Normal People, la serie tv tratta dal secondo romanzo della 29enne irlandese Sally Rooney, è sbarcata su Starz Play, e per coloro che avevano amato il libro è stata una gioia immensa.
Storia d’amore complicata che di “normale” non ha proprio niente.
Ma chi siamo noi per definire cosa sia o non sia normale? Forse il titolo è volutamente sarcastico e provocatorio. In fondo, esiste una relazione normale? Ma soprattutto, esistono “persone normali?”. Che abbiate trovato una risposta o meno, siamo certi che concorderete con noi nell’affermare che la trasposizione da libro a serie si possa ritenere riuscita. Chi ha letto il testo avrà sicuramente notato come vengano riportati fedelmente i dialoghi e le vicende, anche se con qualche piccola nota di demerito per il finale e per l’omissione di alcuni particolari di cui parleremo più avanti.
A interpretare splendidamente i protagonisti, scelti con un casting decisamente azzeccato, sono Daisy Edgar-Jones e Paul Mescal, a loro agio nei panni di due studenti tormentati dal male di vivere che li accomuna nel corso della loro crescita.
Normal People – La trama
Normal People è ambientata in Irlanda e si sviluppa prima nella contea di Sligo e poi all’Imperial College di Dublino. Al centro delle vicende ci sono due ragazzi, Marianne e Connell, la madre del ragazzo lavora a casa della ricca ragazza e per questo i due si conoscono. L’incipit sembra un cliché che siamo stufi di vedere e rivedere: lei è ricca e lui povero; lei però non è assolutamente popolare, anzi non ha nemmeno un amico, al contrario di lui che ne è circondato. Grazie a questo ribaltamento, la serie si presenta subito in controtendenza e ci fa la piccola promessa di non essere la solita storia d’amore trita e ritrita. Cos’hanno in comune i due ragazzi (a parte evidenti problemi psicologici)? Un profondo senso di inadeguatezza.
Marianne e Connell si innamorano ma nessuno dei due è in grado di portare avanti una relazione “normale”, per restare in tema. Si separano e qualche tempo dopo si ritrovano al college. A questo punto le stelle sembrano essersi riallineate e la situazione sembra addirittura essersi capovolta: Marianne ora è ben integrata, ha tanti amici ed è al centro dell’attenzione, mentre Connell non riesce ad abituarsi alla nuova vita e all’università.
In Normal People, i due ragazzi provano in tutti i modi ad essere amici ma con scarsi risultati.
Una (non) normalità che unisce
A unire i due ragazzi in un rapporto sincero non sono quindi le affinità, ma il modo in cui affrontano problemi comuni: un senso di angoscia e male di vivere, che sfocia nell’allontanamento dei due dalla massa, e una costante e irrefrenabile attrazione sessuale.
La storia tra i due è considerabile una storia d’amore, ma siamo tutti d’accordo nel dire che Normal People è totalmente diversa da produzioni anche recenti come Virgin River o Dash e Lily che definiscono il genere. Potremmo piuttosto parlare di un percorso, non esente da ostacoli, che porta due persone a cercare la soluzione nell’altra, come se fossero un rifugio sicuro e reciproco. È forse proprio questo che non consente loro di stare insieme? Di fatto, se non si sta bene da soli come si può stare bene con qualcuno?
I due non fanno altro che scappare letteralmente dalla propria felicità, come se fosse troppo spaventosa, diversa, anormale da provare. Sono alla ricerca di qualcosa che nemmeno loro sanno cos’è, e che li porta ad avvicinarsi e allontanarsi continuamente. Alla fine i protagonisti cercano disperatamente una “normalità” che non troveranno mai.
Il sesso in Normal People
Le scene nella serie sono rappresentate in maniera integrale e mostrano un’intimità vera, senza esagerazioni filmiche. A causa di tale assenza di censure, un montato di 22 minuti con alcune scene della serie è stato addirittura caricato su siti pornografici.
Quel che molti hanno contestato alla serie è l’omissione, la minimizzazione di un problema molto importante per la protagonista. Nel libro Normal People, Marianne ha una propensione verso una tipologia di rapporto sessuale “violento”. Da sempre maltrattata e picchiata dal fratello, sfoga questo disagio con i suoi partner, chiedendo loro (e chiedendo quindi anche a Connell) di picchiarla.
Questo lato psicologico mostra una richiesta d’aiuto che anche nel libro viene ignorata.
I personaggi e il luogo
Di certezze, nella visione di Normal People, ne abbiamo due: non è una storia d’amore normale e i protagonisti sono caratterizzati in maniera eccellente. Per questo un plauso doveroso va alla caratterizzazione e all’interpretazione dei personaggi, protagonisti assoluti. Magnifica anche un’Irlanda verde-grigio che svolge un compito fondamentale: parlare per loro.
Tra i due protagonisti, a differenza del libro, qui è forse Connell a spiccare, una figura maschile delineata da toni delicati e con una certa fragilità.
Per quanto riguarda Marianne, ai tempi del liceo ma anche al College, non si ritiene piacente, sa di essere più intelligente dei suoi compagni che la ritengono strana e la prendono in giro, ma allo stesso tempo ne soffre. La ragazza si rifugia quindi nell’idea che sia il suo status di superiorità intellettuale che non le permette l’integrazione in un contesto come quello scolastico, dove i valori, gli interessi, non possono corrispondere ai suoi, e pertanto non vale neanche la pena provare a stabilire relazioni o comunque non relazioni normali.
Piccolo appunto di delusione per gli spettatori-lettori: il finale. Troppo veloce e privo di molti temi affrontati invece nel libro.
Normal People è il teen drama di cui abbiamo bisogno
Non sapevamo di aver bisogno di Normal People fino a quando non abbiamo iniziato a vederla.
Bombardati letteralmente da teen drama ai limiti del ridicolo, ricchi di stereotipi, cliché e via dicendo (non siamo ipocriti, li guardiamo tutti), a volte si avverte la necessità di vedere qualcosa di vero, di tornare con i piedi per terra, di sentirci “normali” guardando l’anormalità altrui.
Normal People è questo, la straziante ricerca di normalità di due personaggi che non si rendono conto che probabilmente una normalità non esiste, e forse noi dovremmo imparare dai loro errori.