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5 differenze molto significative tra Noi e This Is Us

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Noi è l’adattamento italiano, targato Cattleya e Rai Fiction, della celebrata serie americana This Is Us che dal 2016 sta appassionando e commuovendo milioni di spettatori. This Is us è una serie umana, che parla della storia di una famiglia con i suoi drammi e le sue gioie ed esplora una molteplicità di tematiche, anche complesse, come la perdita di un genitore, la difficile accettazione del proprio corpo, il problema razziale, il tutto senza mai sfociare nel pessimismo e nella negatività perché come dice quella che può essere considerata la frase simbolo di serie, “non esiste nessun limone tanto aspro da non poterci fare qualcosa di vagamente simile a una limonata”.

Sebbene This Is us sia fortemente legata al contesto americano, gli sceneggiatori Rai sono stati molto bravi nell’individuare gli elementi chiave per raccontare le tematiche cardine della serie con un linguaggio apprezzabile dal pubblico generalista di Rai 1.

Ci sono molto somiglianze tra la serie italiana e quella americana, eppure Noi può non piacere ai fan di This Is Us così come quest’ultima potrebbe non essere interessante per il pubblico di Rai 1, perché dobbiamo tenere bene a mente che il pubblico generalista americano è banalmente diverso da quello italiano.

In un’epoca in cui la tv di Stato sta sperimentando tanto, per esempio con la fiction Blanca di cui parliamo qui, Noi rappresenta il ritorno a una tematica tradizionale (la famiglia) anche se raccontata diversamente, su tre piani temporali differenti, alternando presente, passato e futuro.

Rispetto alla versione americana il dispositivo narrativo resta integro ma cambia la scrittura e ovviamente le vicende narrate sono adeguate al nostro contesto socio culturale; anche l’estetica è nostra, non si è cercato di riproporre modelli d’oltreoceano.

In questo articolo non vogliamo riportare le differenze scontate tra le due versioni piuttosto vogliamo soffermarci su alcuni aspetti legati alla resa dei personaggi.

1. La Rebecca italiana è troppo rigida e insofferente

Rebecca Pearson/ Peirò (nella versione italiana) è la madre di due gemelli e di un bambino adottato.

In Noi ad interpretare il collante della famiglia è stata scelta Aurora Ruffino, la quale è stata criticata per diverse ragioni, tra cui il sembrare troppo giovane. L’attrice famosa per “Braccialetti rossi” sul suo personaggio ha detto: “con Rebecca mi è capitata un’occasione rara e irripetibile: indossare i panni di una donna e seguirla nelle sue trasformazioni fisiche e psicologiche a 360° in un percorso di vita che va dai 30 fino ai 60 anni. Per me è stato solo un privilegio”.

Per chi ha visto la versione americana, però, il problema non è che Aurora sembri giovane ma piuttosto che non sia riuscita a cogliere la sfumatura umana che è riuscita a regalare Mandy Moore con una interpretazione meravigliosa di una donna che non si può non stimare.
Il ruolo di Rebecca è cruciale in tutta la saga; è una donna piena di risorse che dopo un grande amore, la costruzione di una famiglia felice, si trova da sola ad affrontare le difficoltà del crescere i suoi tre figli senza un marito, e che marito!, Jack Pearson/ Pietro Peirò, un uomo complesso, a tratti cupo, ma che vive per la sua famiglia e che venendo a mancare ha creato un vuoto incolmabile.

Mandy Moore è stata eccezionale nel rappresentare un personaggio nelle vari fasi della sua vita: dalla giovinezza fino alla vecchiaia, una donna che al giorno d’oggi potrebbe anche sembrare sbagliata perché mette da parte le proprie passioni per amore della sua famiglia, ma che dimostra di avere un animo coraggioso perché agisce con le migliori intenzioni.
La Rebecca della Moore non si piange mai addosso, è forte e integra e combatte per la sua famiglia.

A nostro modesto parere, Aurora Ruffino è più brava a raccontare una Rebecca stanca, provata dalle difficoltà di crescere tre gemelli.

La Rebecca di Mandy Moore è sempre materna, accogliente, a volte malinconica, ma mai isterica, mai spigolosa, è sempre ferma nel suo amore anche quando il marito ha problemi con l’ alcool.

La Rebecca italiana è a tratti rigida e insofferente, quasi sull’orlo di una crisi di nervi, ma forse questa interpretazione rispecchia meglio la donna italiana a tratti più “teatrale” nella manifestazione delle mille sfumature della sua personalità. Poi diciamoci la verità: Mandy Moore ha una dolcezza innata con cui innerva tutti i suoi personaggi.

2. Intensità del dolore dei personaggi

Dobbiamo premetterlo: This Is Us è una serie dove si piange e che fa commuovere.

I vari protagonisti hanno, come tutti noi, una serie di problematiche più o meno irrisolte che gli hanno lasciato strascichi e anche nei momenti più belli aleggia sempre una grande malinconia. Gli sceneggiatori americani sono stati molto abili nel trovare i modi più emozionanti per far esprimere i personaggi e sono riusciti a fare focus, in modo magistrale, sugli elementi più vulnerabili dell’esistenza umana.

Quello che ci è sembrato di notare come differenza principale tra This Is Us e Noi sta proprio nella diversa intensità del dolore.

