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La lezione di Not Dead Yet: non sempre servono le grandi idee per tirar fuori una bella comedy

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Attenzione: l’articolo può contenere spoiler su Not Dead Yet.

In Italia, una serie tv dal titolo Non sono ancora morta potrebbe, a primo impatto, far pensare alla più macabra delle storie thriller o horror, a uno splatter vecchio stile con tanto di storie dal regno dei morti e degli spiriti. Ma, mai giudicare uno show dal titolo. Infatti, Not Dead Yet è tutto fuorché un racconto macabro e spaventoso. Come già fatto abilmente in altre storie (basti pensare all’interpretazione e alla ri-elaborazione di Ghosts, The Good Place o Upload), il tema della vita dopo la morte si presta, in realtà, a una molteplicità di alternative narrative, anche e persino nell’apparentemente lontano genere delle commedie. Infatti, è possibile trovare non solo storie malinconiche o terrificanti. Il tema del sonno eterno, del fantomatico ultimo respiro, dell’al di là e dell’interazione con esso, sono stati spesso rappresentati in chiavi molto originali e intriganti. Riuscire a trovare una prospettiva creativa e per nulla scontata su un tema del genere, che attraversa la storia dell’uomo sin dagli albori, è tutt’altro che semplice. Eppure, Not Dead Yet segue tal tendenza in maniera interessante.

Come anticipato, pur non essendo la prima serie tv di genere comedy a esplorare la possibilità della vita dopo il decesso e l’interazione con i defunti, Non sono ancora morta offre una nuova alternativa a un macro-genere narrativo tanto inusuale.

Disponibile in Italia su Disney+, Not Dead Yet è una sitcom creata da David Windsor e Casey Johnson per l’emittente americana ABC, e andata in onda con cadenza settimanale dallo scorso febbraio 2023. Basata sul romanzo Confessions of a Forty-Something F**k Up (2020), dell’autrice britannica Alexandra Potter, la serie tv offre una nuova possibilità e modalità di interagire con l’al di là, con una chiave particolarmente autoironica e confortante. A tal proposito, Not Dead Yet segue la vita della maldestra giornalista americana Nell Serrano (interpretata da Gina Rodriguez, celebre volto di Jane The Virgin). La storia ha avvio con la rottura tra la protagonista e il suo fidanzato, per il quale, dieci anni prima, aveva mollato il lavoro da reporter e si era trasferita nel Regno Unito. Ora che la relazione è naufragata, Nell, alla soglia dei quarant’anni, può finalmente tornare negli Stati Uniti, a Los Angeles. Ma non è semplice essere una donna di mezz’età, single e senza un lavoro. Nel tentativo di riprendere in mano la sua carriera messa in pausa tempo fa, Nell non ha miglior opzione se non quella di accettare l’unico lavoro che è in grado di trovare: è costretta a tornare nella sua vecchia redazione in cui, il nuovo capo, le assegna la scrittura dei necrologi. Ma la grande abilità giornalistiche della protagonista non possono che emergere anche in un ambito lavorativo apparentemente così tetro: Nell diventa un asso anche negli annunci mortuari. Come? Il nuovo ruolo si rivela catartico. Infatti, Nell scopre di essere capace di incontrare i fantasmi delle persone di cui cura i necrologi, che solo lei è in grado di sentire e vedere. Le anime dei defunti con cui interagisce si manifestano nel momento in cui le è assegnato un nuovo articolo e, con il progredire di ciascun episodio, si rivelano delle inusuali fonti di consigli sulla vita. Mentre tenta di ricostruire il passato dei deceduti per la stesura dei necrologi, Nell sfrutta il dialogo con questi per dare ordine alla sua bizzarra quotidianità e progredire personalmente e professionalmente. Dunque, nello scorrimento verticale della trama di ciascuna puntata, una volta pubblicato l’annuncio funebre, i fantasmi con cui Nell conversa scompaiono, avendo ultimato il loro intento finale.

