare. Christiane così non ce la fa.Ed è così che inizia un ennesimo viaggio distruttivo per la neo adolescente: la prostituzione.
I due hanno un rapporto malsano. Non è una storia d’amore, è una storia di droga. Con il resto del loro gruppo la situazione è la medesima: non è una storia d’amicizia, è una storia di droga. L’intera adolescenza di Christiane F, in realtà, è una storia di droga.
Babsi, Stella, Axel, Deflet: tutti nomi che fanno rima con eroina. Dopo il loro incontro con lei, nulla sarà più appagante per loro. Non esisteranno più altri stupefacenti e insieme a loro non esisterà più neanche una vita senza la droga. I tentativi per disintossicarsi arrivano debolmente, e tutti saranno inutili. Christiane F è totalmente assuefatta. La vuole con sé, vuole avere la certezza di avere una dose per il giorno dopo e per il giorno dopo ancora. Sapere di essere senza la fa sentire nuda, spoglia, senza un’ancora a cui aggrapparsi.
Ma la l’eroina non risparmia nessuno, neanche se cerchi di essere il suo migliore amico. Ed è così che gli amici di Christiane F iniziano a morire e Noi, I Ragazzi Dello Zoo Di Berlino prende forma. Dopo la morte di Axel e di Babsi, Christiane cerca di curare la tragedia con l’arma che l’ha causata sparandosi una dose di eroina tale da mettere fine alla sua vita del tutto. Riesce a salvarsi, ma il suo tentativo di suicidio non può passare inosservato. Se non si interviene, Christiane morirà. Ormai la sua vita è in bilico, e ha soli quattordici anni. Finalmente la madre riesce a capire il dramma che la figlia sta passando intervenendo immediatamente: prima Christiane viene spedita in una clinica di disintossicazione dai metodi poco funzionali, e poi con un viaggio dal paese dei nonni, viaggio che darà vita al libro che best seller Noi, I Ragazzi Dello Zoo Di Berlino.
La storia dei ragazzi, infatti, non poteva stare in silenzio. Dietro di loro esisteva un giro di droga e di prostituzione che si stava rendendo protagonista degli anni ’70. Non era solo Christiane F, non erano solo loro, c’era un mondo che stava abbracciando la droga, e con lei molto altro. La prostituzione minorile – gestita da dei finti protettori – aveva ormai sconvolto Berlino e proprio per questo motivo due giornalisti andarono a trovare la ragazza per farle alcune domande. Questa esperienza le fece capire che poter parlare di quella storia era un vero e proprio atto liberatorio che, anche se non poteva guarire, aiutava a sopravvivere. Il Libro Noi, I Ragazzi Dello Zoo Di Berlino è finalmente pronto, e il suo esordio sconvolgerà le sorti di una società che non aveva capito cosa stesse succedendo di fronte ai loro occhi. O che forse, faceva finta di non capire.
Dopo l’esordio del libro, immediatamente Christiane viene invasa dai riflettori. La sua storia era la storia di tutti: si chiamava Christiane F ma poteva avere qualunque altro nome. Ciò che la differenzia da tutto il resto è che lei ha avuto il coraggio di mettere nero su bianco ogni parte di quella storia, anche quelle che più la farebbero condannare. La possibilità del film si concretizza quasi immediatamente.
Christiane conoscerà, in questo modo, David Bowie. L’incontro, a detta dell’ormai scrittrice, è subito risultato deludente: quello che aveva accanto a sé era un uomo esile, normale, non corrispondeva all’idea che si era fatta di lui. Piano piano i successi e le soddisfazioni lavorative arrivano, ma la realtà dei fatti è che per nessuno Christiane F è una scrittrice, per tutti è una dodicenne piena di eroina. In un certo senso, effettivamente, il libro non riuscirà a portarla fuori da quell’ambiente: i soldi aumentano, e con loro la possibilità di potersi procurare l’eroina con facilità.
Il mondo della droga continua così a caratterizzare la sua vita. I suoi successi faranno sempre e solo riferimento al suo libro e al film, per il resto qualunque altro progetto si rivelerà essere un fallimento per la donna che, piano piano, inizia a soffrire le prime conseguenze fisiche dettate dalla sua dipendenza. Nel 2013 Christiane F torna in libreria con un nuovo libro dal titolo “La Mia Seconda Vita”, un racconto in cui si sofferma su tutto quello che è accaduto durante gli anni di uscita del libro e del film. Spiega che – a causa dei vari problemi – ha perso l’affidamento del figlio e che il tunnel della droga è finalmente finito, ma con lui non tutte le sue conseguenze e reminiscenze. Pur non facendo più uso di eroina, continua infatti a fare uso di metadone, di tranquillanti, di droghe leggere e di sostanze alcoliche.
Noi, I Ragazzi Dello Zoo Di Berlino adesso è anche una Serie Tv. Nel 2021, nonostante la nostra ormai abitudine a fatti di questo genere, siamo ancora qua a parlare di questa storia con i soliti brividi di sempre come se fosse il tempo non fosse mai passato, come se gli anni 70 avessero cambiato un po’ anche noi.