I protagonisti americani si vogliono bene, riescono a superare gli ostacoli ma nei loro sguardi e nel loro corpo si cela sempre un dolore sordo che trapela anche nei momenti più belli, vuoi per il dramma della morte del padre, vuoi per l’obesità, vuoi per il fatto di essere stato adottato, vuoi per l’essersi sempre sentito trascurato.

In Noi questo dolore sembra essere un po’ più celato in quasi tutti i personaggi che sembrano essere meno malinconici, sembrano avere un passato meno ombroso, sembra che siano meno traumatizzati e che riescano con più facilità a mettere il dolore da parte.

Prendiamo il pater familias, per esempio, Jack (Milo Ventimiglia). Nonostante sia l’uomo perfetto con cui ogni donna sarebbe disposta anche a crescere tre gemelli, si vede da subito che è un uomo tormentato, con un passato complesso, un uomo che lotta con la sua natura, la cui influenza sulle persone che lo circondano è impercettibile e, al tempo stesso, schiacciante, mentre Pietro (Lino Guanciale) ci sembra meno tormentato, più sereno, meno onnipresente.

Anche l’ansia di Daniele (Livio Kone) ci sembra meno radicata in confronto a quella di Randall (Sterling K. Brown), ma in questo caso dobbiamo ricordarci che Sterling ha vinto un Emmy, un Grammy e uno Screen Actorors Guild: reggere il confronto con lui sarebbe stato difficile per chiunque.

3. Claudio è più solare rispetto a Kevin

Il primogenito della famiglia Pearson/Peirò è un attore in crisi che stanco del successo televisivo vuole testare le sue capacità in qualcosa di più “intellettuale”.

Tra il Numero Uno italiano e quello americano le differenze sono abbastanza evidenti, prima fra tutte, l’attore nostrano, Dario Aita, ha una bellezza molto differente da quella canonica di Justin Hartley, ma sarebbe stupido soffermarci su questo.

È, invece, interessante notare come da noi la fiction nazional popolare per eccellenza sia quella che ha come protagonista un maestro mentre in America un babysitter senza maglietta e che quindi l’attore sia identificato con due personaggi che nel contesto culturale hanno un peso totalmente diverso.

Forse perché non c’è stato ancora tempo di svilupparlo, ma a una prima visione il personaggio di Claudio ci sembra più giocoso e più solare rispetto a Kevin che fa un po’ la parte del simpatico del gruppo. Ma non ci riesce benissimo e in lui prevale l’aspetto tormentato, indeciso, insicuro.

Claudio rappresenta l’italianità molto bene ed è uno dei personaggi più riusciti nel remake, il suo essere diverso dal suo alter-ego anglofono ci sta tutto, noi non abbiamo Hollywood, non abbiamo Los Angeles e pertanto anche le conseguenze del successo sono diverse.

4. Intensità della chimica tra le coppie

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L’assenza di una chimica molto intensa tra le coppie si nota anche senza fare i paragoni con la serie originale.

Manca quella sensazione di bolla d’amore e di passione che ricreano Mandy Moore e Milo Ventimiglia nel rapporto tra Rebecca e Jack ma soprattutto c’è una carenza di complicità nella coppia Daniele (Livio Kone)-Betta (Angela Ciaburri).

I due attori non sono riusciti a ricreare la chimica incredibile che hanno Sterling K. Brown e Susan Kelechi Watson, Randall e Beth che infatti sono una delle migliori coppie dele serie tv del 2021.

A Daniele e Betta manca quella complicità di sguardi, la capacità di completarsi tipica delle coppie che stanno insieme da una vita e che nonostante gli alti e i bassi ce la fanno sempre.

5. Noi e This Is Us sono ambientati in diverse epoche storiche

Noi, come This Is us, racconta la storia della famiglia Peirò/Pearson in un arco temporale abbastanza lungo, che va dal passato al futuro; i coniugi Peirò cominciano la loro storia d’amore sul finire degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta e anche Rebecca e Jack si sposano alla fine degli anni Settanta.

Se negli USA, però, si è optato per un viaggio tra gli anni ’50, il presente e il futuro, in Noi vediamo l’Italia, e nello specifico Torino, a partire dagli anni ’70 a oggi e forse in seguito.

Questa scelta è dovuta al fatto che quegli anni per la storia e lo sviluppo dell’Italia sono stati molto importanti così come gli anni 1955-1975, con la guerra del Vietnam, sono stati un periodo che ha segnato moltissimo la storia americana.

L’andare molto indietro nel tempo in This Is Us ci aiuta tantissimo a capire ancora di più della psicologia dei suoi protagonisti cosa che quindi manca un po’ nella versione italiana.

Concludiamo dicendo che Noi non si può giudicare inferiore o superiore alla serie americana da cui trae spunto perché, sebbene sia il suo remake, è molto diversa, perché la nostra storia, le nostre tradizioni e le nostre famiglie sono diverse; le nostre emozioni sono espresse in maniera dissimile perché il contesto culturale influenza le azioni di ognuno di noi. 

Dal canto nostro possiamo solo essere contenti che la Rai si sia accorta di una serie così bella e che l’abbia voluta regalare al suo pubblico generalista .