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Not Dead Yet (640×352)

Come se non bastasse, all’atipico lavoro, si sommano anche dei grotteschi colleghi del tutto irresistibili. Infatti, di ritorno a Los Angeles e nella redazione del SoCal Independent, Nell ritrova l’ex-migliore amica e collega Sam (Hannah Simone), il collega Dennis (Joshua Banday), ora incaricato di affidarle, di volta in volta, i necrologi da scrivere, e la sua vecchia nemesi Lexi (Lauren Ash), divenuta editor-in-chief e capo della protagonista. Alla frenesia quotidiana della vita di Serrano, oltre ai fantasmi e a un ambiente relazionale e di lavoro da riconquistare, si somma anche la convivenza forzata con lo spigoloso coinquilino Edward (Rick Glassman).

In sintesi, Not Dead Yet parla di una giornalista quarantenne e single costretta a scrivere necrologi di gente morta con cui riesce effettivamente a parlare.

Le premesse sono semplici, chiare e intriganti, ponendo la base per una sitcom di stampo generalista che potrebbe, potenzialmente, protrarsi a lungo, grazie a un format replicabile in ogni episodio. La struttura ricorrente e il contatto con il mondo dell’al di là offrono, in prospettiva, la possibilità di una produzione episodica numerosissima, proprio come ci avevano ben abituati le classiche sitcom da tante stagioni e altrettanti innumerevoli episodi. A tal proposito, purtroppo però, in un contesto sovraccarico di contenuti e in cui le comedy fanno fatica a trovare la propria dimensione: Non sono ancora morta non è ancora esplosa a pieno. Rimasta ancora relegata ai margini del catalogo italiano di Disney+, la serie tv potrebbe davvero arrivare lontano, se solo riuscisse a emergere dal novero dei tanti show attualmente disponibili e costantemente aggiornati.

In generale, come anticipato, l’elemento portante di Not Dead Yet, è proprio la chiave originale e ironica con cui porta in scena la vita dopo la morte. Se Ghosts (sia nella versione originale della BBC, che nel remake americano della CBS) aveva permesso a due proprietari di un vecchio casale di interagire con i fantasmi che in esso vivevano, potendoli vedere e sentire, Not Dead Yet fonde il contatto con gli spiriti dei defunti con una chiave formativa e un contesto ancor più bizzarro. Scrivere necrologi è probabilmente un lavoro poco alla moda o leggero, eppure, la protagonista Nell, con la sua personalità esuberante e sopra le righe, è capace di alleggerire per lo spettatore un contesto apparentemente così cupo. Il potere comunicativo, che sviluppa inspiegabilmente. la disorienta tanto quanto noi, dando avvio, soprattutto nelle prime puntate, a situazioni comiche e atipiche che delineano sin da subito lo stile della sitcom.

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Not Dead Yet (640×415)

La rappresentazione della morte, dell’elaborazione del lutto, e del tema dei ricordi assumono un ruolo centrale in Not Dead Yet.

Con autoironia e senza alcuna pretesa rivoluzionaria, lo show ABC è un chiaro esempio di come da un’idea semplice sia veramente possibile creare ancora qualcosa di inedito e coinvolgente. Not Dead Yet è un intrattenimento classico e, per questo, inesauribile. Con un tono confortante e umoristico, la sitcom è l’ideale per ogni occasione: una storia leggera, empatica e catartica, con cui ridiamo mentre assistiamo al racconto formativo di una quarantenne che cerca di destreggiarsi in una realtà frenetica e da ricostruire. Nell sarà anche un personaggio abbastanza canonico e ridondante rispetto a molti altri caratteri già passati sul piccolo schermo, eppure, il suo percorso formativo è in grado di scaldare anche un cuore freddo come il mio. Con una giusta dose di bilanciamento tra la comicità assurda e grottesca degli esuberanti protagonisti, e la componente surreale dei superpoteri della spaesata protagonista, Not Dead Yet è un prodotto in pieno stile 2023 (nel senso più positivo del termine). Infatti, proprio perchè consapevole dei limiti e dei punti di forza del contesto che lo circonda, è un titolo fieramente semplice e simpatico. Ed è per questo che funziona.